La sua Valentina svestita di nuovo con nonna Louise e «nonno» Corto Maltese

La sua Valentina svestita di nuovo con nonna Louise e «nonno» Corto Maltese La sua Valentina svestita di nuovo con nonna Louise e «nonno» Corto Maltese disegnare l'incontro, e anche lo scontro carnale tra il marinaio errante di sangue misto anglogitano Corto Maltese e l'altrettanto inquieta ebrea polacca Louise Brookszowyc futura nonna di Valentina fu Guido Crepax. H nome e il cognome di lei erano falsi perché il padre, ufficiale dell'Impero Asburgico, non poteva riconoscere la convivente a causa della razza. Ma nome e cognome inventati non andavano troppo all'interessata che preferiva il nome, per così dire, di battaglia indicante anche la professione, quella che passa per la più antica del mondo. Sant'Ambrogio's Belle. Quando Corto Maltese si spogliava, impaziente, invocando: «Louise...» lei già nuda e risplendente si ribellava: «Perché mi chiami così? Io sono Belle. Io sono Belle, la puttana...». Sapevano di doversi separare. E avevano l'aria di rimproverarsi a vicenda. Anche se erano loro a decidere. «Sì, tu sei bellissima! Ma non arrabbiarti. Io ti amo!...» insisteva lui. «Sì, vai, vai! E' meglio che fai presto! Questa sera aspetto il conte Morosini...» lo provocava lei. E lui non s'arrendeva: «No... Hugo è l'insuperabile classico arrivato alla perfezione. Guido il rivoluzionario che rovescia il gioco. Estroverso l'uno, introverso l'altro IMMORTALI: SI VOTA AL SALONE E VIA INTERNET IL nostro sondaggio - gioco «Saranno immortali» continua al Salone del libro, nello Spazio Multimediale. In collaborazione con la Libreria Fontana, il Salone ha pensato di coinvolgere i visitatori invitandoli a votare sulla base della classifica dei primi 50 nomi scelti dai lettori di Tuttolibri. Potranno «giocare» anche i navigatori di Internet (URL/ www. prosaloni.com/immortali). I dati della classifica verranno via via comunicati e aggiornati su un grand", schermo. Accanto alla postazione telematica, sarà allestito un piccolo set per una «Maratona degli immortali»: ogni visitatore potrà scegliere di leggere una pagina, un ricordo del suo personaggio preferito. A ogni lettore verrà donato un volume scelto tra i «Classici» offerti dagli editori presenti al Salone. Anche le letture della Maratona saranno immesse in Internet. E via Internet si potranno inviare al Salone «le parole» memorabili del proprio immortale. tu non aspetti nessuno. Me l'avresti detto! E' che tu...». Lei non lo lasciava finire, furiosa, tempestava: «Cosa, io? Cosa sai tu di me? Sei venuto tre volte e vuoi sapere... No, no, tu non sai niente! Non sai niente. Ma vai... vai! Sei un marinaio, no?». Il Corto Maltese disegnato da Guido Crepax era meno stilizzato di quello disegnato da Hugo Pratt. Essendosi tolto galantemente dalla testa il solito berretto marinaresco aveva scoperto dei capelli con tendenza al disordine e dei lineamenti meno sicuri inequivocabilmente disposti a lasciarsi corrodere dalla violenza della passione, il naso gli si smussava, incurvava, diminuiva e tutto il resto cedeva. Era come se Guido Crepax, avendo l'insperata possibilità di usufruire di un personaggio non suo, ne approfittasse per prendersi delle licenze esagerate. Come se cercasse di rendere più umano quell'essere mitologico. Il mito dell'irresistibilità del maledetto marinaio. In un'altra pagina di Anthropology Valentina Rosselli in vacanza riprendeva con il marito il discorso su quel marinaio che le pareva di avere incontrato passeggiando a Pola. Riferiva qualcosa che si era sentita dire da sua madre. Ovvero delle notizie sulla nonna Louise: «Mia mamma era molto spregiudicata... Ma di quel marinaio si era davvero innamorata! E forse anche lui...». Valentina ricordava di aver provato a saperne di più: «E tu, mamma, non lo hai proprio mai visto?». La mamma aveva ribadito: «No... quel maledetto marinaio non l'ho mai visto!...». E aveva rincarato: «E poi... te l'ho detto... Io non sono sicura che lui...». Un discorso non impegnativo. Magari uno spunto per qualche altro gioco amoroso, mentre Valentina indugiava a letto con il marito. «Lei era molto libera...» diceva Valentina. «Tutta diversa dalla mamma!... La mamma era timida, introversa...». «E tu hai preso dalla non¬ na Louise...» concludeva il marito a cui Valentina stava mettendo le mani addosso. «Proprio! Ma anche questo, lo sai, no?...». Comunque, temporaneamente esaudito l'ennesimo desiderio, Valentina ci rifletteva un poco sopra in un turbine di nuvolette: «... La nonna... Basta con queste vecchie storie!...». «Siamo alla fine della quarta puntata... e ancora non è successo niente...». «Cioè... c'è stato qualcosa. Ho visto, non sono io ad aver visto...». «Io non