Banca Popolare è guerra di Valeria Sacchi

Milano: procura solidale con il pm attaccato dall'ex presidente Schlesinger Milano: procura solidale con il pm attaccato dall'ex presidente Schlesinger Banca Popolare, è guerra Scontro giudici-indagati dopo il suicidio MILANO. Bilanci falsi per non aver contabilizzato in modo corretto i crediti incagliati, 150 miliardi di «sofferenze» occultate, meccanismi di controllo insufficienti e tardivi. Per uno degli imputati, Michele Mennoia, accuse di speculazioni sui titoli della banca e per un altro, Piero Schlesinger, l'imputazione per «conflitto di interessi». Di questo ed altro parlano le 380 pagine con le quali, alla fine di una lunga istruttoria sui bilanci della Popolare di Milano, il pm Riccardo Targetti chiede il rinvio a giudizio di 23 persone. Un'inchiesta che tra «stop and go» dura da cinque anni, e che ha avuto pochi giorni or sono un risvolto drammatico nel suicidio di un ex vicedirettore, Roberto Solito. E che ora, arrivata alla fase conclusiva, sta sollevando un vero e proprio pandemonio. Mentre la procura viene messa sotto accusa dai legali di alcuni imputati per non aver fornito tutto il materiale accusatorio, una parte del quale è già finito sui giornali, ecco l'imputato più illustre, Piero Schlesinger, partire all'attacco di Targetti attraverso una lettere al Corriere della Sera. Immediata la reazione dei magistrati della Procura che, ieri, si sono schierati a fianco di Targetti esprimendogli «profonda stima e solidarietà senza riserve». L'autore della lettera al Corriere, scrivono i giudici, «nel solco dell'ormai diffusa abitudine di molti imputati di portare attacchi personali ai magistrati titolari delle indagini, si diffonde in gratuite insinuazioni personali nei confronti del dottor Targetti, chiaramente finalizzate a screditarlo professionalmente». Nella lettera, Schlesinger ri- La sede della Banca Popolare di Milano della quale è stato vice direttore Solito L'ex numero uno: Già nel 1989 Bankitalia «Quel magistrato ce l'ha sottolineava alcune con me perché suo padre deficienze nei sistemi fu silurato dai vertici» di controllo dell'istituto cordava di aver a suo tempo chiesto a Targetti di astenersi dal portare avanti questa inchiesta, in quanto figlio di un ex vicepresidente della Popolare, a suo tempo «escluso dal consiglio di amministrazione dopo ben 25 anni di permanenza, ed escluso altresì da un progetto di pensione straordinaria». E morto poco dopo, lasciando a carico della moglie e dei figli «molti debiti». Concludono i colleghi di Targetti ricordando che «Targetti è un magistrato noto per la sua preparazione, per la correttezza umana e professionale, nonché per la discrezione che ispira i suoi comportamenti». Al di là di queste pesanti schermaglie, ad agitare i sonni dei molti coinvolti nella vicenda Bpm sono le 2500 pagine che riassumono una stemùnata perizia (60.000 pagine) condotta dal consulente tecnico della procura, Gian Gaetano Bellavia. E che ha consentito a Targetti le conclusioni e le richieste dirinvio a giudizio. di i gLa mega documentazione, infatti, ricostruisce i sofisticati meccanismi cui ricorrevano gli ex anirninistratori della Popolare presieduta da Schlesinger per ridurre gli accantonamenti ai fondi rischi, uno sconto stimato in 600 miliardi. Il risultato era di far emergere un utile maggiore, parte del quale (per statuto della banca), andava ai dipendenti soci che sono anche coloro che eleggono il consiglio e quindi gli amministratori. Del resto, che su sofferenze e incagli la Popolare non fosse all'avanguardia, lo testimonierebbe una ispezione di Bankitalia che, già nel 1989 sottolineava la sostanziale inefficienza dei sistemi e strumenti di controllo dei rapporti tra banca e creditori. Per quanto riguarda l'accusa a Schlesinger di conflitto di interessi sui fidi al gruppo Ferruzzi in presenza di un suo coinvolgimento professionale con la famiglia ravennate, l'indagine avrebbe portato alla luce ben 80 delibere del comitato finanziamenti di Bpm nelle quali egli mai si astenne. Interrogato da Targetti, egli ha dichiarato: «Quanto ai rapporti professionali, non ho mai assistito Raul Gardini». Mentre, viceversa, egli aveva una «procura generale» da parte dell'intera famiglia Ferruzzi, come riferisce Alessandra Ferruzzi. Valeria Sacchi

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