UN NUOVO CONTRATTO TRA CITTADINI E STATO

UN NUOVO CONTRATTO TRA CITTADINI E STATO UN NUOVO CONTRATTO TRA CITTADINI E STATO La sfida verso VEuropa ed il Duemila ER politici e intellettuali è la crisi dello Stato sociale, per cinquanta milioni di italiani, divisi tra pensionati e pensionandi, è il rischio del loro futuro e dei loro risparmi. Per lambiccati politologi e aspiranti al potere è la riforma della Costituzione, per gli altri nostri concittadini è la speranza di essere governati un po' meglio. Alla vigilia dell'ultimo round per il nostro ingresso in Europa, l'intrecciarsi dei due grandi problemi di fronte ai quali si dibatte e si accapiglia la classe politica non costituisce una mera coincidenza temporale, ma la naturale confluenza della discussione sul tema fondamentale: come modernizzare il nostro Stato per affrontare la sfida del prossimo secolo. Infatti, occorre costruire un nuovo contratto tra la politica e l'economia del nostro Paese, ma anche stipulare un nuovo patto fra i cittadini e i loro rappresentanti politici. Lo sviluppo della società ci- LA SFIDA DELLE RIFORME Sabato, ore 18 Auditorium Intervengono: Carlo Callieri Sergio Cofferati Luigi La Spina Franco Marini Sergio Romano vile in questi ultimi anni del nostro secolo ha messo in crisi, contemporaneamente, due capisaldi del vecchio contratto sociale sul quale si fondava il nostro Stato: da una parte la centralità del «partito», come quasi esclusivo mediatore tra gli interessi, le ideologie degli italiani e la politica e, dall'altra, la garanzia di un futuro protetto dallo Stato di fronte alle crude regole del mercato economico. E' stata l'inefficienza a far saltare il rapporto essenziale di mediazione politica tra i cittadini e lo Stato rappresentato dal partito: il tasso di corruzione e di improduttività del sistema era diventato troppo alto e il meccanismo fondamentale della Prima Repubblica si è inceppato. Un modello istituzionale fondato su misura per il partito, per questo moloch, invasivo e prepotente, della nostra vita civile è apparso, allora, vecchio e insufficiente. Da qui l'esigenza di rimodellare un sistema di governo, ma anche un più ampio modello di partecipazione politica che possa consentire di evitare una drammatica separazione tra gli italiani e il loro Stato. Proprio mentre si accentuano in tutto il mondo, ma specialmente in Europa, culla delle nazionalità, i segni di una crisi dello Stato nazionale. La demografia, invece, con lo scandire inesorabile negli anni di una diversa composizione fra classi di età nelle società occidentali, è stata la «mina» dello Stato sociale. E, anche in questo caso, il problema non è solo italiano, ma invade tutta l'Europa. Nel nostro continente, infatti, era arrivata al massimo della sua rigidità la concezione di una protezione statuale assoluta. Partita dalla garanzia individuale del singolo, soprattutto del più debole, la «pratica» dello Stato sociale si è trasformata in una garanzia dei gruppi più forti. Un drenaggio di risorse collettive a favore delle categorie più protette, a scapito soprattutto delle prospettive dei più giovani. Ecco perché, sia sul primo che sul secondo problema, si tratta di sancire un nuovo contratto tra gli italiani e il loro Stato fondato non tanto su una diversa distribuzione delle risorse, quanto su una più equa distribuzione delle opportunità. E quando si parla di opportunità non si parla solo di quelle economiche, ma anche di quelle civili: costruire un nuovo progetto di coesione sociale. Che impedisca da un lato la fuga, illusoria e pericolosa, verso i lidi di un impossibile e antistorico separatismo etnico. Ma che dall'altro non riduca la partecipazione pubblica a un sordido commercio di privilegi corporativi tra le categorie più forti della nostra società. Luigi La Spina i OLTO di sorpresa, Sergio ! * I Cofferati si aggrappa alla I vecchia passione per i viagI i gi nel futuro di Philip Dick, I l'autore di Biade Runner. Dice, sorridendo, che «per raccontare la riforma del Welfare State ci vorrebbe un libro di fantascienza». Poi fa una pausa. Non gli viene un titolo, ma sa come dovrebbe essere il libro, «T^nti capitoli, autori diversi. Racconti, forse. Una saga che continua generazione dopo generazione, ambientata in un luogo di fantasia che sia metafora della realtà. Qualcosa come la Contea di Yoknapatawpha dei romanzi di William Faulkner». Anche per lo stile, il segretario della Cgil ha un'idea precisa, «ci vorrebbe un frequente uso del monologo interiore, così per ricordare come parlano certi ministri». Una storia mfinita, ricca di personaggi, che abbondi di colpi di scena. Suvvia, un titolo... «Ci siamo - sbotta Cofferati - la riforma del Welfare è come la Cerca del Graal». Ecco allora che s'inizia la trasposizione della Morte d'Arthur di Thomas Malory nella interminabile vicenda della riorganizzazione della previdenza