«Bisogna dire basta ai secessionisti»
«Bisogna dire basta ai secessionisti» Per il ministro dell'Interno Napolitano «c'è un motivo di preoccupazione crescente» «Bisogna dire basta ai secessionisti» Scalfaro: i giudici spieghino dove inizia l'illecito ROMA DALLA REDAZIONE Il Presidente della Repubblica interviene alla festa della Polizia, ripresa in diretta dalla Rai, e invita a dire basta ai secessionisti. «In uno Stato di diritto il cittadino ha il diritto di sapere se l'invito a disubbidire alle leggi sia un fatto su cui si ammettono indulgenze oppure se incida sulle norme del codice penale». Prima di Scalfaro, aveva parlato il ministro dell'Interno Giorgio Napolitano: «C'è un motivo di preoccupazione crescente, si deve essere vigilanti e severi verso ogni sconfinamento della libera propaganda politica nell'illegalità eversiva. E' necessario un impegno più ampio che spetta nell'insieme alle forze democratiche, operanti nelle istituzioni e nella società che si riconoscono nel principio costituzionale e nel valore dell'indivisibilità della Repubblica». E Scalfaro, riprendendo le preoccupa¬ zioni del ministro dell'Interno, punta l'indice anche contro il «clima psicologico»: «Tutto è cominciato con un ammaina-bandiera, un fatto estremamente grave, a Venezia». Si è cercato un luogo spettacolare «perché quella notizia in 30 secondi facesse il giro del mondo con danno alla serietà e alla dignità di uno Stato». Scalfaro è andato oltre: questi atti, ha detto, non possono essere valutati singolarmente, come fatti carnevaleschi. Si tratta, invece, di fatti illeciti. Dunque, un richiamo alla magistratura, oltre che alle forze politiche. E tra le prime reazioni, infatti, c'è stata quella dell'Associazione nazionale magistrati: «La magistratura italiana ha fatto e continuerà a fare il proprio dovere in difesa della legalità, ispirandosi ai valori costituzionali nei quali si riconosce pienamente», ha detto il presidente Elena Paciotti. E il sostituto procuratore di Bergamo Mario Conte, che è titolare di alcune inchieste su esponenti della Lega accusati di incitamento alla secessione, ha confermato: «Operiamo esattamente nella linea indicata dal Presidente della Repubblica». A Bergamo, sono indagati Bossi, Pagliarini, Maroni e Boso, ma per alcune frasi contro l'unità d'Italia pronunciate in manifestazioni della Lega. Bossi, dal suo canto, appena saputo delle dichiarazioni di Scalfaro, ha replicato: «Non ci sono più spazi di mediazione, Scalfaro è il conservatore di sempre, tutto corda e sapone, che invita a perseguitare i patrioti padani. Io attraverserò tutta la Padania a piedi, e la libererò tutta». Unanime, Lega a parte, la difesa del discorso del Presidente della Repubblica. In prima linea il pds, il cui capogruppo Fabio Mussi già la sera prima in televisione si era trovato a fronteggiare le camicie ver¬ di. Mussi oggi ha ribadito che di fronte agli intenti secessionisti della Lega «la democrazia italiana, forte e vitale nonostante sia afflitta da molti mali, si presenta con una mano aperta e l'altra chiusa: in una le riforme, che stiamo scrivendo e alle quali chiediamo che la Lega partecipi, nell'altra la chiusura di fronte a qualsiasi attacco all'unità d'Italia». Mussi, nel ribadire che «Scalfaro ha ragione da vendere», ha anche notato che non servono le leggi speciali: basta il codice penale. Il presidente di Alleanza nazionale Gianfranco Fini ha fatto notare che «le frasi del Presidente della Repubblica sono necessarie, ma non sufficienti: non basta chiedere alla magistratura di verificare se sia stato varcato o no il confine tra libertà di pensiero e attentato alla Costituzione». Nel pomeriggio due deputati di An, Fragalà e Cola, hanno chiesto alla commissione stragi che il ministro degli Interni Napolitano venga convocato urgente¬ mente, «per riferire delle preoccupazioni espresse alla festa della Polizia». Bertinotti ha rilevato che «i magistrati italiani non hanno bisogno di essere sollecitati: è anche la politica che deve muoversi contro il separatismo, perché la Lega vuole costituire un blocco di egoismo, e questo si combatte con una battaglia che è politico-culturale». Per il leader del cdu Rocco Buttiglione «il problema c'è ed è grave. E' il problema di un Paese nel quale non è chiara la distinzione tra il bene e il male, tra il lecito e l'illecito perchè c'è stato un processo di delegittimazione di tutte le autorità ed un coinvolgimento politico della magistratura che, da molti, non è più percepita come sopra le parti e quindi i suoi interventi vengono subito letti in una chiave politica. Bisogna fare le riforme; bisogna che la classe politica mostri di saper ripristinare la differenza tra lecito e illecito dando ai cittadini un quadro di norme chiare. E' una grande responsabilità».
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