«Un comodo scoop» di Angelo Conti
«Un comodo scoop» «Un comodo scoop» I giornalisti dell'Indipendent TIRANA DAL NOSTRO INVIATO Boulevarde Zhan d'Are, di fronte al Flamenco Pub. E' in un negozietto su due piani, privo di qualsiasi insegna ma con i muri ridipinti di fresco, la sede dell'Indipendent, il quotidiano di Tirana che, pùbbbeando il testo di presunte telefonate fra l'ambasciatore Foresti ed il presidente del partito democratico Shehu, ha sparato una cannonata sui sottili eo^nlibri Itaba-Albania-Osce. Il giornale è nuovo di zecca, oggi sarà in edicola il suo diciottesimo numero: è la più giovane testata dello schieramento dei quotidiani di Tirana, nato da una cooperativa fra 23 giornahsti che si sono tassati fra 1000 e 10.000 doUari, mettendo insieme 63.000 doUari, ebrea 100 miboni. Ora, lavorando gratis, contano di sopravvivere almeno tre mesi, ma forse anderanno più in là, visto che le vendite sono già sahte a 7000 copie, che qui non sono poche. Blendi Fevziu è il notista pobtico deU'Indipendent. Ed è anche l'uomo che ogni notte rischia le pallottole, in pieno coprifuoco, per portare in tipografia il giornale impaginato. Poco più di 30 anni, «gavetta» in Francia, Inghilterra ed Itaba, era sino ad un paio di mesi fa redattore del Koha Jone, il più diffuso fogbo albanese, circa 35.000 copie. «Me ne sono andato, insieme agli altri 22, per contrasti con l'editore. Avevamo voglia di qualcosa di nuovo, di completamente indipendente». Adesso è un giornahsta scomodo, con tanti nemici: «NeUa segreteria telefonica di casa, ieri sera ho trovato 10 messaggi di minaccia. Al giornale il telefono non ce lo vogliono abacciare». Racconta lo scoop della telefonata: «Da qualche giorno c'era una voce, a Tirana, secondo la quale erano state intercettate alcune conversazioni esplosive. Ci siamo messi in caccia, per saperne di più. Non avevamo trovato nulla, sino a quando non è arrivata in redazione una grossa busta bianca, con dentro una cassetta ed un bigbetto che ci invitava ad ascoltarla. Lo abbiamo fatto ed abbiamo subito riconosciuto le voci si Shehu, che ha un particolare difetto di pronuncia, e deU'ambasciatore Foresti. Per la verità le voci sono tre, per qualche secondo si ascolta anche una voce femminile, che saluta in itabano e sorride divertita. Riteniamo si tratti dell'ambasciatrice Usa, Lino». Ci sono stati dubbi, anche molti. «Non avevamo alcuna certezza che si trattasse di una cassetta veritiera, temevamo il montaggio. Così siamo andati dai tecnici del suono di Teletirana. Abbiamo riversato la cassetta, cercando di amplificare i fruscu: alla fine gli esperti si sono detti convinti che non c'era traccia di manipolazione. Abbiamo pubbbeato il testo». Chi l'abbia registrata, e perché sia stata inviata all'Indipendent sono i due principah interrogativi della storia. «Non lo sappiamo, non ne abbiamo idea. Però non si tratta di comunica¬ zioni cellulari, ma di telefonate da punti fissi. Potrebbero averle registrate alla sede dell'ambasciata, oppure aUa casa deUe Vipere (il centro intercettazioni del ministero deb'Interno), ma con 100 dollari ci sono tecnici deUa Telekom pronti a fare qualsiasi cosa a favore di chiunque. Le linee telefoniche albanesi non hanno nessuna protezione: l'anno scorso un disoccupato aveva fatto una derivazione truffaldina per chiamare la moglie in Itaba, e così si era nitromesso addirittura sulla linea privata di Berisha. Il presidente se ne è accorto solo qundo gb è arrivata la bolletta da 2 milioni di leke, 30 milioni». I pettegolezzi di Tirana danno per irmiunente la pubbbeazione di altre cassette: «Lo faremo spiega Fevziu - se ne riceveremo. Sul bigbetto aUegato alla prima si accennava a questa possibilità. Ma le cassette non sono ancora nei nostri cassetti». Angelo Conti flHIU» """ir-;lijf—-;: ' ■' L'«lndipendent», il quotidiano che ha innescato la polemica sul ruolo dell'ambasciatore italiano in Albania
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