Chi sono i 63 partecipanti

— FINO AL 29 GIUGNO — FINO AL 29 GIUGNO Chi sono i 63 partecipanti Ecco gli artisti presenti: Gianantonio Abate, Giovanni Albanese, Giovanni Albertmi, Karin Andersen, Maurizio Arcangeli, Guglielmo Aschieri, Salvatore Astore, Mauro Benetti, Enzo Bersezio, Luciano Bertoli, Corrado Bonomi, Walter Bortolussi, Carmine Calvanese, Maurizio Camerani, Umberto Cavenago,' Manuela Corti, Ferruccio D'Angelo, Aldo Damioli (foto a sin: Venezia-New York), Domenico David, Mario Della Vedova, Santolo De Luca, Enrico De Paris, Filippo Di Sambuy, Chiara Dynys, Fasoli m. & m., Raffaello Ferrazzi, Alessandra Galbiati, Francesco Garbelli, Dario Ghibaudo, Maurizio Goldoni, Gianni Gori, Ale Guzzetti, Fathi Hassan, Iginio Iurilli, Ernesto Jannini, Gabriele Lamberti, Marco Lavagetto, Piera Legnaghi, Marco Lodola, Mario Manieri, Luigi Mastrangelo, Antonella Mazzoni, Mercurio, Vinicio Momoli, Enzo Obiso, Odinea Parnici, Gianni Pedullà, Andrea Petrone, Plumcake (a destra: Donna in Vespa con cane), Pierluigi Pusole, Turi Rapisarda, Ascanio Welcome Renda, Andrea Renzini, Antonio Riello, Bruno Sacchetto, Gianni Sani, Gaetano Sgambati, Antonio Sofianopulo, Luigi Stoisa, Eraldo Taliano, Nello Teodori, Luisa Valentini, Bruno Zanichelli. Orario: 9/19 tutti i giorni, chiuso il martedì. Fino al 29 giugno. Ingresso: interi 10 mila, ridotti 5 mila. Informazioni: numero verde 167-015475. Catalogo: Edizioni d'Arte Fratelli Pozzo, 45 mila-lire. E' sufficiente andare a vedere, avvicinarsi alle nuove immagini con un pensiero in continuo movimento, pieno di contraddizioni e contaminazioni e con occhi particolarmente attenti a tre nomi: Za¬ nichelli, Ferrazzi e Goldoni, tre giovani scomparsi che forse proprio per il loro destino hanno lasciato tracce importanti. Lisa Parola MATERASSI BISEX Sette sedie disposte alla rinfusa al centro della stanza. Su ognuna di esse è avviluppata una lunga stringa metallica. Osservando da vicino, in mezzo a quel groviglio, ci si accorge che lo schienale è stato dipinto con spatolate di stucco da carrozziere e vernice alla nitro, nera come pece. Un'identica stesura informale, densa e corposa, materica per l'inserimento di pezzi di terra, fino a diventare quasi un bassorilievo, ritroviamo sopra quattro materassi che, allineati a parete in verticale, costituiscono una grande installazione nella stanza a fianco. Sulle «tele» di quei materassi si raggrumano macchie nere o grigiastre dentro cui s'intravedono un organo sessuale femminile e uno maschile. Si presentano così al pubblico le due installazioni realizzate da Sergio Ragalzi nel 1993 e solo oggi esposte al pubblico in occasione di questa personale fino al 5 luglio in via degli Artisti 10, indirizzo che dà anche il nome a questo spazio espositivo gestito dall'Associazione Culturale Palazzo Giovine. L'artista torinese esprime in questi lavori una concezione tragica della vita. L'arte per Ragalzi è metafora esistenziale. Le sedie e i letti sono archetipi evanescenti di un corpo umano spesso devastato, carbonizzato. Non a caso le due installazioni s'intitolano rispettivamente «Antropomorfe» e «Esistenze». Guido Curio Sergio Ragalzi via degli Artisti, 10; da mar. a sab. 16-19,30; fino al 5/7

Luoghi citati: New York, Venezia