Tonkov può ancora riposare

Il Giro d'Italia riparte senza grossi pericoli per la maglia rosa Il Giro d'Italia riparte senza grossi pericoli per la maglia rosa Tonkov può ancora riposare Un'altra tappa su misura per Cipollini UtJIlU LIDO PI CAMAIORE DAL NOSTRO INVIATO Ieri il Giro ha riposato. La maglia rosa Pavel Tonkov ha riposato dopo una stremante fatica: in dieci tappe ha dovuto rispondere una volta, dicesi una, agli attacchi dei rivali. I quali hanno anch'essi riposato dopo essersi fieramente astenuti dal disturbare il russo silente sui terreni che meglio si adattavano al caso. La Costiera Amalfitana, il Chiunzi, Campo Tenese, neppure presi in considerazione: il Sud semplicemente ignorato. Attendono tutti le grandi montagne. C'è del masochismo in questa corale attesa: le somme vette le attendono, infatti, anche quelli che lassù vengono puntualmente bastonati. lbrià idi gDue celebrità indigene presentava al via l'ottantesimo Giro: Pantani e Cipollini. Resta Cipollini. Sia chiaro: il ciclismo italiano va ad affrontare il Breuil, il Pordoi, il Tonale, il Mortirolo avendo in Mario Cipollini, velocista, l'unico corridore che i tifosi e non soltanto loro, riconoscano, amino e prendano d'assalto tumulandolo sotto un mare di quaderni e taccuini per autografi. Qual è il significato di questa situazione che esalta esclusivamente il ciclonico sprinter, anni 30, da Lucca? Il significato è che Gotti, Piepoli e Zaina debbono comprendere che nella valle di lacrime e di pretese in cui ci troviamo o ci si batte accanitamente per vincere o non si è nessuno. Tonkov emette alcuni suoni che in sostanza dicono: sento mormorare che la mia squadra farebbe ridere. E se avessimo giocato al risparmio pensando ai tormenti montani? I miei compagni che non avete visto da Venezia a Lido di Camaiore, li vedrete in seguito. Il fatto sarebbe rilevante se gli antagonisti del russo possedessero le corazzate. Non le possiedono. Sull'aereo che portava i corridori a Pisa, la sola preoccupazione di Tonkov era di mangiare una pizza appena giunto a destinazione. Bramava la pizza: del resto gliene importava meno di niente. il Fi i dll pGiancarlo Ferretti, tecnico della M.G., un fuoriserie della materia tattico-strategica, ha ai suoi ordini un campione come Michele Bartoli, vincitore di un Fiandre e di una Liegi-Bastogne-Liegi, ma Bartoli se l'è conservato per il Tour. Fosse stato qui, Bartoli non avrebbe certo puntato a conquistare il Giro, lo avrebbe però innervato d'interesse, perché è uno che duella, che smuove, che provoca. E ciò che vale per Bartoli, vale per Jalabert e per Zulle che della caccia al rosa se ne infischiano. Ferretti ci offre un'analisi sconsolata e sconsolante: «Il Giro è disegnato come se fosse una gara di primaria importanza, logoranti percorsi, dure sauté. Chi punta a vincere il Tour non può permettersi di arrivarci sfibrato. Se il Giro non riduce le sue difficoltà, se non ammorbidisce i suoi tracciati, è perduto, costretto a diventare un modesto festival di comprimari». Trasformare il Giro in una sorta di TirrenoAdriatico preparatrice della Milano-Sanremo? «Il Giro», dice Ferretti, «si salva a un'unica condizione: scenda dall'alto della sue presunzioni e accetti il ruolo di trampolino di lancio per il Tour. Se 10 accetta, ritroverà i campioni che l'hanno abbandonato, altrimenti finirà in un deserto». Oggi la corsa riprende con i 159 chilometri del circuito di Camaiore. Chi è il favorito? Cipollini. Il quinto successo gli spetta: la Versilia è la sua terra di divertimento balneare e velocistico. Poi, via verso Varazze. Ci saranno da scalare 11 passo del Faiello, e il Monte Beigua a 21 chilometri dal traguardo. Tappa da fucilate. Gotti, Piepoli Zaina, avete capito? «Lo hanno capito eccome», dice il vecchio Italo Zilioli, «ma la buona volontà mica basta. Ci vogliono le gambe». Tonkov ha mangiato la sua pizza, è soddisfatto e pronto. Gianni Ranieri Così la classifica: 1. Tonkov (Rus) in 45h57'16", media 38,884 kmh; 2. Leblanc (Fra) a 41"; 3. Gotti (Ita) a VOI"; 4. Petito (Ita) a l'09"; 5. Paulan (Ita) a l'39"; 6. Noè (Ita) a l'43"; 7. Coppolillo (Ita) a l'49". Oggi il Circuito della Versilia: via alle ore 13,15 al Lido di Camaiore, da percorrere tre volte un tracciato di 53 km, pari a km 159. MONACO DAL NOSTRO INVIATO Il Pallone d'Oro Sammer è ancora e sempre afflitto da dolori alla schiena; l'ex Sousa è carico, oltre che di rancore contro la Juve, di problemi al ginocchio destro, gli stessi che l'hanno costretto a giocare solo 10 partite di campionato, e mai intere. Lambert, lo scozzese maratoneta di centrocampo, lamenta fitte ai muscoli delle gambe, il vecchio Kohler ha una caviglia ballerina, il capitano Moeller un polpaccio acciaccato. Così recita il bollettino medico dei borussi e non sembra spacciare bugie, quelle ormai entrate a far parte della pretattica. Effettivamente il Dortmund è squadra di «mezzi rotti» dopo essere stata, in aprile, squadra di riserve quando nove titolari erano fuori uso. Solo jella maxima una simile falcidia? Forse no, dato che, in vista della battaglia finale della Champions League, tre settimane fa i campioni (uscenti) di Germania hanno assunto il dottor Liersen, medico della Nazionale, e messo in un cantuccio quello sociale. Un'idea provvidenziale: gli infortunati sono guariti, almeno alla bell'e meglio. In tali condizioni non c'è da meravigliarsi se Ottmar Hitzfeld, nella conferenza stampa della vigilia, evoca un nome che nel clan borusso suona come prezioso talismano: quello di Felix Magath, l'amburghese eversore della Juve 14 anni fa. Strologa il condottiero dei gialloneri di Westfalia: «Gli italiani sono favoriti, ma lo erano anche ad Atene, nel 1983. Però, quella notte, Felix Magath capovolse il pronostico... Speriamo di trovare anche noi, qua, sul campo amico di Monaco, il nostro Magath». Nel ripetere il nometalismano, il generale teutone CICLISMO