Processo rinviato

Per il senatur ultra in tribunale Processo rinvialo Per il senatur ultra in tribunale BERGAMO. Umberto Bossi, invocato per tutta la mattinata da 300 militanti bardati di verde, non si fa vedere. Di Maroni e Pagliarini nemmeno l'ombra. L'unico a fare capolino è Erminio Boso, l'armadio leghista piombato col suo gippone davanti al tribunale di Bergamo quando ormai tutto è finito. 14 onorevoli lumbard, finiti sotto inchiesta per istigazione alla secessione, erano attesi ieri mattina a palazzo di giustizia, dov'era in programma una seduta in camera di consiglio, risolta in mezz'ora con un nulla di fatto: il gip Vito Di Vita, chiamato a decidere su una proroga d'indagine di 6 mesi chiesta dal pm Mario Conte, ha preso tempo, riservandosi di decidere tra 5 giorni. Il sostituto procuratore sta indagando su alcune frasi pronunciate da Bossi e gli altri durante due comizi tenuti nel Bergamasco io scorso anno (il 2 giugno a Pontida e il 27 giugno a Castelli Calepio): in particolare, i concetti mcriminati sono l'annunciata nascita della nazione padana, del «governo sole» e del comitato di liberazione della Padania Già la settimana scorsa un altro gip del tribunale di Bergamo, Carmine Castaldo, aveva rifiutato a Conte la proroga di un'indagine aperta contro Bossi sempre per il reato di istigazione alla secessione perché la denuncia di un cittadino è stata ritenuta troppo generica, [s.s.]

Persone citate: Bossi, Carmine Castaldo, Erminio Boso, Mario Conte, Maroni, Pagliarini, Umberto Bossi, Vito Di Vita

Luoghi citati: Bergamo, Castelli Calepio, Pontida