Animali, creature indifese Vittime del nostro entusiasmo

Animali, creature indifese Vittime del nostro entusiasmo Animali, creature indifese Vittime del nostro entusiasmo L— TORINO A fisica nega il tempo (il filmato di un pendolo che oscilla, trasmesso al con trario, è uguale a quello del movimento originale), ma la biologia con il tempo deve farci i conti. E gli animali ne sanno qualcosa. Della loro evoluzione e sopravvivenza hanno discusso ieri Piero Bianucci (responsabile di Tuttoscienze), Giorgio Celli e Giusto Benedetti con Isabella Lattes Coifmann, autrice di Cari animali (La Stampa editrice). Celli ha lanciato un allarme sul progetto Gaia: «Sostenere che gli organismi tendono a creare equilibri significa autorizzare le multinazionali a scaricare quel che vogliono, tanto ci penserà la natura. Ma ferite come Cernobil non si rimarginano da sole. La scienza cresce più in fretta della saggezza». Lo zoologo Giusto Benedetti ha ricordato che quello della natura è un cammino a senso unico, «non si torna indietro a correggere. Ma più la specie si perfeziona più perde capacità di adattamento e autodifesa». Isabella Lattes Coifmann, elogiando la grande e profonda divulgazione che si fa oggi, ha riletto il mondo animale così com'è e come l'uomo non vede: dalla convinzione che il gufo o la civetta portino male al pipistrello che s'infila tra i capelli. Dice: «Poveri animali, vittime della scarsa conoscenza. E anche di entusiasmi esagerati, come dal collezionista che non capisce che sta uccidendo una farfalla rara, alla stregua di chi raccoglie delfini con i tonni». [m. nei.] La professoressa Isabella Lattes Coifmann, autrice di «Cari animali», pubblicato da La Stampa

Persone citate: Animali, Celli, Giorgio Celli, Giusto Benedetti, Isabella Lattes Coifmann, Piero Bianucci