Colpo di spugna sui golpe della Cia
Colpo di spugna sui golpe della Cia Colpo di spugna sui golpe della Cia Distrutti i dossier sulle operazioni segrete Anni 50 NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Come l'agente che, catturato dai nemici, ingoia il foglietto con gli appunti, così la Cia ha distrutto gran parte dei documenti riguardanti le sue operazioni più importanti degli Anni Cinquanta. Ma se l'agente che ingoia il foglietto è un eroe che difende il proprio Paese (e infatti esiste solo nei film), i funzionari dell'agenzia spionistica che hanno bruciato tutto lo hanno fatto all'insaputa dei loro capi e per difendere soprattutto le loro azioni inconfessabili. Risultato numero uno: due dei loro capi dell'ultimo periodo, Robert Gates nel 1992 e James Woosley nel 1993, si ritrovarono a promettere solennemente il rilascio di documenti che ormai non esistevano più. Risultato numero due: la legge che obbliga il governo a togliere il segreto ai suoi documenti dopo 25 anni dallo svolgimento dei fatti è stata in pratica resa superflua, ehminando alla fonte l'oggetto del contendere. Così, per un «caso Guatemala» diventato pubblico l'altro giorno (tutte le azioni compiute per scalzare dal potere Jacobo Arbenz, compreso il progetto di assassinare 58 esponenti politici), ci sono almeno altri tre casi simili in cui lo «sporco lavoro» compiuto dalla Cia non potrà mai più essere ricostruito dagli storici. Uno è quello dell'Iran del 1953. Il primo ministro di quel Paese, Mossadeq, aveva deciso di sfidare le «sette sorelle» del petrolio e la Cia organizzò un golpe contro di lui che si concluse col reinsediamento dello Scià. Un «peccato» che gli Stati Uniti avrebbero pagato dopo tanti anni, con la rivoluzione khomeinista. Un altro è quello dell'Indonesia e del sanguinosissimo colpo di Stato del generale Suharto contro il presidente dell'epoca, Sukarno. Un altro ancora è quello forse poco noto ma significativo di Cheddy Jagan, il primo ministro di sinistra della Guyana all'inizio degli Anni Sessanta. Lui era stato regolarmente eletto e nella sinistra latinoamericana, allora attraversata dal vento sollevato dalla rivoluzione cubana, era diventato una specie di simbolo della «via pacifica», di «un modo diverso di essere Che Guevara», come si diceva allora. Cheddy Jagan che era sposato con una nipote dei Rosemberg, quelli accusati di spionaggio in favore dell'Unione Sovietica e messi a morte negli Anni Cinquanta - andò a discutere con John Kennedy, gli spiegò che ciò che stava accadendo nel suo Paese era «perfettamente costituzionale», ma non bastò. La Cia riuscì a rovesciarlo e a mettere al suo posto un «suo» uomo. Ci furono scontri con morti e feriti e più tardi, quando la stessa cosa avvenne in Cile, con un bagno di sangue di proporzioni infinitamente maggiori, si disse che ci si era basati sullo «schema Guyana». Sarebbe stato senz'altro utile capire esattamente, attraverso i documenti, come si mossero allora gli uomini della Cia. Ma la loro «modestia» li ha indotti a distruggere tutte le prove di quel bel successo conseguito. E' accaduto negli Anni Sessanta, spiega Brian Latell, l'attuale responsabile degli archivi della Cia. A un certo punto qualcuno cominciò a dire che quegli archivi scoppiavano, che era necessario fare «un po' di pulizia», e così tonnellate di carte finirono al macero, consumando quella che oggi James Woolsey - arrabbiatissimo per essersi trovato senza saperlo a dichiarare il falso quando promise di rendere pubblici i documenti di quegli anni - definisce «una terribile violazione del rapporto di fiducia con i cittadini americani e del loro diritto a conoscere la storia del proprio Paese». Brian Latell, l'archivista, è meno drastico. In quegU anni, dice, dominava «la cultura del segreto a ogni costo». Oggi, aggiunge suadente, una cosa simile non sarebbe possibile. Può darsi che sia vero, ma certo i documenti riguardanti la Baia dei Porci, cioè il più clamoroso «fiasco» della Cia, avvenuto nel 1961, nonostante le ripetute promesse continuano ad essere segreti. Perché quella «cultura» sopravvive, o perché i documenti sono stati bruciati? Franco Patitarelli Sarà impossibile ricostruire tra gli altri il rovesciamento di Mossadeq e di Sukarno Mossadeq e Sukarno (a destra): gli archivi bruciati all'insaputa dei capi
Luoghi citati: Cile, Guatemala, Indonesia, Iran, New York, Stati Uniti, Unione Sovietica
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