le proteste dei residenti di Maurizio Tropeano
le proteste dei residenti le proteste dei residenti In corso Regina come a Borgo Dora L'ultimo episodio è dell'altro ieri. Sono le 19, in corso Regina Margherita, nel tratto tra piazza della Repubblica e via Ariosto, un gruppo di nigeriani ferma una Peugeot 205 guidata da un marocchino. Dicono che era loro. C'è un tafferuglio, con lancio di bottiglie, spostamento di container per impedire che la vettura possa ripartire. «Dopo 40 minuti arrivano le auto di carabinieri e polizia, controllano, ma non intervengono», dicono gli abitanti in una lettera inviata ieri al prefetto e al questore. Alcuni residenti scendono in strada per protesta. Verso le 21 è tutto sedato, polizia e carabinieri rientrano in caserma. E i nordafricani «riprendono possesso del controviale». La lettera è una pesante denuncia: «Noi abitanti non ci sentiamo più protetti da questo tipo di interventi e dalla linea di condotta adottata per il controllo di questa parte del territorio in quanto i blitz non sono sufficienti e servono solo per arrestare alcune persone che vengono rapidamente rimpiazzate». Con il coordinamento dei comitati spontanei, i residenti chiedono «una continua pre¬ senza» di agenti «nella forma di ronde» o in altra forma efficace. I comitati spontanei stanno diventando sempre più rappresentanti ufficiali dei residenti e degli operatori dei quartieri difficili. L'ultimo è nato il 23 maggio, si chiama «Borgo Dora», ha lo scopo di «tutelare i diritti di questa comunità migliorandone la qualità della vita». Vi aderiscono oltre quattrocento famiglie. Nel darne informazione al sindaco, al prefetto e al questore, il presidente Clara Spada scrive: «Nonostante il maquillage preelettorale, al Balon, e precisamente sulle rive della Dora, nel giardino di fronte al Sermig, la situazione è ulteriormente peggiorata. L'abusivismo, la nùcromirunalità, lo spaccio sono i veri padroni incontrastati del territorio. Le regole e le leggi comunali per ripristinare la legalità ci sono. Ma manca la volontà di far rispettare la legge. Non possiamo dar colpe ai vigni o alle forze dell'ordine che si espongono in prima persona. Noi riteniamo responsabili di ciò chi ignora di proposito questa situazione». be ai piedi del Rocciamelone. E sono andati distrutti un ripetitore della Mediaset e una trivella che lavora per l'Alta Velocità. Gaspare Giai, sindaco di Chianocco: «Ci hanno tagliato i cavi a fibre ottiche, siamo rimasti senza comunicazioni per ore». Franco Favro, sindaco di Mompantero: «Abbiamo trovato volantini firmati "Valsusa libera"». Roberto Barbon, sindaco di Bruzolo; «Ci hanno messo una bomba, alla cabina della ferrovia». Enzo Vair, sindaco di Giaglione: «E accanto, l'insicurezza della gente, i furti nelle case». Aumentano gli stranieri, si è fatto forte l'insediamento degli albanesi. Prefetto e questore hanno fatto tante domande e hanno ascoltato le valutazioni e le considerazioni dei sindaci sui vari attentati. «E' gente che conosce bene le nostre terre e le persone», hanno detto tutti. Perché quella tensione? Il sindaco di Susa: «L'Alta velocità è uno dei problemi della nostra valle. Ora è diventato il problema. Ci sono troppe tensioni. Chi si oppone evidenzia i danni che la struttura porta all'ambiente». E poi ha aggiunto: «C'è ancora troppa confusione: non si conoscono i percorsi, qualcuno parla di centinaia di case da abbattere. Chi non sa teme mali maggiori di chi è preparato, informato», [e. m] Maurizio Tropeano
Persone citate: Clara Spada, Enzo Vair, Franco Favro, Gaspare Giai, Roberto Barbon
Luoghi citati: Bruzolo, Chianocco, Giaglione, Mompantero
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