Padania, oggi il referendum della lega

Padania, oggi il referendum delia lega «Sarà una spallata allo Stato centrale, l'ultimo messaggio: poi la costituente o la rivoluzione» Padania, oggi il referendum delia lega Si vota per l'indipendenza in 13 mila gazebo dalle 9 alle 21 MILANO. Dopo la Padania, il governo di Mantova, l'ampolla del Monviso, padre Po, Eridano, le lire nordiste, il graffia e vinci, arriva il referendum sull'indipendenza. Non urne ma gazebo, per la precisione 13.096, aperti oggi dalle 9 alle 21. Sessantamila scrutatori (leghisti), 300 garanti (leghisti) e 10 osservatori internazionali (1 ogni 1309 seggi), tutti in attesa dei 20 (o 22) milioni di cittadini padani, gli aventi diritto a rispondere con un sì o con un no al quesito referendario: «Volete voi che la Padania diventi una repubblica federale indipendente e sovrana?». Bossi gongola: «Sarà una spallata». A cosa? «Allo Stato centrale. Sarà l'ultimo messaggio chiaro e democratico». Ultimo prima di cosa? «Di una assemblea costituente o della Rivoluzione». Il leader del Carroccio spiega: «L'indipendenza della Padania verrà perché è nell'ordine delle cose. L'economia non ce la fa più, ci sono imprenditori che sono arrivati a ipotecare la casa per mantenere in vita la loro azienda. E' evidente che il sistema economico si sta squagliando. Quanto reggerà ancora il "nero" per compensare la crisi dell'economia? Sei mesi, un anno, ma poi...». Perciò ora: referendum. Sulla cui rappresentatività è Roberto Maroni a spendere un sillogismo : «Al referendum della Lega non si potranno verificare brogli perché saranno i leghisti a vigilare». E Bossi: «Saranno assolutamente attendibili perché noi non siamo degli imbroglioni». Gli aventi diritto al voto saranno «tutti i cittadini», a partire dai 16 anni, «che risiedono da almeno un giorno in Padania». Continua l'ex ministro dell'Interno nel governo Berlusconi: «Chi si reca ai seggi verrà registrato: nome, cognome, data di nascita e residenza. I controlli saranno severi per evitare che la stessa persona voti più di una volta. Quando questo capiterà il nome della persona verrà reso pubblico e i suoi voti considerati dei "no"». Ma non si capisce cosa potrà impedire a chiunque di rivotare, a uno o a tre chilometri di distanza, lungo l'amato bacino idrografico di pa¬ dre Po. Non basta ancora. Per ognuno dei 13 mila e passa gazebo i leghisti si aspettano almeno 100 votanti. «Il che farebbe 1 milione e mezzo di votanti - calcola Maroni -, un risultato straordinario, anche se io sono ancora più ottimista». Il 97 per cento dei Comuni saranno coperti da seggi fissi (gazebo, bandiere, camicie verdi) il 3 per cento del territorio scoperto sarè raggiunto da «seggi mobili». Spiegano: «Le nostre postazioni raggiungeranno i piccolissimi Comuni, fermandosi nella piazza principale per un paio d'ore consentendo a tutti i cittadini di poter esprimere il voto». In Lombardia ci saranno 5300 seggi. Gli altri 8 mila saranno distribuiti nel Triveneto, in Emilia Romagna, in Toscana, Umbria, Marche, e soprattutto in Piemonte dove sulla scheda saranno indicati pure i candidati premier della Padania. In lizza: Borghezio, Gnutti, Maroni, Pagliarini e Cavaliere. Il referendum - che l'Osservatore romano ha definito «assurdo e allarmante» - avrà un esito scontato. Sarà schiacciante la maggioranza dei sì all'indipendenza. Il segnale forte - dice Bossi - è indirizzato alla Bicamerale, dove la bozza D'Onofrio «disegna un finto federalismo che in realtà risulta un rafforzamento del centralismo». Prosegue Bossi: «'Sta roba di D'Onofrio mi è bastato prenderla in mano per capire l'imbroglio. Dove stan- E ni 21 % 95 e la ia] 00 16 no i soldi? Lì a Roma come arrivano? I soldi sono la chiave di tutto: il federalismo istituzionale deve essere legato al federalismo fiscale. Ogni Comune deve diventare esattore fiscale, per poi trasferire alle Province e alla Regione il quantum previsto. E allo Stato, di tutti questi danò, non si dovrà dare più del dieci per cento». I risultati del referendum arriveranno assai in fretta. Alle 18 la Lega comunicherà l'affluenza ai gazebo. E domani, alle 4 del pomeriggio, Umberto Bossi (che fino all'ultimo terrà segreto il luogo dove andrà a infilare la scheda) leggerà i risultati dal- la sede centrale di via Bellerio davanti a un tripudio di telecamere. Comunque vada sarà un successo, ripete da una mezza dozzina di giorni il segretario che sta battendo le piazze del Nord: Prato, Ferrara, Forlì, Vicenza, Verona, per chiamare alla mobilitazione i suoi militanti: «Al popolo il potere costituente!». Appelli ripetuti (negli ultimi due giorni) sui telegiornali Mediaset, ospite prima di Emilio Fede e poi di Paolo Liguori. [r. m.] Maroni: «Prevediamo 1 milione e mezzo di votanti. E non si verificheranno brogli perché saranno i leghisti a vigilare» ministro dell'Interno nel governo Berlusconi: «Chi si reca ai seggi verrà registrato: nome, cognome, data di nascita e residenza. I controlli saranno severi per evitare che la stessa persona voti più di una volta. Quando Il leader della Lega Umberto Bossi Marone mezzverificsarannA desJoPleader catala Il leader della Lega Umberto Bossi A destra Jordì Pujol leader catalano