«Nessuno giochi con le cifre» di Cesare Martinetti

«Nessuno giochi con le cifre» «Nessuno giochi con le cifre» Bruxelles lancia moniti a Bonn ma non affronta la questione BRUXELLES DAL NOSTRO INVIATO I principi della contabilità sono «uguali per tutti» e valgono anche per la Germania, dice Yves-Thibault De Silguy, commissario europeo per le questioni monetarie, e dunque nemmeno Bonn può illudersi di «giocare con le cifre». Tuttavia qui a Bruxelles lo scontro tra Bundesbank e governo federale non ha ancora trovato una reazione ufficiale. L'assenza di una comunicazione formale alle istituzioni comunitarie sull'operazione «oro del Reno» ha consentito a De Silguy di rifiutare un «parere specifico» sulla questione. Dunque, apparentemente, la corsa verso l'unione monetaria non subisce rallentamenti. Sempre De Silguy ha sottolineato il fatto che l'impianto istituzionale dell'Euro è talmente strutturato da poter evitare contraccolpi. Secondo il commissario ci sono elementi oggettivi che lo garantiscono: «In primo luogo l'elevato grado di convergenza economica dei Paesi che faranno parte dell'Euro. Poi l'indipendenza della futura Banca Centrale Europea, che avrà come obbiettivo proprio la stabilità dei prezzi. E c'è infine il "patto di stabilità", già sottoscritto dai Quindici, che assicura il mantenimento del rigore di bilancio anche dopo l'entrata in vigore della moneta unica». Ma all'ostentazione ufficiale di tanta sicurezza è evidente che una nuova febbre corre per l'Europa. In poco meno di una settimana, dal vertice informale di Noordwijk di venerdì scorso a oggi, la temperatura della comunità ha subito due sbalzi che lasceranno Il commissario D e Silguy il segno: prima le eiezioni francesi e la sconfitta di Chirac, uno degli «architetti» di questa Europa; poi lo scontro interno tedesco dietro il quale molti vedono manifestarsi la tradizionale diffidenza della Banca centrale tedesca verso l'Unione monetaria. Un duello che indebolisce Kohl, l'altro pilastro dell'architrave comunitaria, che già pensa alla prova elettorale del '98. Il calendario, per ora, non subisce variazioni. Lunedì prossimo si troveranno a Lussemburgo i ministri degli Esteri; una settimana dopo quelli dell'economia che dovranno, tra l'altro, varare i bozzetti delle monete (nel senso di monetine metalliche) in cui saranno «battuti» gli spiccioli di Euro. La conferenza di Amsterdam a metà giugno dovrebbe concludere l'itinerario di definizione e approvazione del cosiddetto Maastricht 2, cioè il trattato politico e istituzionale con il quale la comunità si prepara ad allargarsi ai Paesi dell'Est. «L'agenda - ha detto il commissario per l'Industria Martin Bangemann - non è messa in discussione dal conflitto tedesco». Sulla questione tedesca, comunque, la commissione europea non potrà a lungo tenersi fuori continuando a discettare di formalismi e annunciando astrattezze tipo quella affermata ieri da De SÙguy: «L'ammissibilità o no di determinate operazioni contabili dovrà essere giudicata in base a criteri uguali per tutti i Paesi e non discriminatori». Il fatto è che la crepa tedesca sta allungandosi verso la moneta unica e tutti lo sanno anche qui, ma nessuno lo dice. Cesare Martinetti Il commissario De Silguy

Persone citate: Chirac, De Silguy, Kohl, Martin Bangemann, Yves-thibault

Luoghi citati: Amsterdam, Bonn, Bruxelles, Europa, Germania, Lussemburgo