fisco giro di vite contro l'evasione
Il governo riorganizza la sua azione. Niente più Fiamme gialle allo stadio e via all'anagrafe dei conti correnti Il governo riorganizza la sua azione. Niente più Fiamme gialle allo stadio e via all'anagrafe dei conti correnti fisco, giro di vite contro l'evasione Ogni anno spariscono 250 mila miliardi di imposte ROMA. Niente Juventus. Niente Inter. La domenica non devono più andare allo stadio i finanzieri. Non è però una punizione: la guardia di finanza non dovrà dedicarsi agli incontri di calcio, ma a un'altra più difficile partita, quella contro gli evasori fiscali. «E' uno spreco di risorse - spiega il ministro delle Finanze Vincenzo Visco - impiegare personale specializzato in sofisticate indagini tributarie per la sorveglianza degli stadi o per azioni di ordine pubblico». Visco e il comandante generale della guardia di finanza, Rolando Mosca Moschini, hanno affrontato la questione in un vertice con il presidente del Consiglio Romano Prodi dedicato alle iniziative contro chi non paga le tasse, un esercito che per i superispettori del fisco froda allo Stato 250 mila miliardi l'anno. Il vertice si è svolto a Palazzo Chigi in un clima di segretezza: solo ieri si è appreso dello svolgimento benché si sia tenuto lunedì, prima dell'incontro fra il governo e i segretari della maggioranza sul documento di programmazione economica. E nella maggioranza c'è chi, come il segretario di Rifondazione Fausto Bertinotti, lamenta l'assenza di un «salto nella riduzione dell'evasione». Ma Visco vorrebbe evitare proclami su un problema storivo dell'Italia. E' stato lui stesso a far presente: «La lotta all'evasione va fatta e non declamata anche perché le declamazioni hanno l'effetto di rinvigorire il partito degli evasori fiscali». E così il ministro nel vertice ha compiuto una ricognizione degli strumenti disponibili, da modificare o da adottare. La concentrazione della Finanza sulla missione fondamentale di polizia tributaria e il conseguente alleggerimento dell'impegno nella difesa dell'ordine pubblico procedono parallelamente alla riorganizzazione degli uffici: il personale dovrà essere gestito più razionalmente. La discussione ha riguardato le risorse umane, ma anche quelle tecniche. Visco intende istituire l'anagrafe dei conti correnti bancari. Glielo consente una legge del 1991, rimasta finora non applicata per le resistenze delle banche che hanno trovato ascolto al ministero del Tesoro e alla Banca d'Italia. Visco ha ricordato nel corso del vertice (al quale hanno partecipato anche i sottosegretari Enrico Micheli e Arturo Parisi e i responsabili delle finanze per le entrate e gli accertamenti, Massùno Romano e William Rossi) che 0 segreto bancario è ormai abolito e che verrebbe tutelata la privacy dei cittadini. L'anagrafe dei conti correnti appare molto utile: una volta istituita, chiunque dovesse compiere un'indagine conoscerebbe in pochi secondi l'esistenza dei conti intestati a un soggetto. Non ci sarebbero più gli attuali tempi lunghissimi imposti dalla ricerca banca per banca. Più in generale è impostata la riforma della Sogei, l'anagrafe tributaria. Si stanno estendendo i collegamenti a banche dati esterne. L'incrocio dei dati del fisco con quelli dell'Inps e dell'Enel è già operativo; manca il collegamento con le informazioni della Telecom. E in futuro la Sogei non sarà più organizzata per imposte ma per contribuente. Quindi a ogni nome corrisponderà la sua intera storia fiscale, non più spezzettata in «scaffali» diversi del grande cervellone tributario. Oltre agli strumenti tecnici, potrebbero cambiare quelli legislativi. Visco ipotizza la riforma della legge «manette agli evasori». Una commissione mista formata dalle Finanze e dal ministero della Giustizia sta studiando la riforma delle norme penali tributarie. Molti reati potrebbero essere depenalizzati, ma diventerebbe meno difficoltoso il recupero dell'evasione, finora modesto: secono il sottosegretario al Bilancio Giorgio Macciotta lo scorso anno «sono arrivati 15 mila miliardi dalla lotta all'evasione e dalle norme anti elusione varate dal governo». Evidentementre sfuggono al fisco somme colossali: Visco ha illustrato la direttiva generale che prevede il 40% di controlli in più, ha annunciato l'esame in pochi mesi delle dichiarazioni dei redditi, ha assicurato il rafforzamento della lotta all'evasione contributiva e vuole il ritorno del redditometro per confrontare guadagni e consumi. Gli evasori devono preoccuparsi davvero? Roberto Ippolito IRPEF-INPS LE STIME. 250.000 miliardi evasi ogni anno: dieci volle, cioè, la prossima Finanziaria ed il 12% del prodotto interno lordo. LA TORTA. E' fatta di 180 mila miliardi di imposte dirette non pagate, di quasi 23 mila miliardi di tasse su immobili e terreni e da una frode di 51 mila miliardi sull'iva. L'IVA. La «base imponibile» iva non dichiarata, cioè i guadagni non denunciati, ammonta, secondo lo studio del Secit, a quasi 360 mila miliardi all'anno, una cifra pari a più della metà degli oltre 660 mila miliardi che invece sono dichiarati al fisco. A sparire nel nulla, insomma, sarebbe un terzo dei guadagni fatti.
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