Welfare vertice segreto governo-sindacati
Prodi afferma di voler intervenire sulle pensioni nonostante il no di Rifondazione Prodi afferma di voler intervenire sulle pensioni nonostante il no di Rifondazione Welfqre, vertice segreto governo-sindacati Tagli ridotti a 6 mila miliardi, giallo sulla manovra-ter zione completa pubblici-privati, l'aumento dei contributi per gli autonomi. Per le pensioni di anzianità, su cui il no di Fausto Bertinotti è stato totale, la determinazione a intervenire c'è; pur se qualcosa potrebbe essere concesso ai sindacati. I tecnici stanno studiando una terza ipotesi, intermedia tra le due finora circolate: nel settore privato, non si penserebbe più a rallentare obbligatoriamente le uscite (quindi nel '98 si potrebbe ancora lasciare con 53 anni di età e 35 di contributi) ma a disincentivarle riducendo l'importo delle nuove pensioni. Resta tuttavia in circolazione anche l'ipotesi di «quota 90»: dal '98, potrebbe lasciare a 53 anni solo chi ne ha 37 di contributi, a 54 chi ne ha 36, a 55 chi ne ha 35, sempre con somma 90. Nonostante le smentite, gli interventi dovranno riguardare in qualche modo anche le pensioni già in pagamento (basti un esempio: ogni anno lo Stato spende 3500 miliardi in rendite a suoi ex dipendenti che han¬ no meno di 50 anni). Ci sono due ipotesi estreme: o una mirata sulle pensioni di chi non ha ancora compiuto 60 anni, che ne blocchi in parte la scala mobile, o un esteso «contributo di solidarietà» che colpirebbe in modo differenziato pensionati ma anche i lavoratori attivi (con una trattenuta sui salari dello 0,3% o addirittura dello 0,5%). Tutto questo, espresso in termini generali e non nei dettagli, dovrebbe trovar posto nel «Dpef» che il governo esaminerà venerdì. Nell'ultima versione (ne circolano anche molte non aggiornate) questo documento che imposta la prossima legge finanziaria in una prospettiva triennale continua a prevedere una manovra di 25.500 miliardi di cui li segretario di Rifondazione Fausto Bertinotti " 17.500 di tagli alle spese e 8000 di nuove entrate. Nel prossimo anno la crescita economica dovrebbe essere del 2% e il governo intende limitare all'1,8% (nonostante la Banca d'Italia lo reputi troppo ambizioso) l'obiettivo di inflazione. La giornata era stata già movimentata da una frase sfuggita in Senato al sottosegretario al Bilancio Giorgio Macciotta, sulla possibilità di una manovra-ter per il '97. Macciotta si è poi corretto. Ma resta evidente che, nel giudizio del superministero Tesoro-Bilancio, il risultato delle elezioni francesi non permette di sperare in uno «sconto» sui criteri di Maastricht. Le speranze, se qualcuno ne ha avute, sono durate poche ore: il 3% di deficit nel '97 va raggiunto. «Se per caso a consuntivo ci fosse un piccolo scostamento dello 0,2%» si farà una manovra-ter in autunno, sono state le parole di Macciotta. Nel caso, i ritocchi all'Iva previsti per il gennaio '98 sarebbero anticipati all'ottobre '97. Che il deficit sia su una tendenza del 3,2% è stima diffusa tra gli economisti, confermata dalle attese sul deficit del mese di maggio, 12.500-13.000 miliardi. Però nel vertice dell'altra notte Ciampi si è detto ottimista sul 3%, |perché in giugno l'autotassa"zione dovrebbe portare un attivo di 30-31.000 miliardi, i contro i 28-29.000 finora preI visti. Un margine di recupero indolore lo dà la possibile minor spesa per interessi sul debito. I rendimenti dei Bot sono scesi ieri sotto il 6,5% lordo sui 12 mesi, che secondo le ultime previsioni ufficiali sarebbe stato raggiunto solo a fine anno. Stefano Lepri UNSONE MONETARIA {maggio 1996}. «L'Europa deve al lontanarsi da Maastricht e ricordarsi dei suoi 1820 milioni di disoccupati. Urge una revisione radicale dei parametri perché l'Europa politica è il rovescio di quella dì Maastricht: le banche e i mercati sono da uno parte, gli Stati dall'altra». NATO (maggio! 996). «L'Italia deve uscire dalla Nato, storica» mente superato. Vogliamo influenzare il governo Prodi in questa direzione: non appoggeremo una partecipazione di truppe italiane ad azioni Nato». PRIVATIZZAZIONI (giugno 1996). «Io Stato non deve rinunciare al controllo dei settori strategici dell'economia nazionale». INFLAZIONE (giugno 1996). Il ministro dei Tesoro chiede agli italiani di accettare che nel '97 l'inflazione non superi il 2,5%. Rifondazione pretende' che la soglia venga elevata al 3%. «ASSE (luglio 1996). il ministro delle finanze promette che non introdurrò nuove tasse. Bertinotti replica chièdendo un'imposta sui patrimoni. SPESA PUBBLICA (luglio 1996). «Ritondazione non è disposta od accettare il Dpef senza ottenere rassicurazioni sulla politica del governo in materia di spesa pubblica» (Al momento del voto, 4 commissioni della Camera su 8 negano l'approvazione del Documento: Rifondazione vota contro insieme a Polo e Lega. IRAO (agosto 1996). Condanna dei bombardamenti americani sull'Iraq, in risposta alla posizione dei governò, giudicata troppo tiepida. TANGENTOPOLI (settembre 1996). Se Prodi vuole «uscire do Tangentopoli», Rifondazione sostiene che l'unico modo di uscirne sono i processi, durino quel che durino.
Persone citate: Bertinotti, Ciampi, Fausto Bertinotti, Giorgio Macciotta, Macciotta, Prodi, Stefano Lepri
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