Il cantautore: la noia ne ha tatto dei selvaggi di Luca Dondoni

Il cantautore: la noia ne ha tatto dei selvaggi Il cantautore: la noia ne ha tatto dei selvaggi GIUDICATI DALLA CATTEDRA VMILANO ECCHIONI, quello che è successo a casa sua è grave, ma sono molte le case di professionisti della Milano bene dove i raid dei baby vandali hanno lasciato segni indelebili. Nella maggior parte dei casi tutto è stato messo a tacere. Forse per l'importanza dei cognomi di quei piccoli delinquenti. Che cosa l'ha spinta a sporgere denuncia? «Un senso civico e civile che ritengo di aver sempre avuto e la volontà di reagire nei confronti di una minoranza - perché di minoranza si tratta - di giovani che credono di potersi comportare come vogliono sperando di farla sempre franca». Lei ha insegnato in due dei licei più famosi di Milano e davanti ai suoi occhi di ragazzini bene ne sono sfilati tanti. Che idea si è fatto dei ragazzi che hanno «visitato» casa sua? «Intanto ribadisco che, secondo me, di quei poveri cristi capaci di trasformare le festicciole di alcuni ragazzi in veri e propri disastri ce ne sono davvero pochi. So che si è parlato di centinaia di ragazzi, ma nel mio caso ho saputo che erano più o meno una cinquanti¬ na. E' vero, vivendo in prima persona i problemi e le condizioni sociali dei giovani, posso dire che conosco bene gli adolescenti ed è per questo che mi rifiuto di pensare che ci si trovi di fronte a un fenomeno di baby vandalismo». Qual è la ragione che spinge giovani di buona famiglia ad abbandonarsi ad azioni simili? «Alla base di tutto c'è la noia. Io sono un po' ingenuo e pensavo che quello che è successo lo scorso 15 marzo a casa mia fosse un caso isolato. In questura mi hanno invece raccontato che sono episodi all'ordine del giorno. Non ci ho pensato due volte: ho preso carta e penna e ho sporto denuncia anche perché questi ragazzi devono ricevere una lezione e pagare per lo spavento e la paura che hanno creato in ragazzini (mia figlia Carlotta e i suoi amichetti avevano tutti 14 anni) che sono appena usciti dal guscio». Gli inquirenti hanno identificato i vandali: figli di politici, industriali, professionisti della Milano che conta. Se l'aspettava? «No. L'unica cosa che posso dire è che insieme con mia figlia piccola avevo lasciato a casa, per fare un po' da supervisore, anche la figlia più grande, Francesca, che ha 22 anni. Ebbene, a casa mia stavano festeggiando bevendo Coca-Cola e tè. I ragazzi che sono entrati per sfasciare e rubare avevano in corpo tutt'altro». Fra non molto ci sarà il processo e lei si troverà di fronte a questi baby vandali. «Sì, e sono curioso. Voglio guar¬ darli negli occhi e cercare di capire. Certo spero che a nessuno venga in mente che ho sporto questa denuncia perché mi chiamo Vecchioni e voglio farmi pubblicità. L'unico motivo per il quale lo Stato deve dare una lezione a questi ragazzi è per far capire loro che non si può usare il supposto potere dei padri per diventare intoccabili. Una lezione di vita. Ne hanno bisogno». Luca Dondoni Francesa del invitaa tarda milioni o e viini e se ne andarono distruggendo una lampada e divellendo un gradino di marmo di una scala interna, facendo a pezzi il giardino di casa e lasciando Il cantautore Roberto Vecchioni

Persone citate: Roberto Vecchioni, Vecchioni

Luoghi citati: Milano