italiana, moderno sacro vessello che tutti vogliono e che nessuno trova. «Prodi è come Re Artù, il sovrano buono che alla fine viene tradito da chi gli è stato più vicino in tante battaglie. I cavalieri sono ovviamente i ministri del governo. Ciampi è il mago Merlino, quello che quando le cose vanno male riesce con un incantesimo a far quadrare i conti. Palazzo Chigi è la reggia di Camelot, è assolutamente identica. Veltroni è Perceval, l'eroe che per non aver saputo porre la giusta domanda provoca una serie di disgrazie a sé e agli altri». E Lancillotto? Che dire del migliore dei cavalieri che sfida il suo Re? «E' D'Alema» si lascia scappare Cofferati che però si ferma subito e si corregge: «No, è presto per dirlo. Dobbiamo aspettare di vedere la fine della storia». Carlo Callieri E LE STELLE STANNO A GUARDARE CRISTO CHE SI E' FERMATO A EBOL1 ARTE dal Cronin di E le I ! stelle stanno a guardare, 1^ arriva a Faulkner. Carlo I Callieri ricostruisce il Wel- I I Callieri ricostruisce il Wel* Ifare State letterario con una girandola di mostri sacri della penna e pare rimpiangere i giorni in cui gli autori del mondo anglosassone si misuravano «con lo Stato sociale che non c'era, con gli eccessi di un capitalismo tiranno per nulla mitigato da uno spirito di solidarietà». Proprio così. «Sono uomini che hanno saputo descrivere bene i guasti della coscienza che pesavano nella società dei loro anni» racconta il vicepresidente della Confindustria, che fatica trovare nomi italiani da inserire nell'elenco. «C'è un vuoto: l'analisi del sociale da noi appare nei lavori del verista Verga, o anche nel Levi di disto s'è fermato ad Eboli. Oltre a questo c'è poco, sembra proprio che il tema del Welfare debba essere confinato alla descrizione delle contraddizioni del Mezzogiorno. E anche questa stagione è durata poco, la letteratura italiana si e rifugiata nell'intimismo e ha dimenticato di leggere la vita in chiave sociale». Callieri lascia da parte la fiction e ricorda il rapporto Beveridge, snodo fondamentale del Welfare britannico «che nel 1947 fissò le regole di equilibrio ideale, e condivisibile, per la creazione di un sistema che avrebbe dovuto consentire un miglioramento del livello di vita dal punto di vista materiale, economico e morale». Quindi cambia registro. Per i nostri giorni, sceglie un fumetto, le strisce di Andy Capp disegnate da Reg Smythe che gli paiono una vetrina impietosa dei difetti dello stato sociale. «E' un disoccupato cronico che passa dal divano al pub, gioca a pallone e malmena gli avversari, ha una moglie disgraziata dalla quale finisce per prenderle». Vive del sussidio e non produce: «è stato chiaramente il più forte alleato delle riforme di Margaret Thatcher». A CURA DI Marco Zatterin Bollati Boringhieri Salone del Libro. Incontri con gli autori: Giovedì 22 maggio ore 16.00 Antonio Moresco, Lettere a nessuno Rino Genovese, Tango italiano Giovanni Pietro Lombardo e Marco Duichin (a cura di), Frenologia e fisiognomica Venerdì 23 maggio ore 15.00 Giovanni Sias, Inventario di psicoanalisi Sabato 24 maggio ore 16.00 llya Prigogine, La fine delle certezze Sala dei Cinquecento Domenica 25 maggio ore 11.00 Mario Palazzetti e Maurizio Pallante L'uso razionale dell'energia: teoria e pratica del negatvattora I nostri appuntamenti al Salone del Libro Giovedì 22 "Ore 16:30 - Sala dei 500 Governare da sinistra: diario di un anno sotto il segno dell'Ulivo Intervengono: Sergio Cofferati, Segretario Generale CGIL Andrea Riccardi, Presidente Comunità ili Sant'Egidio Walter Veltroni, Vicepres. del Consiglio e autore del libro Modera: Marcello Sorgi, Direttore del TGl Veltroni ' Governa* susini . Walter Veltroni Governare da sinistra Il primo governo dell'Ulivo, il primo governo con tutta la sinistra. I grandi temi del lavoro, dell'occupazione, della cultura, della politica visti con gli occhi della sinistra e dei suoi valori: la solidarietà, l'attenzione ai deboli, l'importanza delle "pari opportunità". Un diario costruito attraverso gli scritti e i discorsi dei momenti che hanno segnato la svolta italiana Pagine 148, Lire 22.000 Venerdì 23 Ore 21:00 - Auditorium I racconti del borgo. Incontro con Luciano Ligabue Interviene Curzio Maltese, la Repubblica Potrà anche il diavolo salvarsi ? Origene o della riconciliazione universale Giuseppe Masi Un tema di perenne attualità, pp. 256, L. 32.000 Sabato 24 Ore 15:00 - Sala Berlino Wonderwoman&Superman: geni, ingegneri e futuro dell'uomo Intervengono: Maurizio Mori, Dir. della rivista Bioetica Alberto Piazza, Ord. di Genetica umana all'Un, di Torino Giovanna Melandri, Parlamentare John Harris, Professor of Applied Philosophy all'Università di Manchester e autore del libro Modera: Riccardo Chiaberge, Corriere della Sera Via Marsala 24 4012(, Bologna. Tel. (051) 22 07 )6 Fax (0U) 21 77 JS

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