«Welfare, siamo ai rigori» di Marina Cassi
«WeHare/ siamo ai rigori» IL CASO RIFORME E INDUSTRIA «WeHare/ siamo ai rigori» Agnelli: il futuro sarà comunque difficile PTORINO ER la riforma dello Stato sociale siamo ormai ai rigori». Probabilmente suggestionato dalla serale partita-scudetto della Juventus a Bergamo Giovanni Agnelli, ieri mattina al Lingotto per visitare il Salone del libro, ha utilizzato una metafora calcistica per rispondere alle assillanti domande dei giornalisti sullo Stato sociale. Secondo uno dei massimi esponenti del capitalismo italiano, quindi, la partita vera e propria è finita, si sono consumati anche i tempi supplementari e non resta che quella manciata di minuti in cui si gioca il tutto per tutto. Che è come dire che nell'agenda politica la riforma deve venire prima di qualsiasi altro impegno. Se al governo Prodi il tempo per affrontare la revisione del Welfare sta per scadere paiono migliorare un po' i toni della polemica della Confindustria nei confronti del governo di centro-sinistra. Già giovedì all'assemblea dell'associazione il clima - a poco più di un mese di distanza dalla manifestazione confindustriale contro il prelievo sul Tfr - sembrava leggermente migliore. E ieri mattina - passeggiando tra i libri, nel corso di una visita al Salone così lunga e interessata da mettere persino in crisi l'organizzazione - il presidente onorario della Fiat ha confermato: «L'assemblea della Confindustria mi pare sia andata molto bene. L'intervento di Prodi è stato moderato, così come quello di Fossa. Quindi è andato tutto molto bene». Meno malun.ore governoimprenditori non significa però che i problemi del Paese siano risolti e Agnelli non è troppo ottimista per l'immediato futuro: «Gli anni prossimi saranno comunque difficili». E a chi lo sollecita- va a inviare un messaggio agli italiani all'estero ha risposto: «Devono guardarci con grande affetto, ma anche con preoccupazione». Nella sosta allo stand della Rai Giovanni Agnelli ha affrontato un altro tema che appassiona - e preoccupa dopo i recenti fatti di Venezia - il dibattito politico-culturale, quello del federalismo. Secondo il presidente onorario della Fiat oggi il federalismo in Italia «è di difficile definizione». Si è soffermato sull'argomento più a lungo che su altri, indice di un interessamento profondo. Ha ricordato che esistono il «fenomeno elvetico e il modello americano» e ha aggiunto: «In Italia credo che ci vorrà molto tempo prima che il federalismo possa funzionare». Agnelli ha voluto sottolineare la sua profonda fiducia nell'Europa unita. Ha detto: «Ciò che mi interessa di più sono gli Stati Uniti d'Europa, poi bisogna vedere quali sottoformazioni vi faranno parte. E bisogna anche vedere quali possono essere i tempi». Riflettendo sulla possibile futura forma di Stato ha sostenuto: «E' inevitabile comunque che lo Stato nazionale in parte si disorganizzi. E' un processo comune ai Paesi europei. La Spagna ha la questione catalana, la Francia invece è la più centralizzata, ma il problema è comunque comune». Marina Cassi «Il federalismo? A me interessano di più gli Stati Uniti d'Europa» «Bene i toni moderati tra Fossa e Prodi» L'avvocato Giovanni Agnelli ieri al Salone del Libro
Persone citate: Agnelli, Giovanni Agnelli, Prodi
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