Foresti convocato per «chiarimenti» di Francesco Grignetti

foresti convocato per «chiarimenti» Gelo intorno all'ambasciatore. Andreatta: il caso non avrà riflessi sulla missione italiana foresti convocato per «chiarimenti» Voci di avvicendamento, favorito Incisa di Cornerana ROMA. L'ambasciatore italiano a Tirana, Paolo Foresti, è convocato in patria «per chiarimenti». Già nei prossimi giorni dovrebbe incontrarsi con i vertici della Farnesina per spiegare i contorni dell'imbarazzante vicenda che lo vede protagonista. Il «redde rationem» dovrà avvenire prima della visita a Roma del primo ministro Fino. Si avvia così a una svolta la vicenda delle intercettazioni telefoniche di cui è rimasto vittima il nostro ambasciatore. Foresti, come si ricorderà, aveva terminato il suo mandato alla fine dell'anno scorso e doveva trasferirsi a Parigi, rappresentante dell'Italia alla Ueo. Un Consiglio dei ministri aveva addirittura designato il successore, Alfredo Matacotta. Questo avvicendamento era poi stato congelato per l'esplodere della crisi a Valona e in tutto il Sud del Paese. Ma la sostituzione, prima o poi dovrà esserci. E forse non sarà più Matacotta a subentrargli nel ruolo di ambasciatore. Secondo «Repubblica», si avanza l'idea di sostituirlo con Manfredi Incisa di Camerana, ambasciatore di lunga esperienza, che ha pure gestito con successo una missione Onu in Mozambico. Ma si affaccia anche la candidatura di Gianni Castellaneta, ex ambasciatore a Teheran e diplomatico molto stimato. Foresti nel frattempo ha annunciato una querela per il quotidiano «Indipendent» che ha pubblicato le intercettazioni. Ma c'è del gelo intorno al suo caso. La Farnesina si rifiuta di smentire le indiscrezioni che lo riguardano. Il sottosegretario Piero Fassino, pds, che l'altro giorno l'aveva difeso, ieri s'è rifiutato di tornare sull'argomento. Nel governo è in corso la «riflessione», insomma, per restare alle parole di Prodi dell'altro giorno. E sempre ieri il ministro della Difesa, Beniamino Andreatta, ha precisato che «non ci saranno conseguenze sulla missione internazionale Alba da parte italiana dopo il coinvolgimento dell'ambasciatore nel giallo delle intercettazioni». Quanto alla sorte di Foresti, il mi¬ nistro della Difesa s'è limitato a dire: «Il presidente del Consiglio, i membri del gabinetto, e le direttive che abbiamo dato, sono del massimo sostegno alla missione dell'Osce di cui facciamo parte. Se qualcuno ha condotto una politica diversa per ragioni e interpretazioni personali, questo lo esaminerà il ministro degli Esteri». Ma si è ventilato da più parti che ora i rapporti con il governo albanese si siano bruscamente raffreddati. Che non solo il mediatore speciale della Osce, l'ex cancelliere austriaco Franz Vra- nitzky, sia su tutte le furie, ma anche il governo greco. Dalla Grecia, però, l'altro giorno sono arrivati segnaU di riconciliazione dopo le spiegazioni offerte dall'ambasciatore itabano ad Atene. E secondo fonti viennesi, «il cancelliere Vranitzky ha ritenuto di tenere grande distanza da questa vicenda perché ha potuto toccare con mano nei mesi scorsi il pieno e convinto appoggio dell'Itaha alla sua opera». A Vienna si fa riferimento alle continue telefonate con Prodi, con Dini, con Andreatta e anche ai quotidiani contatti con Foresti. Ed è quanto, più o meno, ribadiva ieri Andreatta: «E' chiaro a tutti che il governo itabano ha perseguito una linea di neutrabtà nella vicenda albanese e è sempre stato favorevole alla missione del commissario Vranitzky. Fin dall'inizio gb ho personalmente assicurato il nostro impegno e la simpatia». Molto soddisfatta della piega che sta prendendo la questione Foresti è Rifondazione comunista. Il partito di Bertinotti da settimane chiede a gran voce la rimozio¬ ne di Foresti. E' contrariato, invece, Gustavo Selva, vicepresidente dei deputati di An: «Prodi non può restare nell'atteggiamento pilatesco che ha assunto finora. 0 crede alle parole di Foresti, che dice che le bobine sono state manipolate, e allora gb deve confermare per intero la fiducia. O deve avere le prove che danno ragione ai critici deU'ambasciatore. L'unica cosa che non deve fare è che il caso-Foresti pesi sui rapporti con l'Osce e danneggi l'autorità e la sicurezza della missione mibtare internazionale guidata dall'Italia. Prodi non può lasciare che soltanto l'ambasciatrice americana a Tirana, signora Marisa Lino, difenda il lavoro dell'ambasciatore Foresti». Fervono intanto i preparativi per la Conferenza internazionale sull'Albania del 18 giugno, a Roma. Domani ci saranno i lavori preparatori, alla presenza di Dini e del primo ministro albanese Bashkim Fino. Non mancherà l'inviato dell'Osce, Vranitzky. All'ordine del giorno, le elezioni del 29 giugno. Francesco Grignetti