«Noi giudici, cani presi a calci dai padroni»

«Noi giudici, cani presi a calci dai padroni» Alla presentazione del libro del procuratore aggiunto di Torino polemica sui rapporti fra magistratura e Palazzo. E alla fine spunta anche Di Pietro «Noi giudici, cani presi a calci dai padroni» Davigo e Maddalena: non saremo complici dei politici MILANO. Fosse successa un po' di anni fa, la presentazione del libro di ur magistrato - per di più con un ruolo dirigente come procuratore aggiunto a Torino - ce la si poteva aspettare come una paludata discussione in punta di diritto. Adesso invece è diventata l'ennesima occasione di battute polemiche. Come quella dell'autore stesso del libro, Marcello Maddalena: «E' la politica che deve fare le scelte, ma non si pretenda di farle con il silenzio e la complicità dei magistrati». O come quella del suo prefatore, Piercamillo Davigo, sostituto procuratore a Milano: i magistrati, da lui già definiti la «parte migliore del Paese», ora sono i «cani da guardia» presi a calci dal «padrone di casa, la politica» quando abbaiano per segnalare i ladri. Insomma, metti due magistrati con verve polemica e con il supporto di Paolo Flores d'Arcais, direttore di MicroMega nonché dichiarato paladino del pool milanese, e la polemica è servita. Poco importa se il pubblico, convocato in una sala della Camera del lavoro di Milano, consti di diciotto persone. Ci sono i giornalisti, i fotografi e le telecamere. E tanto basta. Così, ad esempio, si riesce a polemizzare e a gridare allo scandalo anche su un «progetto» che tale non è. Si tratta infatti - per ammissione degli stessi polemisti - di «voci» su quanto «si starebbe discutendo» all'interno di un «comitato ristretto» del ministero dell'Interno. Oggetto di queste «voci» una possibile proposta di riforma dell'articolo 330 del codice «di modo che - sostiene Maddalena - il pubblico ministero possa solo ricevere notizie di reato e non prenderle di propria iniziativa». E da ciò il magistrato si immagina foschi scenari, come il suo collega Raffaele Guariniello, procuratore alla pretura di Torino, «che da anni persegue reati, a salvaguardia della salute dei lavoratori e che invece dovrebbe stare fermo, in attesa di denunce altrui». Davigo non si addentra nelle «voci» su possibili progetti. Gli bastano quelli che ci sono per dar fiato alla sua nota vis polemica. Il punto cruciale è appunto «l'aneddoto che - dice uso spesso. Io immagino il Paese come una casa in cui c'è un padrone, che è la politica. La magistratura è come un cane da guardia, che deve abbaiare quando arrivano i ladri. Crede di essere un buon cane, perché abbaia tutte le volte che vede i ladri. Ma il padrone di casa, invece di accertarsi se i ladri ci sono davvero, scende e mi prende a calci. E' una cosa che mi dà un fastidio terribile, mi disorienta. Ho una crisi di identità: vengo tacciato di eversione solo perché faccio quello che sono addestrato a fare». Così finisce «l'aneddoto», ma non la polemica. Davigo si dice «disorientato» anche «per l'unanimità che vedo in politica sui problemi della giustizia. Solitamente sinistra e destra si dividono. Ed è la destra di solito ad essere giustizialista; in Italia succede proprio il contrario». Ce n'è anche per il nostro ingresso in Europa: «Non credo che tra i parametri di Maastricht ci sia solo l'economia. Ci sarà anche il tasso di criminaUtà e con quello che abbiamo, tre omicidi ogni centomila abitanti, gU altri non ci vorranno». Lo scarso pubblico è vigoroso negli applausi. Poi tutti se ne vanno e qualcuno arriva a sala vuota: è Antonio Di Pietro, non si comprende se volutamente o casualmente in ritardo (è arrivato due ore e mezzo dopo l'orario previsto). Riesce però a incontrare i relatori mentre sono per strada: un saluto e pochi minuti di chiacchierata, lontano (volutamente o casualmente?) da giornalisti e telecamere. [r. m.] Il pm del pool: «Ho una crisi di identità. Mi dicono eversivo solo perché faccio quello che devo fare. Non mi va l'unanimità tra destra e sinistra sulla giustizia» Piercamillo Davigo sostituto procuratore della Procura di Milano

Persone citate: Antonio Di Pietro, Davigo, Di Pietro, Flores D'arcais, Marcello Maddalena, Piercamillo Davigo, Raffaele Guariniello

Luoghi citati: Europa, Italia, Milano, Torino