«l'unità europea è un pericolo» di A. R.

«l'unità europea è un pericolo» «l'unità europea è un pericolo» Cunhal: dominano i Paesi ricchi e si rafforzano i nazionalismi LISBONA. Alvaro Cunhal è il comunista che rientrò a Lisbona da Praga il 30 aprile 1974, appena scoppiata la rivoluzione dei garofani. Oggi, a 83 anni, Cunhal non dirige più il partito - «un vero comunista sa quando deve ritirarsi» -, ma è un irriducibile dallo sguardo di sparviero. E' possibile essere comunisti negli Anni Novanta? «Con la lotta, gli obiettivi si raggiungono. Nella sinistra antagonista europea ci sono partiti che hanno trovato l'imperativo comune di agire per difendere i lavoratori contro il grande capitale». Cosa non le piace dell'unità europea? «In Europa dominano i Paesi ricchi i tedeschi anzitutto. C'è un rifiuto per i Paesi deboli, basta pensare a cosa si dice dell'Italia a Bruxelles, Se resta così, il trattato di Maastricht è un grande pericolo per il futuro dell'Europa. I teorici della Federazione europea dicono che es sa diminuisce i nazionalismi. Io penso esattamente il contrario. E poi c'è il problema della disoccupazione. In Europa ci sono forze politiche con ideologia fascista che cercano appigli nella disperazione dei disoccupati. Il pericolo più forte è che la democrazia diventi solo una spettacolo». [a. r.]

Persone citate: Alvaro Cunhal, Cunhal

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Italia, Lisbona, Praga