L'opposizione allo stadio
L'opposizione allo stadio L'opposizione allo stadio sce bene l'importanza del momento: c'è chi accorre allo stadio con tutta la famiglia, c'è chi ha paura e preferisce restare a casa, oppure soffermarsi poco lontano, per esserci senza rischiare. I motivi di tensione non mancano: vengono dai furgoni del Shi che, con le sirene spiegate, cominciano a fare caroselli intorno allo stadio. Dentro, la gente sul prato e sugli spalti è disciplinata, attenta. Non manca l'entusiasmo di chi può finalmente urlare, per la prima volta, la sua fede politica. Dal palco Fatos Nano non lesina le parole: parte all'attacco, violentissimo. Berisha è un nemico del popolo, Berisha è un dittatore, Berisha si è arricchito sulla pelle della gente, Berisha ha coperto l'attività delle finanziarie che hanno impoverito metà del Paese. E l'urlo della folla, compatto, diventa una minaccia di morte: «Berisha ti impiccheremo». Poi Nano difende con forza le nuove richieste del suo partito: libero accesso alla televisione di Stato, chiusura dei seggi anticipata, un più serio controllo dell'Osce, l'immediata revoca dello stato di emergenza. Richieste sostenute con grande vigore, da chi già sa del fallimento dell'incontro svoltosi nel pomeriggio fra i partiti della tavola e il partito democratico. Non c'è Fino, che non sembra amare la piazza. Ma la gente non sembra neppure accorgersene. [a. e]
Persone citate: Berisha, Fatos Nano, Fino
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