Dini ai 16: Slovenia e Romania subito nell'Alleanza Atlantica
Dini ai 16: Slovenia e Romania subito nelPAlleanza Atlantica DIFESA Al Consiglio di Sintra scontro con Washington sull'allargamento Dini ai 16: Slovenia e Romania subito nelPAlleanza Atlantica SINTRA. Slovenia e Romania devono rientrare a fare parte del primo gruppo di Paesi ammessi nella Nato, insieme con Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. A Sintra per il consiglio ministeriale Atlantico, Lamberto Dini ha difeso la posizione italiana, sottolineando che «la scelta dei nuovi membri non può essere basata solamente sulla loro idoneità individuale, ma su una valutazione strategica complessiva». «L'ampliamento deve essere un processo equilibrato a livello geografico», ha aggiunto il ministro degli Esteri italiano precisando che «non sarebbe facile giustificare l'esclusione di regioni che sono sia strategicamente cruciali che a rischio di instabilità». «E' negli interessi dell'intero equilibrio delle risorse di stabilità e sicurezza in Europa che anche la Slovenia e la Romania devono essere invitate a fare parte del primo round dell'ampliamento - ha quindi affermato Dini - la loro posizione strategica è di importanza cruciale, in particolare per la regione meridionale, i Balcani e oltre». L'allargamento dell'Alleanza Atlantica, che verrà varato l'8 e 9 giugno con il vertice di Madrid, è stato il principale tema della riunione ministeriale. Contro l'ipotesi di inserire tutti e 5 i paesi si è schierata però il capo della diplomazia americana Madeleine Albright, che si è pronunciata - adducendo ragioni di costi e di efficacia - per una prima apertura limitata a Praga, Budapest e Varsavia. Al termine della giornata i ministri degli Esteri hanno deciso di rafforzare il «dialogo» con sei paesi del Mediterraneo Sud - Egitto, Marocco, Israele, Tunisia, Giordania e anche la Mauritania - e di «migliorare la visibilità politica globale» dell'alleanza nell'area. L'Italia ieri ha anche bloccato la nomina dell'ex ministro degli Esteri spagnolo Carlos Westendorp come successore di Cari Bildt nell'incarico di Alto rappresentante per gli affari civili in Bosnia. Mentre fonti iberiche davano per scontata l'imminente investitura, il ministro degli Esteri Lamberto Dini ha spiegato ai colleghi della Nato che «sarebbe meglio prendere ancora un po' di tempo» e ricercare «una personalità di eguale statura politica» rispetto a Bildt. In un incontro con i giornalisti, Dini ha affermato che «i candidati proposti finora non soddisfano questa esigenza» di autorevolezza, resa ancor più importante dalla «complessità» della situazione in Bosnia, dove larga parte degli accordi di Dayton rimangono inattuati. Per il titolare della Farnesina vale l'esempio dell'ex cancelliere austriaco Franz Vranitzky, una personalità di spicco che sta svolgendo «un meraviglioso lavoro» per conto dell'Osce in Albania. Da parte italiana c'era stata una timida candidatura del presidente della Commissione Esteri del Senato Giangiacomo Migone ed era circolato anche il nome dell'ex ministro della Difesa britannico, Michael Portillo. [AdnKronos-Ansa]
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