Parigi ribelle all'erede dì Chirac di Enrico Benedetto

Parigi ribelle all'erede dì Chirac Consulenze milionarie alla moglie, inchieste, brogli: il sindaco Uberi è in ginocchio Parigi ribelle all'erede dì Chirac La Destra rischia di perdere la capitale PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un fantasma si aggira per la Ville Lumière. Non è Belfagor redivivo ma il sindaco Jean Tiberi, ormai promosso al ruolo di punching-ball nazionale causa le molteplici disavventure giudiziarie. La sua è una vera campagna elettorale ombra. «Per favore Jean, non venire a sostenermi in pubblico: ho già abbastanza guai» lo supplicano, unanimi, i candidati governativi di 19 arrondissement su 20. Fa eccezione il V, suo feudo storico. Ma il successore di Jacques Chirac è comunque straniero in patria. Dovrà battersi contro 28 liste alternative, record nazionale. Come avvoltoi, gli outsider planano sulla magica Piazza del Panthéon ove troneggia una Mairie oggi autorevole solo nel profilo architettonico. Improbabile che ai variegati oppositori - tra cui abbonda lo spirito goliardico venga concesso scalzarlo. Eppure Tiberi è già un cadavere politico. Non rimarrà sindaco, dice la vox populi. Peraltro, ne brigano la poltrona almeno due fedelissimi (e ministri) chiracchiani: Bernard Pons e Jacques Toubon. Ma dietro il crollo, fin troppo annunciato, dell'assessore cui Chirac volle trasmettere - abbandonando nel maggio '95 l'Hotel de Ville - il suo regno municipale per installarsi all'Eliseo, possiamo leggere in filigrana la crisi che attanaglia l'rpr e l'udf ove meno ce lo si poteva attendere: Parigi. I sondaggi, più o meno top secret, danno tuttora vittorioso il Centro-Destra. Ma per la Gauche si profila una insperata riscossa nella capitale. Alle ultime Politiche si aggiudicò ap- pena 2 circoscrizioni su 21. Dovrebbe perlomeno quintuplicare il bottino. Non che Edouard Balladur - il più celebre tra i candidati: Juppé ha deciso di tentare la sua chance altrove corra seri pericoli a Montparnasse, ma una Beresina globale nuocerebbe non poco all'immagine che il tandem EliseoMatignon è uso promuovere: efficienza, riforme, buona amministrazione. Le colpe di monsieur Tiberi (senza dimenticare la moglie Xavière, sott'inchiesta insieme a Jean per un remuneratissimo impiego fittizio) sono numerose. Scarsa trasparenza economica, massicci clientelismi e fondi neri che la «macchina comunale» drenerebbe per alimentare le casse golliste. Ancora nessun processo, complici i ritardi «tecnici e l'ostruzionismo in cui eccelle il Guardasi- gilli. Ma ben 8 giudici - bilancio non definitivo: il numero sale con bella progressione - indagano sugli abusi da anni abituali nel bastione che Jacques Chirac usò come trampolino verso la Presidenza. In 24 mesi appena, il giocattolo si è rotto. Tiberi ereditava un meccanismo delicatissimo. Gioiello di Chirac, Parigi ne ricambiava le attenzioni. E il ca¬ risma può ipnotizzare. Al resto, pensava l'equipe dei colonnelli: Juppé in prima linea, vicesindaco e plenipotenziario sulle civiche finanze. Perdendo leader supremo e staff qualifi¬ cato, la cittadella non poteva che ritrovarsi sguarnita. E secernere gli affaires pregressi. Jean Tiberi, buon funzionario ma cattivo manovratore, ne esce a pezzi. Rari comizi open. Un meeting semiclandestino a inviti su cui «Le Monde» ironizza, poster sui muri che qualche ora dopo l'affissione già si ricoprono di contumelie - nella hit parade trionfa «voleur», ladro - e sorde minacce contro chi «vuole denigrarci attraverso vergognose calunnie». La sua «Challenger» N° 1 è Lyne Cohen-Solai. Socialista, riuscirà - affermano le rilevazioni demoscopiche - a infliggergli un doloroso ballottaggio. Segue una pletora di candidature ecologiste: sei formazioni diverse. Ma non possono invocare il verde pubblico. Jean Tiberi lo difende da sempre. Nuove piste ciclabili, giardini che si possono ormai «calpestare» senza incorrere nei fulmini della legge, targhe alterne - una première - se gli ossidi soffocano Paris. Eccoli dunque puntare sulla corruzione. Antologia da volantini: «Un tempo, se gridavi per strada "Al ladro" si voltavano gli arabi: adesso i politici». Poi c'è «Sos Papa». Ovvero i divorziati cui la magistratura sottrae i figli. «Votateci, otterremo giustizia». Ancora i sostenitori della «Legge Naturale» e un «Parti humaniste»: entrambi formazioni a carattere settario, fanno proselitismo in politica. E che dire del gruppo anti-Ena? «Aboliamo le Grandi Scuole, costose e iperburocratiche. Fate acquistare il Sahara a un enarca: comprerà sabbia altro ve». Enrico Benedetto La gauche potrebbe conquistare metà delle 21 circoscrizioni e il primo cittadino sarebbe costretto al ballottaggio Il sindaco di Parigi Jean Tiberi con la moglie Xavière, accusata di aver lucrato denaro pubblico A destra, il presidente Jacques Chirac

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