I «dissidenti» dell'Ulivo sono in ritirata

I «dissidenti» dell'Ulivo sono in ritirata I «dissidenti» dell'Ulivo sono in ritirata E Cossiga telefona ai «prof» del Polo: attenti agli inciuci ROMA. Ma che fine hanno fatto i presidenzialisti dell'Ulivo? In Bicamerale si è giunti alfine ad una svolta (se sia decisiva o no è da discutere). E loro latitano, si macerano nel dubbio, arretrano, ci ripensano... Achille Occhetto, per esempio, sembra tornato a quell'antica ondivaghezza che i suoi avversari - interni ed esterni - gli attribuivano. Ieri al forzitalista Marcello Pera l'ex segretario del pds ha preannunciato: «Voterò per il semipresidenzialisroo». Il giorno prima, però, con alcuni colleghi dell'Ulivo, si era espresso con assai minor nettezza: «Io - è stato il ragionamento di Occhetto in quest'occasione - non vorrei prestarmi ad operazioni poco chiare. C'è il rischio che Berlusconi, prevedendo che alla fine passerà il premierato, stia già pensando di accordarsi con D'Alema su quella forma di governo. E a quel punto in che situazione mi troverei?». Dubbi di diverso tipo attanagliano il socialista Enrico Boselli. Ieri il segretario del «Si» ha ricevuto «avances» da entrambi gli schieramenti. Il Polo gli ha assicurato che, anche in caso di vittoria del sistema francese, non si farà il doppio turno quanto mai inviso ai piccoli partiti. L'Ulivo lo ha invitato a non fidarsi di quelle profferte. E lui, adesso, non sa più che fare. «Io - spiegava ieri sera Boselli a qualche amico - ho presentato una proposta semipresidenziale, per cui mi è difficile fare retromarcia. D'altra parte, la legge elettorale a doppio turno mi vede contrarissimo. Quelli del Polo lasciano intravedere la possibilità che non si faccia, però, si sa, sono inaffidabili. Quindi non sono af¬ fatto sicuro che voterò "sì" al sistema francese, no, penso che non 10 farò...». Fuori due. Anzi tre. Visto che la pidiessin-ulivista Claudia Mancina ieri ha spiegato che pur preferendo il semipresidenzialismo non pensa che il premierato sia da buttare. E il suo collega di corrente, Enrico Morando? Il Polo, in serata, dava per perso anche lui. Si è ingrossata la fila dei dubbiosi, di quelli che, probabilmente, al momento del voto non oltrepasseranno la barricata che divide il centro-sinistra dal Polo. Pure Stefano Passigli, senatore della sinistra democratica, è della partita. Ieri spiegava così la sua posizione: «Sono convinto - diceva - che 11 semipresidenzialismo sia il sistema più adatto a consolidare il bipolarismo, ma confermo che anche il premierato sarebbe com¬ patibile con tale fine, a determinate condizioni». Altro partito dell'Ulivo, altro dubbio. Natale D'Amico di Rinnovamento ancora ieri veniva dato per un presidenzialista convinto. Poi in serata è giunta una dichiarazione del portavoce di «Ri», Ernesto Stajano, che suonava più o meno così: «Noi siamo partiti dal sistema francese, ma siamo aperti ad un confronto libero e senza pregiudizi anche su altre soluzioni». In compenso, il laburista Valdo Spini fino a ieri pomeriggio era fermo sul semipresidenzialismo. Proprio mentre nello schieramento dell'Ulivo vanno intiepidendosi alcuni ammiratori del sistema francese, un presidenzialista autentico quale è Francesco Cossiga - che oggi parteciperà alla convention dei sostenitori dell'elezione diretta del Capo dello Sta- to - si sta dando un gran da fare per scongiurare l'accordo al ribasso in Bicamerale. L'ex Presidente della Repubblica, in questi giorni, telefona ai membri dei vari sottocomitati della commissione con cui ha rapporti amicali per convincerli a bocciare le diverse bozze in discussione, non solo quella sulla «forma di governo». Uno dei destinatari di questo appello è stato Pera, che l'altro giorno si è sentito chiedere a bruciapelo da Cossiga: «Professore, non vorrà certo approvare un documento così brutto come quello Boato?». Maria Teresa Meli ■-■>>. Achille Occhetto

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