VISITATORE, SII ACCORTO Gioie e dolori del Salone dal teledivo alla piazza

CONSIGLI CONSIGLI VISITATORE, SII ACCORTO... Gioie e dolori del Salone dal teledivo alla pizza le fondazioni; spesso si tratta di libri belli e insoliti, con un prezzo politico, cioè inferiore al loro costo. Se notate un assembramento di folla, evitatelo come la peste; di sicuro si tratta di qualche divo televisivo in fregola culturale che è lì per rapinare i vostri soldi in Sopra, il Salone Sotto, scena delfilm «Tutti giù per terra» cambio di un non libro. Invece gli autori veri li troverete negli stand dei loro editori, seduti su poltroncine sempre troppo basse, con un imbarazzato sorriso stampato sul volto. Avvicinateli senza timore; se uno scrittore è presente al Salone significa che ha piacere di in¬ contrare i suoi lettori e conversare con loro; la scrittura è un'attività che si esplica in sohtudme e che si completa con l'atto della lettura, che a sua volta richiede isolamenti; al Salone queste due metà hanno l'occasione per incontrarsi. Se la conversazione con il vostro autore preferito dura abbastanza a lungo, vedrete spuntare dallo sgabuzzino dello stand una bottiglia, dei bicchieri e una scatola di biscotti per un piccolo festeggiamento. Io so dove si trova anche dell'ottimo salame, del formaggio e un grande Dolcetto, ma qui non posso dirlo. Se ci incontriamo nel Salone ve lo rivelerò a voce. Naturalmente il Salone del Libro è fatto anche di convegni e presentazioni e da questo punto di vista il Lingotto è una macchina espositiva perfetta che non ha eguali in Italia. Se avete intenzione di assistere a un dibattito, prendete posto nella relativa sala mezz'ora prima dell'inizio perché superata la capienza le gentili hostess non vi lasceranno entrare e dovrete seguire gli interventi da fuori attraverso un televisore; le sale sono sempre piene perché molti ci vanno per tirare il fiato e magari farsi un sonnellino cullati dalle voci dei relatori. Evitate i convegni dove parlano i politici di prima grandezza: arrivano con la scorta, sono seguiti da un codazzo di lecchini e leggono un testo che gli ha scritto qualcun'altro. Al Salone si mangia discretamente bene, sia al ristorante che al self service; quest'ultimo offre un ottimo servizio di carni con uno scalco che ve le trincia sul momento. Buona, anche se cara, la pizza servita a trance su cartoncini; quando addenterete il primo morso scoprirete che ha la temperatura del piombo fuso e vi farete cadere sulla camicia il resto della fetta. Poi non dite che non eravate stati avvertiti. Buon divertimento. Bruno Gambarotta APRE il Salone del Libro. Apre la stagione della caccia. Tutti a caccia di tutti. E di tutto. Dieci anni fa, al salone numero uno, la cosa era un poco meno cruenta: sembrava piuttosto di andare per funghi, ci si aggirava con circospezione tra gli stand, alla ricerca di titoli più o meno introvabili in libreria, e le case editrici sembravano assecondare questo nuovo sport, esponendo sui loro scaffali generosi frammenti di catalogo. Con una certa dose di fortuna potevi imbatterti in una qualche opera di Kierkegaard da tempo scomparsa dal mercato: immediatamente la mostravi agli amici come se tra le mani stringessi un'intera famiglia di porcini, suscitando sorrisi forzati e sguardi carichi d'odio, era l'ultima copia disponibile in Italia e l'avevi trovata tu, proprio tu, lì, a due passi dal Valentino, dove non crescono nemmeno i prataioli. Se ti succedeva di incrociare per caso anche solo lo sguardo di uno scrittore, immediatamente ti precipitavi al telefono pubblico più vicino, per raccontarlo alla mamma, subito, anche se il più delle volte la mamma non ci credeva e pensava che avessi bevuto, perché gli scrittori scrivono, al più vanno in televisione, ma non li si incontra così, per sbaglio, nello stesso luogo dove solo qualche settimana prima si era tenuto il salone della sposa o della montagna. Insomma allora era diverso, e

Persone citate: Bruno Gambarotta, Consigli Visitatore, Kierkegaard

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