I Falcone «Niente denaro sporco di sangue»

I Falcone I Falcone «Niente denaro sporco di sangue» CALTANISETTA. «Quel denaro è sporco di sangue» e i famigliari di Giovanni Falcone e della moglie Francesca Morvillo non lo vogliono. Per questo, nel processo per la strage di Capaci, essi pretendono dai boss una «provvisionale» di sole 10 mila lire, chiedendo però con fermezza la condanna di mandanti ed esecutori materiali per i quali la pubblica accusa ha sollecitato 32 ergastoli (oltre a 30 anni per Giovanni Brusca). La richiesta del simbolico risarcimento è stata formalizzata ieri dal patrono di parte civile delle due famiglie, l'avvocato Francesco Crescimanno, dopo che le altre parti civili avevano chiesto 115 miliardi per il danno procurato alla collettività (100 miliardi l'Avvocatura dello Stato, 10 miliardi la Provincia di Palermo, 5 miliardi il Comune di Capaci), mentre a 5 miliardi ammontano le «provvisionali» volute dai legali dei congiunti dei poliziotti uccisi e dell'unico superstite. Ora arriva la richiesta di 10 mila lire fatta dalle due sorelle di Giovanni Falcone e dalla madre e dal fratello (e magistrato anche lui) di Francesca Morvillo. «Hanno redditi propri - ha spiegato l'avvocato Crescimanno - e non hanno quindi subito un danno materiale come le vedove e i figli degli agenti di scorta. Non vi è dubbio che chi nella strage ha perso il marito e non ha altre fonti di sostentamento, dev'essere risarcito anche economicamente». Nella sua arringa, il rappresentante dei Falcone e dei Morvillo ha anche evidenziato il «valore politico» della strage di Capaci, sottolineando che la mafia non la decise unicamente per vendetta, per togliere di mezzo l'avversario che più l'aveva colpita, ma pure a scopo preventivo, e ne volle bloccare «l'azione al ministero della Giustizia e anche la probabile nomina alla direzione nazionale antimafia». La tesi del «movente politico e criminale non distinguibile, visto che la mafia è parte integrante di un sistema politico», è stata prospettata, sempre ieri, dall'avvocato Alfredo Galasso, coordinatore nazionale del Movimento «La Rete», nel processo patrono di parte civile per i genitori dell'agente Rocco Di Gillo, che ha chiesto 2 miliardi. La prossima udienza in Corte d'assise a Caltanissetta è stata fissata per venerdì 27 giugno. [a. r.] Pietro Aglieri, latitante numero uno di Cosa Nostra

Luoghi citati: Caltanissetta, Capaci, Comune Di Capaci