Migone: chiarezza sulle elezioni di E. St.

Migone: chiarella sulle elezioni Migone: chiarella sulle elezioni ROMA. Tutto il gran polverone che si è sollevato intorno alla vicenda delle intercettazioni telefoniche con protagonista l'ambasciatore d'Italia Paolo Foresti preoccupa il presidente della commissione Esteri del Senato Gian Giacomo Migone. «Questo caso ci sta distraendo da alcune questioni urgenti e importanti sulla vicenda albanese e in particolare sulle elezioni. Credo di avere taciuto a lungo, e normalmente cerco di parlare il meno possibile, ma è venuto il momento di richiamare l'attenzione sulla svolta da cui dipende il futuro di quel Paese». Senatore, vuole dire che bisogna lasciar perdere le polemiche sul caso Foresti? «Foresti ha tutto il diritto di tutelarsi presso le sedi competenti. Quanto alla telefonata con il presidente del partito democratico Shehu vorrei che facesse una smentita su un punto in particolare». Quale? «Riguarda una frase dell'ambasciatore in cui lui avrebbe detto a Shehu: "Vranitzky sta elaborando un pacchetto con i punti del possibile accordo. Certo voi non lo firmerete, no?". Ecco, spero in una sua smentita. Ma adesso la questione è un'altra». E riguarda le elezioni. «Appunto. Oggi ci sarà un'audizione presso gli uffici di presidenza della commissione Esteri e Difesa di Camera e Senato alla presenza del mediatore speciale dell'Osce Franz Vranitzky. E' essenziale che vengano definite tre condizioni perché queste elezioni possano svolgersi». Ce le elenchi. «Intanto, l'accordo sulle regole tra i partiti albanesi. Un chiarimento sembra che ci sia stato, ma non è ancora chiaro». Quanto agli altri due punti? «Perché queste elezioni non diano luogo alle polemiche della volta scorsa, è bene che siano garantite delle condizioni minime, come la libertà di espressione, l'accesso ai media e la definizione di tutto ciò che rende democratica una campagna elettorale. Infine, gli osservatori internazionali. La loro presenza non solo è fondamentale e comunque garantita, ma bisogna stare attenti che il loro numero sia sufficientemente numeroso. Devono poter controllare al meglio le sezioni al momento del voto e durante lo scrutinio. Ho ancora presente quello che è successo durante le elezioni in Bosnia, dove ero osservatore, per questo dico che è importante essere organizzati e soprattutto numerosi. E poi sono preoccupato per il ruolo dell'Italia». In che senso? «Mi pare che non ci sia chiarezza sufficiente nell'opinione pubblica italiana sul nostro ruolo in Albania. A parte la missione militare, va chiarito che al fine delle elezioni l'Italia si muoverà esclusivamente sotto lo stretto controllo dell'Osce. Le elezioni in Albania devono svolgersi presto ma anche bene, e sottolineo bene. Lo stesso Osce aveva sollevato dubbi sullo svolgimento delle precedenti. Questo oggi non deve più accadere. Ricordiamoci che sono la premessa per costruire tutto il resto». [e. st.]

Persone citate: Foresti, Franz Vranitzky, Gian Giacomo Migone, Migone, Paolo Foresti, Shehu, Vranitzky

Luoghi citati: Albania, Bosnia, Italia, Roma