so mai se le mie avventure sono del tutto reali...». «Ma come si fa a fotografare un fantasma?...». Sulla nonna Louise toccò a Hugo Pratt dire ancora qualcosa, quando Corto Maltese in Tango riapparve in Argentina, e proprio per cercar lei, rincontrarla. Purtroppo, per lei non c'era più niente da fare. Era morta, e morta male, ammazzata da gente senza scrupoli, a quanto si diceva per aver tentato di far luce su un grosso scandalo. E presto il marinaio errante si doveva render conto di essere in pericolo di restarci anche lui. Bastava che rivolgesse qualche domanda indiscreta in giro e il suo malcapitato interlocutore veniva soppresso a pistolettate. Si praticava una giustizia sbrigativa a Buenos Aires. La parola d'ordine pareva essere non si fanno prigionieri. E c'era di mezzo una bambina. La figlia di Louise di cui lui aveva appena appreso l'esistenza. La bambina che si chiamava Mania. «Una bambina sua? o anche tua?» domandava a Corto Maltese la vecchia per così dire amica Esmeralda a cui si rivolgeva per avere informazioni sicure, e il marinaio dalle mille vite ribatteva forse troppo affrettatamente: «No, non è mia! Una volta a Venezia, sua madre ebbe delle attenzioni per me e divemmmo amici. Ultimamente, di ritorno da un viaggio, ho trovato una sua lettera che era una richiesta d'aiuto. Non scriveva di questa bambina. L'ho saputo solo quando La seducente Valentina e il suo disegnatore Guido Crepax, che immaginò l'incontro tra Corto Maltese e Louise, nonna di Valentina sono arrivato qui in Argentina...». A Esmeralda Corto Maltese chiedeva di rimetterlo in contatto con El Gringo, ovvero con il fuorilegge nordamericano di cui era stato complice in giorni lontani. Esme¬ ralda prometteva il suo aiuto ma, quando si congedavano, non poteva evitare di cedere ancora alla curiosità. «Corto... Toglimi una curiosità... Sei mai stato innamorato e, se lo sei stato, di chi?...». «Sì, tanto tempo fa. Buona notte Esmeralda...» rispondeva, laconico, lui. Lei non insisteva troppo. La sua non era più una domanda, era una constatazione: «Non mi hai detto chi è...». «Il suo nome non ti direbbe niente. A presto Esmeralda» aveva tagliato corto il Corto e se n'andava con quel suo berrettino in bilico sugli occhi e quei pantaloni a zampa d'elefante che gli si gonfiavano dietro come uno strascico. Corto Maltese incontrava El Gringo, che poi era il fuorilegge nordamericano Butch Cassidy che s'era fatto creder morto, trovava la bambina Mania e vendicava la sua amica Louise Brooksowyc a colpi di coltello e a ritmo di tango. - Mesitation. La parola tango è nata prima del ballo in questione. Nel secolo scorso si parlò e si scrisse di tango in tre maniere diverse: come un ballo degli schiavi negri chiamato anche tambo, perché accompagnato da un tamburo; come il ballo spagnolo andaluso che si ritrovava nelle zarzuelas, l'operetta o la commedia musicale, la revoltosa, la verbena della paloma; infine come il grande ballo del Rio de la Piata. E' giusto che l'avventura concepita da Guido Crepax e Hugo Pratt si concluda con un ritmo così suggestivo. Ognuno dei due maestri ha disegnato la sua parte seguendo il suo estro, e non pensando a unire le tavole di Anthropology a quelle di Tango a costituire la testimonianza di un dominio inconfutabile del fumetto. Così simili e così diversi. Hugo Pratt è l'insuperabile classico arrivato alla perfezione, ma Guido Crepax è il rivoluzionario che cambia il gioco. Hugo Pratt, estroverso, è quello che ha superato tutti i grandi del passato ma a un certo punto comincia a non sopportare più le regole della sua arte, a trascurare per pigrizia o stanchezza la perfezione. Guido Crepax, introverso, distrugge l'architettura classica troppo risaputa riordinando in un altro ordine le dimensioni e la percezione della narrativa mutuando regole dal cinema, ma a un certo punto pare nutrire un odio programmatico per la figura umana già idolatrata. Le crisi parallele esigerebbero un troppo lungo commento a giustificazione di questi eretici dubbi avanzati sull'arte dei due maestri. Magari lo si tenterà in seguito. Per ora è meglio che me la cavi, ricorrendo ancora una volta alla schietta sincerità di Valentina: «Si erano incontrati in Piazza San Marco... Veramente non ne sono proprio sicura.... Ma a Venezia non ci s'incontra sempre in piazza San Marco? ...Poi si erano rivisti a casa di lei... Mia nonna riceveva spesso... Aveva molti amici... E non li ricordava certo tutti... Ma questo marinaio lo ricordò... Io non so molto di più... Una volta nelle famiglie c'era molto riserbo... delle reticenze...». Sincera, scandalosa Valentina. Oresie del Buono 3 BAinr/'Miiiii

Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, El Gringo, Pola, Venezia