Il derby dei cantautori di Mario Baudino

Il derby dei cantautori il caso. Baglioni e De Gregori scendono in campo per «Liberal» e «MicroMega» Il derby dei cantautori Duello a distanza su politica e cultura YT\ TORINO / INCONTRO più atteso si è giocato, com'era prevedibi- I I le, sul filo dei cantautori. ss I Le due riviste politico-culturali di cui più si parla, fieramente contrapposte nonostante le dichiarazioni di fair-play che ogni tanto punteggiano una polemica anche aspra, hanno messo in campo sullo stesso terreno (l'immenso auditorium di Renzo Piano) due squadre attentamente studiate. Il goleador di Liberal (mensile dedicato a «Un incontro fra cattolici e laici», come recita il sottotitolo, diretto da Adornato, Della Loggia e Rumi) era Claudio Baglioni; MicroMega, il mensile di Paolo Flores d'Arcais molto interessato al problema della legalità, e molto schierato a fianco dei magistrati di Mani pulite, presentava invece come capitano non giocatore (in platea) Francesco De Gregori. Che parla della sua «partita» nell'intervista pubblicata in questa stessa pagina. E' finita che sul piano dei numeri ha «vinto» Liberal. Auditorium pieno, fan giovanissime piazzate fin dal mattino in attesa dell'evento fissato per le 15, molte persone respinte all'ingresso perché non c'era più posto, fra le quali, pare, lo stesso De Gregori. E poi applausi, urla, scene d'entusiasmo, serrata filologia baglioniana e divertimento in sala. Con l'ovvio benvenuto di Adornato: «Baglioni sta con noi e De Gregori con MicroMega? Ma pensate a che punto è giunta in Italia la cultura dell'appartenenza perché si possa copniare una definizione del genere». E un corollario molto più duro: «Noi cerchiamo le idee prima delle "maghe": questo servirebbe al Paese. Invece vedo minacciata l'indipendenza e la libertà di pensiero». Contro la cultura dell'appartenenza ha ruotato 0 dibattito (con Alfonso Berardinelli, Pierluigi Battista, Gianni Riotta, Elisabetta Rasy, Raffaele La Capria, oltre a Baglioni e Livio Berruti, il campione d'atletica) che prendeva spunto dalla pubblicazione di Gli irregolari, la libertà intellettuale nell'era del conformismo per le edizioni di Liberal. E' un libro a più mani sui grandi «irregolari» del nostro Paese, quelh sfuggiti agli schieramenti, tra i quali gli autori di Liberal hanno annoverato proprio Berruti e Baglioni. Il cantautore ha indirettamente risposto anche a De Gregori: «Sono stato "sdoganato" e "doganato" in tutte le maniere, con tutte le etichette politiche. In realtà l'artista non è capace di cambiare: cammina, non fa che camminare. Scrivo canzoni da 30 anni e più che un irregolare mi sento un irregolato, e spero in fondo di morire come irregolabile». Sull'altro fronte, identico fairplay in apertura da parte di Paolo Flores d'Arcais, tanto per rifiutare il tono «calcistico» con cui sono stati vissuti i due convegni, e giocando solo sul linguaggio della partita per annunciare gli ((infortunati»: Galante Garrone, Antonio Tabucchi (che però ha parlato in collegamento telefonico). Presenti invece Curzio Maltese, Giancarlo Caselli, il sindaco di Torino Valentino Castellani, don Luigi Ciotti e, anche lui in «interfono» da Venezia, Massimo Cacciari. Tema: «Strategie per l'immortalità e amore per l'esistenza finita. Cultura, potere e legge». Battute, poche. Solo una chiosa all'intervento di Ciotti da parte di Flores: «Ecco, è importante che queste cose (sugli emarginati, ndr) le dica un sacerdote. Oggi non è più tempo di confronti o incontri fra cattolici e laici, perché ci sono cattolici e cattolici, laici e laici». Insomma, i buoni e i cattivi: un'allusione alla rivista rivale? Toccante il discorso di Caselli sulla mafia, esilarante il Tabucchi in «viva voce» che disserta sulla «categoria universale dello stronzo, sempre esistita» da Trimalcione ai giorni nostri. E inevitabile la domanda di Flores: «Secondo te, fra i maggiori stronzi ci sono i nemici di Mani pulite?». Mario Baudino Tanti piccoli fans ai dibattiti su Mani pulite e «irregolari» Claudio Baglioni, ai Lingotto, firma un autografo a un'ammiratrice

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