Colonia, arrestato il guaritore padre di Dirk Hamer di Emanuele Novazio

Colonia/ arrestato il guaritore padre di Dirk Hamer Per l'omicidio del figlio, ucciso diciannove anni fa in barca all'isola di Cavallo, fu accusato Vittorio Emanuele Colonia/ arrestato il guaritore padre di Dirk Hamer Ha provocato almeno tre morti consigliando ai malati di non curarsi BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Consigliava alle persone colpite dal cancro di astenersi dalle cure e di scegliere «un approccio psichico» alla malattia, contando soltanto sulle proprie forze: lo hanno arrestato ieri a Colonia, dopo mesi di polemiche roventi e di episodi clamorosi che hanno diviso l'opinione pubblica. Per Ryke Geerd Hamer, a 61 anni il più famoso e controverso «guaritore» tedesco, l'accusa è violazione della legge sulla medicina alternativa: con i suoi consigli avrebbe - in sostanza - affrettato o addirittura provocato la morte di un numero imprecisato di pazienti che si rivolgevano a lui in cerca di aiuto, ma che venivano tenuti lontani da medicine e ospedali. In Italia tuttavia il dottor Hamer - sospeso dalla professione medica nel 1986 - è noto soprattutto per la tragedia famigliare che lo colpì diciannove anni fa: quando, nella notte fra il 17 e il 18 agosto del 1978, suo figlio Dirk venne ucciso da un misterioso colpo di fucile mentre si trovava in barca all'Isola di Cavallo, nel mare di Corsica. In quell'omicidio fu coinvolto il principe Vittorio Emanuele di Savoia, prosciolto in prima istanza da un tribunale di Parigi dopo un'istruttoria durata undici anni, e definitivamente - nel 1992 - dalla Cassazione francese. Il figlio di Umberto II rischiava fino a quindici anni di carcere: venne condannato invece a una lieve pena - sei mesi con la condizionale - soltanto per il «possesso abusivo di arma da guerra»: «Non è stato Vittorio Emanuele» a sparare il colpo che ferì gravemente il giovane tedesco - e che lo portò alla morte dopo quattro mesi di sofferenze - sentenziarono otto giudici popolari, confortati più tardi dai colleghi togati della Cassazione. Ma Hamer non ha mai creduto all'innocenza del principe italiano, non lo ha mai perdonato: in una lettera aperta al presidente della Repubblica Scalfaro, la settimana scorsa, la famiglia di Dirk al completo ha protestato contro il possibile ritorno in ItaMa di Vittorio Emanuele, che nell'appello a Scalfaro viene definito «un assassino», «un trafficante d'armi», «un individuo che è riuscito a corrompere la giustizia francese» e «un pericolo per la democrazia italiana». Un uomo che «non merita nessuna tolleranza», ma «si merita una cella». Nel mondo di lingua tedesca sono in pochi, probabilmente, a ricordare quell'episodio che tanto scalpore sollevò invece in Italia. In Germania e in Austria, Hamer è noto soprattutto per un caso che due anni fa commosse l'opinione pubbb'ca dei due Paesi: quello di Olivia Pilhar, la bambina che a sei anni si ammalò di leucemia ma che i genitori - su consiglio del guaritore tedesco - decisero di non far curare. Olivia - che ora sta bene - è stata salvata soltanto grazie all'intervento del tribunale di Vienna, che ha costretto padre e madre a sottoporla alla chemioterapia. L'arresto di ieri tuttavia - affrettato dal «timore di una fuga in Spagna» - non è legato soltanto alla vicenda di Pilar: Hamer è accusato di aver violato le norme professionali nei confronti di almeno quattro ammalati tedeschi, tre dei quali sono morti, e nei confronti di otto pazienti austriaci. Una circostanza, quest'ultima, che nell'agosto dell'anno scorso aveva spinto il tribunale di Vienna a spiccare un mandato di cattura internazionale nei suoi confronti, mai eseguito. Fino a ieri, al contrario, Hamer ha continuato ad «esercitare» nel suo studio di Colonia: dove la polizia ha sequestrato numerosi documenti definiti «compromettenti», anche perché proverebbero che il numero di persone spinte ad abbandonare le cure tradizionali è molto più alto di quanto si fosse creduto finora. Neanche l'eco del caso Pilar, del resto, neanche l'emozione che la vicenda della bambina viennese ha sollevato in Germania, avevano rallentato la processione di persone ammalate e disperate: uomini e donne che probabilmente cercheranno in ogni modo di difenderlo. Nel 1993, Hamer era già stato condannato dal tribunale di Colonia a quattro mesi di prigione con la condizionale. Da allora, tuttavia, tre dei suoi pazienti sono morti: un bambino di dieci anni, una donna e un uomo di 29 anni, che poco prima di morire dichiarò di «aver dovuto» rinunciare alle cure dei medici, su sollecitazione di Ryke Geerd Hamer. Emanuele Novazio La settimana scorsa aveva scritto a Scalfaro: «Non lasci tornare i Savoia» A sinistra Dirk Hamer, sopra il padre con la foto della moglie