lira sotto tiro e l'Italia segna il passo
lira sotto tiro e l'Italia segna il passo Lo scontro tedesco sull'Europa si abbatte sui mercati. Prodi: «investiti anche altri Paesi» lira sotto tiro e l'Italia segna il passo Voci false scatenano la speculazione sulla moneta mati», in prima mattinata, davano per scontato che le grandi agenzie internazionali di rating, quelle che fissano le pagelle dei debiti dei vari Paesi, si accingessero a peggiorare il voto per l'Italia. E così, l'attesa per il calo del tasso di sconto dopo la presentazione del Dpef, è stata presto sostituita da un moto di prudenza, quasi di paura sui vari listini. Ma come fa a diffondersi, quasi all'improvviso, un sentimento del genere? In parte, è la spiegazione, c'è la situazione politica italiana, sempre agitata; in parte, il peggioramento dei conti con l'estero, testimoniato dal brusco peggioramento della bilancia dei pagamenti. Nel corso della giornata la febbre sulla lira è presto rientrata. La condizione delle finanze pubbliche italiane non è, al momento in peggioramento. Il varo del Dpef ha cancellato, prima del fine settimana, le ultime ombre. Oggi gli analisti potranno ascoltare, in tranquillità, le riflessioni del governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio. Quel che è sicuro è che il venerdì delle turbolenze ha offerto nuovi argomenti alla prudenza della Banca centrale sul fronte del costo del denaro. Come si può pensare ad abbassare la guardia sui tassi se la credibilità italiana può esser messa a così dura prova dalle voci, nemmeno troppo raffinate, sparse alla City? Difficile che, di questi tempi, il governatore allenti il «fermo proposito a perseguire la stabilità monetaria» che ha ribadito in questi mesi. Quel che pesa di più, al di là dei problemi di casa nostra, è quell'aria di burrasca che soffia sui venti della finanza europea dopo il clamoroso braccio di ferro sulla rivalutazione dell'oro tra Bundesbank e il governo di Bonn. A farne le spese è la prospettiva dell'integrazione europea, già messa a dura prova dall'attesa del confronto elettorale francese. E, come sempre accade in queste situazioni, a pagare sui mercati il prezzo più elevato sono le valute e i titoli del debito pubblico dei Paesi più deboli e con i tassi più elevati: la corona svedese, la peseta e i Bonos spagnoli, la lira e il Btp italiano. In questa cornice le voci londinesi hanno quasi il sapore di un assaggio per testare le capacità di reazione della nostra moneta e delle altre valute più deboli sulla strada di Maastricht. «E' stata una bolla speculativa - ha commentato Prodi - che ha investito anche altri Paesi e deriva dalle incertezze politiche del momento». «Tuttavia - ha aggiunto il premier - è interessante notare come sia stata temporaneamente aiutata da false voci spàrse riguardo ad avvenimenti infondati». Sabotaggio? E se sì, da parte di chi? Italiani o stranieri? Prodi si limita a ripetere: «E' un avvenimento su cui riflettere...». Ugo Bertone MILANO. «Una situazione temporaneamente aiutata da voci false, sparse grazie ad avvenimenti che non avevano alcuna fondatezza». Così Romano Prodi, presidente del Consiglio, al termine di un normale venerdì di paura sui mercati valutari. «Non è stato - ha però subito aggiunto Prodi - un attacco alla lira: è una turbolenza delle monete europee». Vero, ma nel corso della giornata la lira ha subito duri attacchi, salvo poi riprendersi prima che le varie piazze finanziarie chiudessero per il weekend. In mattinata vendite massicce, in arrivo (al solito) da Londra hanno fatto arretrare la nostra moneta fino a quota 995 e anche peggio mentre i futures sui Btp scendevano fino a quota 128. Poi, sull'onda delle rassicurazioni sul fronte interno e dei dati Usa (la congiuntura è più fredda del previsto, l'aumento dei tassi si allontana) la temperatura si è abbassata. La lira ha recuperato terreno nel pomeriggio (prezzi attorno alle 991 lire, contro le 983,34 della rilevaci one di Bankitalia) e in serata, a Wall Street, le cose andavano ancor meglio. Piazza Affari, apatica e priva di spunti, ha assistito quasi impassibile, intanto, al balletto delle quotazioni sui cambi, anche se l'ultimo indice della settimana (Mibtel meno 1,23%) è stato in ribasso. Ma le vere emozioni, ieri, hanno riguardato le valute. Le ragioni? Alla City i «bene infor-
Persone citate: Antonio Fazio, Prodi, Romano Prodi, Ugo Bertone
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