Funzionario delle tasse in manette
Funzionario delle tasse in manette Per una mazzetta Funzionario delle tasse in manette ROMA DALLA REDAZIONE Un'accurata indagine, la scoperta di «alcune irregolarità», che potrebbero «costare care», e poi l'intesa: sistemiamo tutto noi. Per risolvere il problema, basta pagare una manciata di milioni: però l'attività professionale, si garantisce, è salva. Era più o meno questa la filosofia di lavoro di un funzionario dell'uffico Imposte dirette di via della Conciliazione, a Roma. Si chiama Nicola Sorrentino, ha 45 anni, ed è stato arrestato su ordine di custodia cautelare per «corruzione, concussione e istigazione alla corruzione» dagli agenti della Criminalpol del Lazio, diretta da Nicola Calipari. Il provvedimento, firmato dal gip del tribunale di Roma, Guglielmo Muntoni, era stato chiesto dal pubblico ministero Maria Cordova che ha coordinato le indagini. Altri tre funzionari sono indagati, in stato di libertà, in concorso per gli stessi reati attribuiti a Sorrentino. Il funzionario avrebbe chiesto ed ottenuto dai titolari di due studi dentistici romani circa 15 milioni ciascuno. Nicola Sorrentino, che ora si trova agli arresti domiciliari, avrebbe preteso le mazzette per «aggiustare» alcune presunte irregolarità contabili rilevate nei corso di verifiche fiscali che erano state decise dal ministero delle Finanze nel settore odontoiatrico nei primi mesi del 1995. Il funzionario delle Imposte dirette avrebbe, secondo l'accusa, convinto i professionisti a pagare facendo loro temere la chiusura degli studi, quando in realtà i medici avrebbero potuto sanare le irregolarità contabili riscontrate dal funzionario con una multa di entità inferiore alla mazzetta pretesa e pagata. I fatti contestati al funzionario risalgono al '94. Dall'ufficio Imposte dirette, vengono predisposte alcune verifiche sull'attività degli studi dentistici e di odontoiatria della capitale. A Sorrentino e ad un collega vengono affidati i controlli da effettuare in uno studio che ha sede in una zona residenziale nella periferia di Roma. In un secondo momento della verifica viene affiancato ai due funzionari un terzo collega il quale fa presente che nei conti dello studio dentistico c'è qualcosa che non quadra. Sorrentino si oppone dicendo che secondo lui la situazione non è così grave. Il collega «scomodo» fa presente la situazione all'ufficio Imposte. Sorrentino viene sostituito nell'incarico. Dopo pochi giorni arriva un esposto sul tavolo del magistrato Maria Cordova. Si indaga sul caso. La Criminalpol del Lazio, dopo aver riferito al pubblico ministero i risultati delle indagini, esegue l'ordinanza di custodia cautelare disposta dal gip Muntoni.
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