Disegno di legge carte d'identità senza imposta di bollo

Disegno di legge Disegno di legge MILANO. «Non se ne vada, abbiamo bisogno di lei», è il messaggio che arriva dall'infaticabile popolo dei fax sulla scrivania di Francesco Saverio Borrelli. Dopo 10 anni, il procuratore capo di Milano ha chiesto di lasciare l'incarico per diventare presidente di corte d'appello, come suo padre. «E' una mia normale aspirazione professionale», spiega Borrelli, che negli ultimi anni più volte ha cercato di lasciare la plancia di comando della procura milanese. Senza mai riuscirci, ma ogni volta sono state fior di polemiche. «Chi scrive che il pool si sta sfaldando, scrive balle», taglia corto Gerardo D'Ambrosio, procuratore aggiunto, il numero due della procura. E spiega: «Se lui se ne va, io resto. Ma mi sa tanto che qui ci rimaniamo tutti e due ancora per un bel pezzo. Per andare in pensione ci mancano cinque anni, "hanno d'aspetta"...». Contro la richiesta di Borrelli si scaglia per primo Carlo Taormina, difensore di molti imputati di Tangentopoli. La sua è una critica senza mezze misure: «Sarebbe grottesco trovare Borrelli che giudica processi in cui, come procuratore capo, ha svolto il ruolo di accusatore». In linea con Taormina c'è Tiziana Maiolo, parlamentare di Forza Italia. Ma è ancora Gerardo D'Ambrosio che smorza i toni, anche se sono in molti all'interno del pool che vorrebbbero andarsene. Da Piercamillo Davigo che sogna di finire in appello a Ilda Boccassini che vorrebbe tornare ad occupar-

Persone citate: Borrelli, Carlo Taormina, Gerardo D'ambrosio, Ilda Boccassini, Piercamillo Davigo, Saverio Borrelli, Tiziana Maiolo

Luoghi citati: Milano, Taormina