Francia la sinistra scavalca il governo di Enrico Benedetto

Francia, la sinistra scavalca il governo La Gauche si aggiudica il primo turno delle politiche staccando di quasi 7 punti la destra Francia, la sinistra scavalca il governo Amara sconfitta per Chirac PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Valanga rosa. Con un exploit che sconfessa l'Eliseo e mette in ginocchio Juppé, la Gauche ipoteca la vittoria al II Turno aggiudicandosi il primo. Le forze governative totalizzano appena il 36,0% (era il 44,2 quattro anni fa) contro il 42,8 della Sinistra. La proiezione attribuisce al blocco ps-pcf-Verdi tra 298 e 302 seggi, laddove l'rpr-udf se ne vedrebbe aggiudicare 270 e 287. Se riflettiamo che nella scorsa legislatura il ps di Lionel Jospin schierava solo 63 parlamentari, lo choc appare ancor più micidiale. Con Robert Hue il pcf ritrova inoltre percentuali a due cifre (10,4) che l'era Marchais faceva rimpiangere. Gli stessi Verdi, con un piccolo 3,3%, primeggiano sulle formazioni ecologiste rivali senza liaisons con la Gauche. Mosaico ancor fragile. Eppure sarà arduo, per un Centro-Destra nelle condizioni attuali, smantellarlo trovandogli una valide alternative. Il tessitore Jospin non somiglia al machiavellico Mitterrand, ma bisogna rassegnarsi: ha davvero talento. Anticipando le elezioni, Chirac sognava uno scenario ben diverso. Chiuso nel bunker dell'Eliseo con la figlia Claude, il guru Jacques Pilhan e i consiglieri più intimi, rimugina sul da farsi. La Corrèze gli riserva pessime notizie: ps e pcf ottengono nel suo feudo elettorale la maggioranza assoluta. E Giscard non sta meglio: un'ecologa l'ha messo in ballottaggio. Dal trionfo al kara-kiri. Jean-Marie Le Pen - mediocre con il suo 15% e più che mai rancoroso verso il Potere - già ne esige la partenza. Ma a rischiare il posto è, semmai, il povero Juppé. Scaricarlo in extremis, annunciando entro domenica ai francesi un premier di ricambio (Philippe Séguin) per recuperarne la fiducia? La mossa potrebbe reiniettare ossigeno neSEesausto organismo della maggioranza. Ma anche trasmettere SSSPaese ima pericolosa impressione da «ultima spiaggia» su cui le Sinistre ironizzerebbero a piacere. In ogni caso, se raffrontiamo i, brevi discorsi dei 2 principali;" duellanti, era semmai Jospin a^ parlare come un primo ministro; non quello in carica. Il segretario ps sottolinea, nell'emozione, «l'importanza del momento». «Desidero promuovere una campagna positiva». «Uniamoci, cambiare è possibile» dice. Emumera i preziosi alleati che il ps federa per miracolo il 25 maggio '97 con un ecumenismo di Sinistra prossimo all'esperienza Ulivo. Non sarà il Tony Blair francese per simpatia e carica umana. E in fondo come pretenderlo dal professore ugonotto con una filosofa kirkegaardiana per moglie? Ma se le Presidenziali '95 lo videro ancora timido e incredulo nel successo, la statura pare essere ormai all'altezza delle ambizioni. Il 1° giugno segnerà la rivincita? Forse. Ma Alain Juppé farà l'impossibile per rovesciare le nere previsioni. Ridacchiano, i suoi nemici interni che la tv snocciola nella classica «serata elettorale». Madelin, il gollista thatcheriano assapo- ra la revanche. E Séguin confessa, placido: «L'allocuzione di Juppé non l'ho ascoltata. Dovrei forse sentirmi colpevole?» Manno. I telespettatori che l'hanno visionato farebbero volentieri il cambio con lui. Camicia azzurra, un sorriso per esorcizzare la semi-catastrofe, e via. Deplora la dispersione e i voti protestatari. Dice grazie alla relativa mobilitazione del corpo elettorale (68,3%) - «ma si potrà far meglio» - poi azzarda: «Indietro non si torna. A richiamare le Sinistre, marceremmo contro la Storia». Ne invoca la disunione e i pericoli per il «progresso». Un tema che, insieme al «rischio euro¬ peo», la Destra martellerà nelle ore a venire per convincere gli indecisi. Lo stesso Chirac, dopo esservi ricorso nel ricevere Kohl, potrebbe farne il clou del suo più che atteso 4° intervento elettorale. Comunque Juppé si giudica tuttora solo timoniere a bordo. «I francesi vogliono un cambiamento profondo. Lo faremo insieme» conclude. E' possibile che gli interessati non la pensino così. Mai, dal '78, uno scrutinio legislativo fu così thriller. A sondaggi e bookmakers va la maglia nera, l'ennesima. Ma è tardi per recriminare. Le prossime ore fotograferanno un duello spasmodico. E al fair-play subentrerà qualche colpo basso. Ma faceva pena, in definitiva, vedere Juppé scendere dal palco mentre una pallida claque mercenaria - o magali solo alle corde come il suo leader - scandiva «On a gagné». «Abbiamo vinto». Davvero? Si direbbe il contrario. Non rimane che sperare, dopo il Calvario, nella Resurrezione della Francia chiracchiana. Juppé ha votato per due, con delega dall'ex sindaco bordolese Chaban-Delmas: ma la moltiplicazione delle schede avrà da essere miracolosa, tra sei giorni, se vuole rimanere premier. Enrico Benedetto ULTIME PROIEZIONI 32,4% 10,4% Il presidente Chirac vota con la moglie (mentre firma) a Sarran, nella Francia Sud occidentale

Luoghi citati: Francia, Parigi