Una signora con grinta di Giorgio PestelliOsvaldo Guerrieri
Ha ridato lustro e passione a un ente scosso dalle polemiche Ha ridato lustro e passione a un ente scosso dalle polemiche Una signora con grinta PER farsi un'idea di quanto sia stata vantaggiosa per il Teatro Regio la sovrintendenza di Elda Tessore bisogna ricordarsi lo stato in cui l'aveva ereditato: l'«Aida» interrotta fra le proteste, l'orchestra e il coro in agitazione, pubblico distaccato, stagioni ricche di idee realizzate male. La Tessore si è rimboccata le maniche e ha lavorato sodo e mentre si adoperava a pareggiare un bilancio in deficit doveva intanto nominare un nuovo direttore artistico: con coraggio e intelligenza, ha fatto di testa sua e ha avuto ragione, portando a Torino Carlo Majer e lasciandogli piena libertà di scelte artistiche. I risultati si sono visti presto, con la ((Dannazione di Faust» di Berlioz (già programmata, salvo errore, dalla gestione precedente) e lo splendido «Caso Makropulos» di Janacek che attirano attenzione internazionale sul Regio: regìe di Ronconi, d'accordo, ma non basta, come si è visto nella stonata «Figlia del Reggimento»; piuttosto, ecco gli spettacoli in collaborazione col Covent Garden di Londra, il memorabile «Sogno» di Britten, il «Mitrida¬ te» di Mozart, «I maestri cantori» assenti da decenni, il grande «Boris» di quest'anno, e poi le opere rare di Massenet e i sondaggi nel teatro leggero, sempre disertato in Italia: merito di Majer? Certo, ma anche dell'iniezione di fiducia, della serietà e del dinamismo impressi dalla Tessore. E poi i grandi successi televisivi, con la «Bohème» del centenario e l'«Otello» diretto da Abbado che espugnano la ((prima serata» e il discusso, ma necessario restauro acustico della sala; cose note a tutti, ma io voglio insistere sul netto miglioramento di orchestra e coro, sulle compagnie vocali equilibrate, sull'investimento culturale delle stagioni e ancora sul tessuto sottostante di affezione al lavoro che ha rinnovato l'immagine del Regio. Le solide basi poste da Elda Tessore allontanano il timore, comprensibile sulle prime, che questo corso possa essere compromesso dalle sue dimissioni; ma non attenuano il dispiacere di non vederla più al timone del Regio. Giorgio Pestelli Osvaldo Guerrieri
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