Dove nascono «levabolli» e supermanager di Alberto Papuzzi
Una scuola di formazione, specchio di cultura industriale Venticinque anni di attività Isvor: un convegno internazionale celebra l'anniversario Dove nascono «levabolli» e supermanager Una scuola di formazione, specchio di cultura industriale S TORINO POSTATI i torni, rimossi i robot, la moderna officina di uno storico stabilimento di corso Dante, area sulle sponde del Po dove è nata la Fiat, ha ospitato ieri 450 esperti di formazione giunti da tutto il mondo, per celebrare i 25 anni dell'Isvor con un convegno sul tema «Competitività e apprendimento». Era il 1972 quando l'Isvor cominciò la sua attività come società di formazione sotto la direzione allora di Gianfranco Zoccoli Gambigliani, che aveva organizzato i primi corsi per i capi Fiat al castello di Marentino. Con il loro patrimonio di esperienze formative, questi 25 anni di Isvor sono uno specchio dell'evoluzione e dei cambiamenti di ciò che si chiama cultura industriale, dalla robotizzazione delle linee alla lean production, dalla riorganizza¬ zione delle gerarchie alla qualità totale. Della formazione aziendale che si faceva all'inizio degli Anni Settanta sono rimasti lo spirito, la progettualità, il legame con la Fiat, ma niente è più come allora. «Io per primo ne sono sorpreso - dichiara Claudio Poh, 55 anni, cresciuto in Fiat, direttore Isvor dal 1984, amministratore delegato dal 1994 -. Nello stesso momento noi possiamo avere in piedi seminari a Torino per il vertice Fiat e corsi in India per capi del personale, programmi di addestramento in Argentina, Brasile, Honduras e nelle fabbriche automobilistiche italiane. Possiamo offrire iniziative di un giorno o corsi di un anno. Possiamo occuparci di leadership e di fornitori, di comunicazione e di officina. Lavoriamo per Fiat, al 70 per cento, ma anche all'esterno, per il 30 per cento. Ope¬ riamo in ambiti merceologici diversi, dall'auto alle assicurazioni. Grazie a oltre vent'anni di sapere condiviso, ai cinque miliardi investiti nella ricerca, ai rapporti stretti con il mondo accademico, siamo in grado di garantire contemporaneamente, a livello internazionale, l'addestramento tecnico di un levabolli o l'aggiornamento culturale di un supermanager». La sede dell'Isvor ospitò dal 1922 la famosa Scuola Agnelli che formava gli operai specializzati, sia dal punto di vista tecnico, soprattutto nell'abilità meccanica, sia per creare uno spirito aziendale, imperniato su disciplina e fedeltà. Non è un caso che la scuola avesse esaurito la sua funzione in coincidenza con il Sessantotto e l'autunno caldo. L'Isvor (Istituto per lo sviluppo organizzativo) nasce sulle ceneri di quella storica esperienza, nel- l'ambito di una prima rivoluzione della vita aziendale. Da allora ha varato dodicimila diversi progetti di formazione, ai quali hanno partecipato circa settecentomila persone. Il volume di attività è cresciuto col tempo: oggi l'Isvor produce 1250 iniziative all'anno, ognuna affidata a un suo team. Questa mole di impegni è realizzata da una struttura flessibile, con 250 docenti interni e 800 consulenti esterni (un terzo dei quali sono stranieri). Secondo Poli, non teme concorrenza né in Italia né in Europa: ci sono alcune buone scuole, ma nessuna con un know-how articolato come quello dell'Isvor. Come si riflettono nell'attività di questa società di servizi (che fattura tra i 70 e gM 80 miliardi) i cambiamenti che in venticinque anni hanno trasformato la realtà del mondo industriale? Come si è potuto tenere il passo con l'internazionalizzazione dei mercati, con le innovazioni tecnologiche, con la riorganizzazione del¬ le mansioni? Naturalmente la presenza di un nutrito gruppo di consulenti stranieri e le stesse commesse per aziende estere rappresentano un contatto con le linee avanzate delle strategie industriali. «Lavoriamo molto di più presso i clienti - risponde Poli - . L'80 per cento delle attività Isvor si svolge sulle linee di montaggio o dentro gli uffici. Negli ultimi anni è esploso il decentramento, con un radicale rinnovamento della nostra struttura. In secondo luogo abbiamo accolto la sfida della multimedialità, dalla Business Tv a Internet. Pensiamo all'importanza che riveste oggi la formazione dei venditori, ma pensiamo anche alla vastità delle reti commerciali internazionali: senza multimediaUtà non se ne fa nulla». Alberto Papuzzi Un know-how unico in Europa, con 1250 iniziative ogni anno, 250 docenti interni e ottocento consulenti esterni Claudio Poli, cresciuto in Fiat, direttore Isvor dal 1984, amministratore delegato dal 1994
Persone citate: Claudio Poli, Gianfranco Zoccoli Gambigliani, Secondo Poli
Luoghi citati: Argentina, Brasile, Europa, Honduras, India, Italia, Marentino, Torino
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