«I miliardi di Craxi Ci pensava Raggio» di P. Col.
«I miliardi di Craxi? Ci pensava Raggio» Interrogatorio per la contessa Agusta «I miliardi di Craxi? Ci pensava Raggio» MELANO. «Non riuscivo a tenere i miei conti, figuriamoci se potevo occuparmi di quelli di Craxi». Francesca Vacca Agusta, al primo interrogatorio davanti ai giudici milanesi, si tira fuori da ogni responsabilità e rigotta la palla all'ex amante Maurizio Raggio. Dei 50 miliardi di tangenti svaniti dai conti svizzeri attribuiti a Craxi per approdare in banche estere più sicure (Nassau e Antille Olandesi), la contessa racconta di non sapere nulla, di essere anzi stata coinvolta in questa avventura perché «plagiata» dal ristoratore di Portofino e suo ex compagno di vita, Maurizio Raggio. Chiede alla fine di poter usufruire degli arresti domiciliari: a Portofino, naturalmente, in quella villa Altachiara da cui si dileguò una sera di ottobre del 1994 per sfuggire alla cattura e ad Antonio Di Pietro. Detenuta da due giorni nel reparto infermeria del carcere di Opera, dove è giunta dopo una latitanza durata due anni e terminata un mese e mezzo fa con l'arresto nel centro di Città del Messico, guardata a vista per una certa instabilità emotiva e per le precarie condizioni di salute, la contessa è rimasta ieri pomeriggio davanti al gip Maurizio Grigo e il pm Francesco Greco quasi due ore, assistita dal suo legale, l'avvocato Ennio Amodio, difensore anche di Silvio Berlusconi: «Fosse stata una donna meno fragile - ha detto il legale - tutti questi problemi e queste sofferenze ora non ci sarebbero. Lei è sempre stata disponibile a raccontare tutto, l'aveva scritto in una lettera quando scoppiò il caso e aveva anche telefonato ad Antonio Di Pietro. E' chiaro che temeva di finire in carcere». Francesca Vacca come previsto ha tentato di ridimensionare in tutti i modi il ruolo di prestanome dei conti di Craxi che le era stato attribuito, insieme a Maurizio Raggio, dalle indagini svolte dal Pool, culminate nell'emissione di un mandato di cattura per riciclaggio. La donna, ha raccontato Amodio a conclusione dell'interrogatorio, terminato intorno alle 19,30, avrebbe spiegato al gip Grigo di non essersi mai davvero interessata ai conti che l'amico Bettino le aveva chiesto di girare a suo nome, «perché le operazioni le faceva Raggio, tutto era delegato a lui e lei non poteva sapere quali erano le direttive che lui riceveva da Bettino Craxi». Il legale ha confermato che la contessa era al corrente di questi rapporti tra il suo ex fidanzato e l'ex segretario del psi: «Ma non ha mai saputo di cosa si trattasse». Salvo firmare qualche documento bancario e versare, a suo nome e a quello di Raggio, 110 mila dollari, su un conto del Banco di Chiavari, serviti per spese di mantenimento della bella villa di Portofino dove Berlusconi atterrava qualche volta in elicottero. A proposito della sua latitanza, Francesca Vacca avrebbe poi spiegato di essere rimasta così a lungo fuori dall'Italia «perché aveva paura di rimanere ostaggio dei magistrati». Chiuso il verbale della contessa, i magistrati hanno deciso di aprire subito quello di Maurizio Raggio: l'interrogatorio, iniziato verso le 20, è proseguito fino a tarda sera. Raggio avrebbe completamente scagionato la Agusta: «Il mio cliente ha difeso la contessa - ha detto il professor Gaetano Pecorella, uno dei legali di Raggio - e ha ribadito che in questa vicenda non ha avuto alcuna parte. L'avrà anche soggiogata ma si è comportato da gentiluomo», [p. col.]
Luoghi citati: Antille Olandesi, Città Del Messico, Italia, Nassau, Portofino
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