Spunta un altro archivio segreto

Spunta un altro archivio segreto Scoperto dal giudice Rosario Priore. Forse si apre una pista mafiosa per il disastro del DC-9 Spunta un altro archivio segreto Dossier del Sismi su politici e rivelazioni su Ustica ROMA Ancora un elenco di politici spiati, saltato fuori da un archivio del Sismi, che risale al periodo 1979-1982, e coi nomi di sempre: Andreotti, Zaccagnini, Taviani, Pecchioli, Craxi, Martelli, Bisaglia, Forlani, Formica, fino all'attuale ministro della Difesa Beniamino Andreatta. C'è pure Silvio Berlusconi, che però all'epoca era ancora lontano dall'idea di entrare personalmente nell'agone politico. L'elenco - riferito all'ex colonnello del Sismi Demetrio Cogliandro - è stato trasmesso alla commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi dal giudice istruttore Rosario Priore, che sta ancora indagando sulla tragedia di Ustica. Ma la vera novità del materiale inviato da Priore alla commissione è un'altra, che non ha nulla a che vedere con l'archivio Cogliandro. Si tratta delle deposizioni che alcuni pentiti, di mafia e di altre organizzazioni malavitose, hanno fatto al magistrato sulle possibili cause della strage di Ustica. Deposizioni basate per lo più su dei «sentito dire», che forniscono versioni contrastanti sull'abbattimento del Dc9 dell'Itavia, il 27 giugno 1980. Di Ustica ha parlato, ad esempio, l'ex mafioso Francesco Di Car- lo, testimone nell'inchiesta sull'omicidio Calvi e al processo Andreotti, il quale - secondo le indiscrezioni che circolano sul contenuto del suo interrogatorio avrebbe riferito le confidenze ricevute nel carcere in cui era recluso a Londra, da un detenuto arabo di nome Hindawi. Secondo costui, l'abbattimento del Dc9 fu dovuto a un missile sparato durante un conflitto aereo che vedeva coinvolti i libici. Un'altra versione, in netto contrasto con la tesi del missile, è quella dei fratelli Cozzo-lino, due palermitani che parlerebbero di una bomba esplosa per caso e di una «pista mafiosa» per la paternità dell'esplosivo. Secondo la loro testimonianza - anche questa tuttora segreta, di cui si conosce qualche frammento - a bordo del Dc9 in volo da Bologna a Palermo saltò una valigetta contenente esplosivo. La pista mafiosa sarebbe confermata anche dagli interrogatori di altri due pentiti, Salvatore Conte e Francesco Elmo. Dall'insieme di queste testimonianze verrebbe fuori che a bordo dell'aereo c'era Salvatore Mafara, esponente di Cosa Nostra, che trasportava una valigetta di esplosivo proveniente dalla Svizzera. Il lavoro del giudice Priore prosegue ora alla ricerca di riscontri per valutare l'attendibilità di queste deposizioni. E prosegue anche sull'altro versante delle comunicazioni inviate alla commissione Stragi, il nuovo archivio parallelo del centro controspionaggio Sismi diretto tra il '79 e l'82 dal colonnello Cogliandro, oggi in pensione. Si tratta di una lista di pratiche - alla commissione sono stati trasmessi soltanto i titoli - che riguardano uomini politici, sindacalisti, magistrati, partiti, ed episodi ancora misteriosi come il caso Moro, l'omicidio Mattarella, Ustica, le ri- cerche all'estero dell'estremista nero Franco Freda o l'evasione del suo «collega» Giovanni Ventura. I dossier, rintracciati nella segreteria personale del centro controspionaggio, dovevano essere 613, ma ne restano appena 130 perché 483 risultano distrutti. Inoltre, Priore ha trovato un protocollo dove sono segnalati ben 2278 appunti raccolti, sempre sugli argomenti più svariati. Già all'inizio del '96, a casa di Cogliandro, i giudici trovarono un archivio della sua attività di informatore del Sismi, proseguita anche dopo la pensione. Questo invece si riferisce al periodo in cui l'ex colonnello era ancora in servizio. «Le acquisizioni di informazioni raccolte poi in dossier - scrive Priore nella sua relazione alla commissione - sul conto di uomini politici, partiti, magistrati, pongono questioni sulla loro legittimità. La raccolta di tali dossier, nella maggior parte distrutti, non dovrebbe rientrare in nessun caso nelle competenze del Sismi». H senatore e commissario verde Athos De Luca sostiene che le rivelazioni su questo archivio «confermano la necessità di una proroga dei tempi di lavoro concessi alla commissione Stragi». [gio. bia.] L'ex presidente del Consiglio Giulio Andreotti

Luoghi citati: Bologna, Londra, Palermo, Roma, Svizzera, Ustica