«Vogliono demolire il Welfare» di Antonella Rampino

«Vogliono demolire il Welfare» INTERVISTA IL LEADER NEOCOJVIUNiSTA «Vogliono demolire il Welfare» Bertinotti: così rischiamo vere crisi sociali LISBONA DAL NOSTRO INVIATO I luoghi non sono estranei agli accadimenti. Da Londra, lo scorso fine settimana Bertinotti avvisava: «La Bicamerale è alla deriva». Da Lisbona, dove vent'anni fa c'è stata l'ultima rivoluzione social-comunista del Vecchio Mondo, Bertinotti raddoppia: «La deriva della Bicamerale è doppia». E spiega: «Rifondazione non voterà mai a favore né sulle proposte di Salvi né su quelle di D'Onofrio. Presenteremo, invece, delle bozze alternative». Bertinotti è a Lisbona perché oggi, e nella Plaza de Toros, ci saranno tutti i Bertinotti d'Europa. «Partiti antagonisti», li chiama lui: sono i 14 gruppi, 40 deputati in tutto, rappresentati sotto una medesima sigla a Strasburgo. Dice Fausto il rosso, che per l'occasione s'è vestito d'azzurro, jeans compresi, come il Paul Newman delle «Dolci ali della giovinezza», che «la nostra politica è antagonista in Europa, non contro l'Europa. Nell'Unione c'è un deficit di politica che noi vogliamo colmare». Anche in Italia seguite la stessa politica, onorevole Bertinotti? Perché lei ha detto, ancora una volta, che la spesa sociale non si tocca. E Prodi le ha risposto che lei non è il presidente del Consiglio... «Quello che dice Prodi non è contestabile: effettivamente, io non sono il capo del governo. Ma Prodi ha aggiunto che crede sia possibile trovare spazi di mediazione. Ne sono contento. E' di buon auspicio per il governo. Ribadisco però che per trovare un compromesso non bisogna fare tagli alla spesa sociale». Rifondazione ci starebbe a fermare almeno la spesa per le pensioni, la cui dinamica di crescita nei prossimi anni sarà esponenziale? «Si tratta di formulazioni statistiche fortemente fuorviami. Che la spesa pubblica sul Pil risulti in prospettiva fuori dalla media dei Paesi europei deve essere dimostrato. Mentre dimostrato, per ora, è che pensioni e sanità negli anni scorsi hanno contribuito in Italia a ridurre significativamente il deficit in rapporto al Pil, che oggi è intorno al 3 per cento. Non si può fare di più. Si aprirebbero vere e proprie crisi sociali». D'Alema ha sostenuto che l'I talia non si può più permettere le pensioni di anzianità. Poi ha innestato la retromarcia. Lo ha convinto lei? «Francamente, è questo modo di intendere la politica che non possia- mo più permetterci. Sa cosa le dico? Chissenefrega del perché D'Alema ha fatto retromarcia. Stiamo ai fatti: una campagna del tutto analoga a quella che sta partendo in questi giorni ha fatto sì che al solo fine di sfuggire al pericolo del taglio delle pensioni di anzianità 65 mila insegnanti hanno fatto domanda. Il rischio per il Paese è di un servizio fondamentale che non funziona più. Si dovrà intervenire per decre- to, noi in via eccezionale abbiamo detto che per un anno si può chiedere ad alcuni di questi lavoratori di soprasseùere, e c'è comunque un malcontento, un'instabilità generale. Vogliamo continuare così? Anche nel pubblico impiego? E' impraticabile la messa in discussione delle pensioni di anzianità». Lei dice che in Bicamerale si stanno intrecciando intese diverse da quelle che sostengono il governo. E anche Fossa ha invitato Prodi a trovarsi una maggioranza diversa. Ne trarrete le debite conseguenze? Sono cose molto diverse. La Confindustria si sta ritagliando un ruolo politico, su una linea interventista che non ha precedenti, ha l'arroganza di indicare al governo le misure da prendere, nei tempi e nei modi che la Confindustria gradisce, e con l'esclusione di Rifondazione. Credo che per igiene politica il governo e la maggioranza debbano rendersi impermeabili a questa pretesa. Ma questo atteggiamento di Fossa rivela a quale punto di asprezza è arrivata la contesa sociale in Italia. L'obiettivo è la demolizione dello Stato sociale. Che invece va riformato: la discussione va fatta. Sulle riforme istituzionali siamo ancora più preoccupati. Certo che ci sono anche le relazioni politiche in questione: i materiali della Bicamerale sono così contraddittori proprio perché c'è una ricerca di convergenza tra le forze prevalenti dell'Ulivo e quelle del Polo, e con la Lega. E questo al punto da mettere in secondo piano i contenuti. Premierato e semipresidenzialismo sono ormai diventate proposte equivalenti, e la proposta sul federalismo è pazzesca. Ci si rende conto che si propone che in Italia il sistema scolastico possa essere diverso a seconda delle regioni? E' solo un esempio. Gli altri, li faremo nelle prossime settimane». Onorevole Bertinotti, che cosa farete? Rifondazione è di nuovo contro tutti, anche contro il governo? «Le nostre battaglie sono distinte. Faremo una lotta politica alle larghe intese, una lotta istituzionale per discutere a fondo delle riforme, una lotta sociale per il Welfare. Qualcuno, a cosa diventerà la democrazia in Italia, dovrà pur pensarci». Antonella Rampino