«Tutti i diritti ai Savoia»

«Tutti i diritti ai Savoia» La Camera «Tutti i diritti ai Savoia» ROMA. I Savoia potrebbero tornare in Italia già dal 1° gennaio dell'anno prossimo. Ma sulla legge di modifica costituzionale che dovrà permettere il fatidico rientro si litiga in Parlamento. E, come spesso accade, più che sulla sostanza delle cose, ci si accapiglia sulla forma. Il primo colpo di scena, se così lo si può chiamare, si verifica alla Commissione Affari Costituzionali. Il relatore Domenico Maselli, della Sinistra democratica, annuncia di non voler adottare il testo del governo, ma quello del verde Pieroni. Nella Costituzione le norme che riguardano i Savoia sono contenute in tre commi: il primo vieta loro di risiedere in Italia, il secondo li priva dei diritti politici passivi e attivi (votare ed essere eletti), il terzo prevede la confisca da parte dello Stato italiano del loro patrimonio. Il testo «Prodi» ipotizza di abolire il primo comma, ma di lasciare in vigore gli altri due. Mentre la proposta Pieroni non solo prevede il rientro con pieni diritti politici, ma è formulata in modo tale che la norma costituzionale semplicemente decada dal momento che era una norma transitoria - fissando una data. E questa potrebbe essere il 2 giugno del '98, occasione solenne di celebrazione dei 50 anni della Repubblica, come ipotizza il deputato verde. O il 1° gennaio, come preferirebbe Maselli. «Si tratterebbe solo di compiere un gesto umanitario approfittando di una storica ricorrenza, senza abrogare nulla e dunque senza rinnegare le intenzioni dei padri costituenti», spiega il relatore, che fra l'altro è professore di Storia. E così facendo spera di riuscire a far breccia nelle resistenze che si annidano nella maggioranza: tra i repubblicani, in Rifondazione Comunista, ma anche nelle file del pds e dei verdi. Ed è proprio per non urtare la suscettibilità di molti che la proposta del governo, spiega ancora Maselli, è «volutamente minimale». E fa riferimento alle parole pronunciate dal presidente Scalfaro che, un anno fa, proponeva il rientro degli ex regnanti senza far cenno ad altri diritti. Parrebbe un gesto conciliante, quello del relatore. Ma così non viene letto dall'opposizione. «La posizione del governo è grave e vergognosa: consentirebbe ai Savoia di tornare in Italia con una sorta di visto turistico permanente», tuona il capogruppo dei Ccd Carlo Giovanardi, autore dell'unica proposta che abroga tutti e tre i commi, anche quello sui beni. Ma Giovanardi vede male anche l'ipotesi Pieroni-Maselli, «per una questione di principio». «I Savoia devono essere considerati alla stregua della famiglia Rossi. Non si può legare il }oro rientro a un anniversario. La maggioranza ha bisogno dei nostri voti, così non glieli concederemo mai». Sulla stessa onda An. Ma anche nella maggioranza ci sono voci discordanti. Per il capogruppo del ppi Mattarella, per esempio, «è giusto che possano votare, ma non essere eletti», mentre il verde Cento è drasticamente contrario alla proposta del suo collega. Maselli si dichiara «aperto a ogni soluzione» e sospira: «Alla fine vedremo chi vuole veramente far tornare i Savoia e chi no». Ma il tempo stringe: per rispettare la data del 1° gennaio la legge deve passare entro l'estate con due terzi dei voti. [m. g. b.]

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