«Aveva lo sguardo d'un innamorato» di Andrea Di Robilant

«Aveva lo sguardo d'un innamorato» «Aveva lo sguardo d'un innamorato» Un testimone: il primo ministro stregato da Bill LONDRA DAL NOSTRO INVIATO «Finiamola con questa storia che Tony è il mio clone. Ne ho le scatole piene. Tra l'altro ha sette anni meno di me e non ha un capello grigio». Nel giardino in fiore del numero 10 di Downing Street Bill Clinton ha cercato cu dissipare una volta per tutte l'impressione che il nuovo premier britannico sia stato plasmato da un peculiare «effetto Dolly». I due non saranno simili, ma sono comunque sulla stessa lunghezza d'onda. 0, per dirla con i loro rispettivi consiglieri: «L'impatto chimico tra i due è molto positivo». E la giornata che i due hanno trascorso insieme lo ha ampiamente dimostrato. A Londra, insomma, si è cementata un'amicizia che pare destinata ad avere un impatto significativo sulla scena internazionale (soprattutto europea). E che s'iscrive nella tradizione di altre grandi amicizie anglo-americane: Ronald Reagan e Margaret Thatcher, John Kennedy e Harold Macmillan, Franklin Delano Roosevelt e Winston Churchill. La giornata è cominciata con la visita al 10 di Downing Street, dove il Presidente ha partecipato ad una riunione del gabinetto. Secondo una fonte presente: «Blair ha lodato il Presidente senza ritegno davanti ai suoi ministri. E quando il Presidente ha preso la parola il premier lo ha fissato intensamente. Dire che era in ammirazione è dire troppo poco. Aveva lo sguardo di un innamorato». A seguire, i colloqui bilaterali. Blair ha praticamente sequestrato il Presidente, portandolo nel suo studio per un incontro a quattr'occhi durato un'ora buona. «E questo rende bene quanto i due si trovino a loro agio insieme», ha commentato il portavoce della Casa Bianca Mike McCurry. «Non era previsto un colloquio a tu per tu. Invece, appena si è presentata loro l'occasione, hanno cacciato tutti via per starsene da soli». E di cosa hanno parlato? «Un misto di chiacchiere e politica», ha precisato McCurry dopo aver chiesto al Presidente. E Jim Steinberg, viceconsigliere per la sicurezza nazionale: «Pare che abbiano parlato molto dei rispettivi figli, delle difficoltà di tirarli su quando si è capi di governo, del comune desiderio di farli crescere normali e felici nonostante siano sempre sotto i riflettori». Ma è soprattutto sul piano politico che i due hanno interessi comuni. A cominciare dai problemi legati all'istruzione e alla riforma dello Stato sociale, due loro pallini. Flessibilità del mercato del lavoro, nuove tecnologie, nuove specializzazioni: anche a proposito di questi argomenti i due si entusiasmano. Blair ha parlato con toni enfati- mm ci di «una nuova generazione di leader, che predilige la ragione alla dottrina, indifferente alle ideologie». Insomma, il già noto Centro radicale di cui Blair aveva parlato durante la sua ultima visita a Washington. Clinton è stato più cauto. Non gli piace presentarsi al pubblico come il leader di una nuova generazione, e non solo per via dei capelli grigi. McCurry: «Il premier britannico ha calcato la questione generazionale in modo pesante durante le elezioni. Durante l'ultima campagna americana il Presidente scelse di non farlo. Su questo punto esiste una differenza tra i due». Anche perché Clinton vuole evitare che il suo ottimo rapporto con Blair sia visto da altri come privilegiato o addirittura esclusivo. E i suoi consiglieri hanno molto insistito nel ricordare che il Presidente ha ottimi rapporti con Jacques Chirac, Helmut Kohl, Boris Eltsin e, dopo la tappa all'Aia, anche con il premier olandese Wim Kok. A rendere il rapporto con Blair comunque «speciale» ci sono - oltre agli interessi in comune - la lingua, gli anni trascorsi a Oxford. E da ieri l'amicizia tra Hillary e Cherie, due avvocatesse che a quanto pare vanno d'accordo almeno quanto i mariti. Del re- sto la visita londinese dei Clinton è stata prolungata di un paio d'ore proprio per far spazio a ima breve birrata al pub seguita da una cena «à quatre» in un ristorantino francese, «Le pont de la tour», con vista sulla Torre di Londra. Andrea di Robilant Hillary Clinton e Cherie Blair Stessa generazione e stessa professione

Luoghi citati: Londra, Oxford, Washington