Il sonno dei mostri atomici

Il sonno dei mostri atomici Il sonno dei mostri atomici Anatomia dell'arsenale ex sovietico I giganti intercontinentali non sono mai stati rivolti in nessuna direzione Era previsto che fossero istruiti sulla destinazione al momento del lancio noi alla salvezza? Ma forse Boris Eltsin non intendeva dire quello che ha detto. Forse - come il suo portavoce Jastrzhombskij ha cercato di chiosare - intendeva dire che i missili strategici russi, i giganti intercontinentali, i mostri balistici che si muovono su rotaie per sfuggire ai missili americani, verranno tolti tutti dal loro «assetto di combattimento». Cioè che, come la fantasia popolare riteneva ai- tempi della guerra fredda, quei missili non saranno più puntati su qualcosa. Se ne resteranno a sonnecchiare nei loro silos, sui neghittosi vagoni ferroviari speciali, sui silenziosi sommergibili nucleari, senza sapere dove andare, senza istruzioni, armati ma ciechi. Purtroppo però la fantasia popolare non era bene informata. Poiché i missili strategici non sono stati mai puntati da nessuna parte. Semplicemente era previsto, allora come oggi, nel pieno della guerra fredda come dopo la sua fine, che i missili venissero istruiti, informati della loro destinazione, inviati sul bersaglio, solo al momento del lancio. Qualcuno ricorderà ancora il meccanismo che Stanley Kubrick descrisse magistralmente nel «Dottor Stranamore». Il pilota texano sul B-52 apre le buste fatali che contengono i codici segreti, quando è ormai tagliato fuori da ogni comunicazione con la base. Solo allora scoprirà dove andrà a cadere la sua bomba sventolando il cappello da cow-boy. Il film era comico, ma lo scenario era stato studiato alla perfezione. Quello russo non era né molto diverso né meno pazzesco. Ed è rimasto tale fino ai nostri giorni. E allora non resta che concludere che o Eltsin ha detto una cosa senza né capo né coda, oppure ha promesso il disarmo nucleare unilaterale della Russia. Che è un'ottima notizia, s'intende, della quale non finiremo mai di ringraziarlo. Sempre che sia vera. Che a questo condurrebbero entrambe le varianti interpretative: quella dello smantellamento delle testate, e quella della distruzione di tutti i codici, dei chip elettronici, dei circuitini dei computers. Forse è per questo che Boris Eltsin ha licenziato nei giorni scorsi il generale Rodionov da ministro della Difesa appena dopo averlo fatto dimettere dall'esercito per poter finalmente esibire il primo ministro «civile» da mille anni a questa parte. Rodionov non conosceva bene tutti quei codici, quei chip. Il generale Sergheev, nuovo ministro della Difesa, di nuovo con le spalline stellate, era proprio quello che ci voleva: era il comandante delle forze missilistiche strategiche. Meglio di lui chi potrebbe smantellarle? O forse la spiegazione è un'altra. Boris Eltsin si dev'essere guardato attorno, a Parigi, provando un improvviso orgoglio. Un vertice Nato-Russia convocato appositamente per lui. Eccoli qui tutti questi presunti «Grandi». Allargano la Nato, è vero. Ma sono corsi qui tutti per placarlo, per chiedergli scusa. Eccoli qui tutti ai suoi piedi. Eltsin deve loro all'incirca 125 miliardi di dollari, tanto è il debito estero della Russia, ma loro gli tributano il loro rispetto. Come non fare loro un piccolo regalo?

Persone citate: Boris Eltsin, Eltsin, Rodionov, Sergheev, Stanley Kubrick

Luoghi citati: Parigi, Russia