Cipolletta: sui tagli di spesa il governo poco coraggioso

Cipolletta: sui tagli di spesa il governo poco coraggioso Cipolletta: sui tagli di spesa il governo poco coraggioso i DUBBI PIGLI INDUSTRIALI aROMA UALCOSA manca. «Manca il coraggio» sbuffa Innocenzo Cipolletta, direttore generale dellu Confindustria. Cipolletta spiega perché si aspettava di più dal Documento di programmazione economica e finanziaria approvato ieii dal governo. Coinè valuta il Dpef? «Innanzitutto riconosco che il documento presenta un quadro realistico e quindi condivisibile. Non vengono strumentalizzate le previsioni. E' ragionevole la stima del 2% per la crescita dell'economia nel Ì998». Nonostante le difficoltà? «Sì, considerato che quest'anno la crescita può essere pari all'1%. Ci potrà essere qualche problemino per tenere l'inflazione all'I,8% a dell'aumento del costo del lavoro e delle tariffe e del venir meno dell'effetto deflazionistico della rivalutazione della lira». £ il giudizio sui programmi del governo Prodi? «La politica disegnata mi sembra poco coraggiosa. L'intervento di contenimento del deficit per 25 mila miliardi è il minimo indispensabile». Però non si ricorre all'espediente di rivalutare le riserve auree come prevede Bonn. «Di (.lucchetti ne abbiamo già fatti Unii. E nessuno si è ribellato. La manovra è il minimo indispensabili, perché, se tutto va bene, 25 mila miliardi bastano giusto giusto per rispettare il requisito del 3% nel rapporto deficit-Pil per aderire alla moneta unica». Quale rischio vede? «C'è il pericolo di uno stillicidio di manovre aggiuntive. Una potrebbe già esserci già nel 1997 se il 3% non viene centrato; il disavanzo maggiore potrebbe poi pesare sull'anno prossimo. Insomma, 25 mila miliardi possono non bastare». Cosa si poteva fare? «E' singolare che il governo abbia scoperto di poter recuperare 2500 miliardi di entrate dalla lotta all'evasione fiscale e non abbia sfruttato la somma per accrescere l'entità della manovra portandola a 28 mila miliardi. Ha invece ridotto l'entità dei tagli alla spesa. Perciò c'è il rischio di altre manovre correttive che deprimono l'economia: gli operatori non spendono se ci sono aspettative di nuovi interventi (cioè tasse)». Quindi un giudizio negativo? «Per i motivi che ho spiegato il presidente della Confindustria Fossa ha sospeso il giudizio sul Dpef. C'è anche una questione morale: il recupero dell'evasione dovrebbe ridurre il carico di chi paga le tasse. Siamo perplessi sul fatto che i sin- dacati sbandierano come vittoria un'operazione così meschina sulle entrate». Teme un aumento della pressione fiscale? «L'aumento è stato eccezionale nel 1997 ed è dovuto alla tassa per l'Europa annunciata come transitoria: anzi, il presidente del Consiglio ha perfino assicurato la resti¬ tuzione. Inoltre l'aumento della pressione fiscale nel '97 deriva in larga parte da anticipi di imposta: dall'lva pagata dai petrolieri al prelievo sul trattamento di fine rapporto. Essendoci stati anticipi di imposta, nel '98-'99 dovrebbe esserci un calo del gettito: siamo ai limiti dello strangolamento del contribuente». Come giudica i previsti aumenti di bolli e Iva? «Non si conoscono le misure nel dettaglio, potrebbe esserci un intervento sulla benzina. Non si capisce come saranno ricavati i 10 mila miliardi di entrate. Siamo nel campò dell'ignoto: anche per questo il giudizio è sospeso». Non vede segnali precisi nem¬ meno sui tagli? «C'è la tecnica delle allusioni. Il governo dice che la spesa al netto degli interessi deve aumentare come il Pil e sicomme aumenta di più deve essere tagliata. Ma non viene scritto nulla di preciso: non sappiano se ci saranno tagli permanenti o temporanei o, peggio ancora, se al posto dei tagli aumenteranno i con- tributi». Dal 18 giugno però comincia la trattativa sullo Stato sociale. «Andremo a questi incontri come sempre con spirito aperto e la convinzione di fare qualcosa di utile. Dopo tanti rinvìi c'è però il pericolo che si giri al largo dei problemi essenziali in attesa dell'ultimo giorno, il varo della finanziaria 1998». Cosa teme? «Decidendo all'ultimo momento, il governo è più debole: deve comunque agire. C'è il rischio che adotti le soluzioni facili, non le migliori». Pensa che non ci sarà una vera riforma dello Stato sociale? «Ho questo timore. Ci sono resistenze grandissime e rischiamo di concludere la discussione, fra tensioni parlamentari e sociali, solo alla fine del 1997, a ridosso della verifica dei requisiti per la partecipazione all'unione monetaria. Ci potrebbe essere la tentazione di fare ricorso a espedienti, di spalmare tasse e contributi invece di abolire una volta per tutte le pensioni di anzianità che oltretutto non sono eque». Roberto Ippolito Perdono colpi anche i Btp e la Borsa (-1,2 per cento) Perdono colpi anche i Btp e la Borsa (-1,2 per cento) Il direttore generale di Confindustria Cipolletta Il direttore generale di Confindustria Cipolletta

Persone citate: Cipolletta, Innocenzo Cipolletta, Roberto Ippolito

Luoghi citati: Europa