Pil fermo nel primo trimestre Il Polo:«Siamo in recessione» Palazzo Chigi:ne siamo usciti di Gian Carlo Fossi

Pil fermo nel primo trimestre Pil fermo nel primo trimestre Il Polo: «Siamo in recessione» Palazzo Chigi: ne siamo usciti ROMA. Non c'è stato alcun segno di ripresa economica 'nei primi tre mesi del '97, anzi si registra una flessione sia pur lieve: fra gennaio e marzo il prodotto interno lordo (pil) è diminuito dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% in riferimento ad un anno prima. L'Istat annuncia questi dati preliminari e subito si scatenano vivaci polemiche, ma anche una pesante strumentalizzazione politica. «I dati dell'Istat commenta a caldo Antonio Marzano, responsabile economico di Forza Italia - bocciano il governo Prodi e lodano Berlusconi». Ma Prodi replica immediatamente: «Gli indici di aprile dicono che la caduta dell'economia è finita. Siamo fuori dal tunnel e i dati del primo trimestre, già a conoscenza del governo, non fanno cambiare le cifre del Dpef». Il '97, dunque, è partito male per l'azienda Italia, anche se le due flessioni segnalate dall'Istat risultano influenzate dal minor numero di giorni lavorati. A confronto con il quarto trime- stre del '96 e lo stesso periodo dell'anno precedente il numero dei giorni risulta inferiore rispettivamente di 2 e di 3. Il calo congiunturale dello 0,3% risulta il secondo consecutivo dopo il -0,2% del quarto trimestre del '96 ed entrambi sono la sintesi di una riduzione del valore aggiunto industriale e di un lieve aumento di quello dei servizi. Per trovare altre due flessioni consecutive si deve risalire al terzo e al quarto trimestre del '92, che insieme al primo trimestre del '93 segnarono addirittura tre risultati negativi di fila. Il -5% del trimestre gennaio-marzo '97 su base annua segue al + 1,3% del gennaio-marzo '96 e al +3,9% del gennaio-marzo '95. Stagnazione o recessione? Gli economisti non sono d'accordo nel valutare il fenomeno. Per Piero Barucci e Mario Baldassari è stagnazione con prospettive di ripresa, per Siro Lombardini è recessione, mentre per Luigi Frey «la fase recessiva si è già verificata ed è ormai superata». Né drammatizza Paolo Savona, presidente del Fondo interbancario tutela depositi: «Bisogna tener conto che la produzione industriale continua ad andare bene, l'export è ancora in vigore e l'aumento delle importazioni testimonia che la domanda interna sta crescendo». Divisi pure i sindacati e le organizzazioni imprenditoriali. Per il segretario confederale della Cisl Natale Forlani «se queste sono le tendenze, saltano tutte le previsioni del governo per il risanamento dei conti pubblici e l'occupazione». Secondo Adriano Musi, segretario confederale della Uil, il dato sul reddito non è soddisfacente, ma va interpretato nel senso dell'inversione di tendenza. Giorgio Cremaschi, segretario della Fiom-Cgil Piemonte, avverte che senza una politica per lo sviluppo la situazione può peggiorare, il segretario generale della Cisal Gaetano Cerioli accusa il governo di non sapere fare i conti e Mauro Nobilia (Ugl) si dice «perplesso». Abbastanza cauta la Confindustria. «Oggi non siamo - osserva il presidente Giorgio Fossa in una fase di ripresa, ma di lento recupero della situazione peggiore che abbiamo vissuto negli ultimi mesi». E il direttore generale Innocenzo Cipolletta conferma che alle spalle abbiamo la recessione, davanti una ripresa probabile ma non rapida, mentre la Confcommercio bolla il govnrno Prodi senza pietà: «A causa di scelte economiche inadeguate siamo sempre più vicini alla recessione». Gian Carlo Fossi

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