«Priebke? Un sadico picchiatore»

«Priebke? Un sadico picchiatore» Roma: il boia delle Ardeatine diserta l'aula, il confessore: «Aspetto da lui segni concreti di pentimento» «Priebke? Un sadico picchiatore» Testimonianze choc al nuovo dibattimento ROMA. Riparte il processo a Erich Priebke (e a Karl Hass). Tornano di scena gli accusatori. Di nuovo, come se nulla fosse accaduto in questo ultimo anno, in un'aula di giustizia si sente la voce tremula e indignata dei testimoni delle atrocità naziste a Roma. Uomini e donne ormai anziani che tornano con la memoria agli anni che furono. Ambrogio Ballina aveva 13 anni quando lo portarono a Regina Coeli. Si ricorda bene il giorno in cui portarono via gli ostaggi delle Fosse Ardeatine. «Guardai dallo spioncino. Priebke e Kappler avevano una lista in mano. Erano tutti come iene. Menavano e spingevano». Oppure Luciano Ficca, che fu detenuto a via Tasso. «Entrai nella stanza degli interrogatori. Priebke era seduto con i piedi sulla scrivania e un nerbo di bue. Lo faceva oscillare con aria minacciosa». O ancora Elvira Sabatini, moglie di Arrigo, che fu ferocemente torturato a via Tasso: «Mio marito ha sempre avuto gli incubi per quanto gli era successo. Mi raccontava degli interrogatori di Kappler, di Priebke, di Schutz. Priebke lo picchiò con il pugno di ferro. Era controllato, ma freddo e cattivo». A sentire questi racconti, però, ieri gli imputati non c'erano. Né Priebke, né Hass. C'era solo l'avvocato Carlo Taormina, difensore di Priebke, che dopo commenterà: «Quattro dei cinque testi hanno dichiarato di non aver avuto alcun contatto con Priebke. Un altro ha addirittura precisato di essere stato interrogato alla presenza di Priebke e che questi si astenne da qualsiasi intervento. Un'udienza che si è svolta all'insegna dell'inutilità. Di tutto si è parlato, meno che degli atti specifica¬ mente contestati a Priebke». Molto interessato alle testimonianze, invece, è un padre francescano di Frascati, il convento dove si trova l'anziano ufficiale nazista. Padre Andrea dice: «Lo lavoro ai fianchi, piano piano. Arriverà il momento in cui mi dovrà provare concretamente il suo pentimento per quello che ha commesso». Racconta padre Andrea che Priebke, nonostante l'età, si muove come un giovane soldatino. Sveglia tutte le mattine alle sette meno un quarto. Colazione nel refettorio. Poi pulizia della sua stanza. E alla fine viene il momento della corrispondenza: quasi ogni giorno riceve lettere dai suoi «ainmiratori», a cui risponde in giornata. Va a messa tutte le domeniche. Per parlare di pentimento e di ravvedimento, però, il francescano aspetta «segni concreti». Riferisce padre Andrea: «Parliamo spesso del passato. Mi diceche con il nazismo lui ha chiuso. "Con il '45 è finita una parte della mia vita. Mi sono fatto un'esistenza nuova". Ma non ho ancora capito che valutazione dà di ciò che ha fatto. Priebke sente la colpa per i due uomini che ha ucciso personalmente alle Fosse Ardeatine». Parla mai del presente, con il confessore? «E' rimasto molto colpito e ammirato del messaggio di pace che il Papa ha inviato da Sarajevo. "La guerra è una grande tragedia da evitare sempre". E quando si incagliò la nave Vittorio Veneto, mi disse: "Che figuraccia per l'Italia!" Non si lamenta mai del cibo, mangia tutto, fa passeggiate nel chiostro». [fra. gri.] L'ex ufficiale nazista Erich Priebke: è sotto processo per la strage delle Fosse Ardeatine. Con lui è imputato anche Karl Hass

Luoghi citati: Frascati, Italia, Roma, Sarajevo, Vittorio Veneto