Voli a rischio fino a stasera

Voli q rischio fino a stasera Voli q rischio fino a stasera S'accende il confronto sui poteri di Bankitalia Sarcinelli: «Toglietele la vigilanza». Nesi eMarzano contrari ROMA. La febbre delle riforme arriva anche a via Nazionale e nella settimana delle considerazioni finali decolla il dibattito sul ruolo futuro della Banca d'Italia. Lo ha innescato lunedì Mario Sarchielli, presidente della Bnl ed ex direttore generale del Tesoro, che ha sottolineato l'opportunità di togliere all'istituto di emissione il suo potere di vigilanza sulle aziende di credito. Ieri ne hanno parlato gli uomini del Polo, divisi fra cautamente contrari (Martino e Marzano) e decisamente favorevoli (Brunetta). Ma anche Rifondazione (Nesi) boccia l'idea. La teoria di Sarcinelli, fondata anche sul recente esempio inglese (il premier Blair ha trasferito i poteri al Securities and Investment Board), è che debba essere un solo organismo a vegliare su tutti gli intermediari finanziari, bancari o non bancari. Questo, soprattutto in considerazione che le aziende di credito realizzano la maggior parte dei loro profitti con operazioni di carattere finanziario. «Debbo studiare la proposta - ha commentato ieri Antonio Martino, esponente economico di spicco di Forza Italia, in piena sintonia con quanto dichiarato dal collega Antonio Marzano -; in ogni caso, delle funzioni della Banca d'Italia mi sembra che la vigilanza sia ormai quella principale perché, specialmente se decolla l'euro, la banca smette di essere l'istituto di emissione. A questo punto deve trovare una giustificazione per la sua esistenza». Per l'ex nnnistro, «se togliamo anche la vigilanza, possiamo trasformare la Banca d'Italia in una direzione generale del Tesoro». Di segno opposto il parere di Renato Brunetta, economista ora candidato sindaco del Polo a Venezia. Eliminare le funzioni di vigilanza dal novero Il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio Il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio delle mansioni della Banca d'Italia, ha affermato, «farebbe bene al sistema creditizio e alla stessa banca centrale». Il motivo? «Il sistema bancario italiano ha un atteggiamento di totale sudditanza nei confronti dell'istituto di emissione e la Banca d'Italia non è stata elemento di modernizzazione del sistema bancario nel quale hanno prosperato sprechi e monopoh. Quindi sarebbe meglio rompere questo rapporto perverso da padre-padrone che la lega ai singoli istituti e affidare al mercato stesso, ad una società appositamente costituita, i compiti di vigilanza». «Avrei molti dubbi - ha commentato il presidente della commissione industria della Camera, Nerio Nesi, interve¬ nendo alla presentazione del libro «Oltre i Bot» di Glauco Maggi e Edmondo Rho - sulla opportunità di togliere alla Banca d'Italia l'attività di controllo sugli istituti di credito. E' stato detto che nessuno scandalo è mai stato visto attraverso la vigilanza della banca centrale, però - ha aggiunto - non sappiamo quanti scandali siano stati evitati». Aperto sul fronte della vigilanza anche il problema dei controlli previsti dalla legge Dini per le fondazioni bancarie. La Banca d'Italia ha affermato ieri di ritenere «inopportuna la coesistenza di due distinte autorità». Pertanto, via Nazionale afferma che dovrebbe essere il ministero del Tesoro a vigilare sulle fondazioni bancarie anche dopo che queste abbiano venduto la propria quota nella banca controllata. Soltanto quando l'intero processo di dismissioni sarà completato, i compiti del ministero potranno essere sostituiti con un'altra autorità che vigili su tutte le fondazioni, anche quelle di matrice non bancaria.

Luoghi citati: Roma, Venezia