«Il mais colpevole per l'intossicazione»
«Il mais colpevole per Pintossicazione» Si sospetta una tossina in una partita avariata. Nasce un comitato di genitori per seguire l'inchiesta «Il mais colpevole per Pintossicazione» Torino, salito a quasi 1500 il numero dei giovani colpiti TORINO. Il giorno dopo, il numero degli intossicati lievita fino quasi a raddoppiare: agli 800 alunni di Moncalieri e Giaveno nella notte si sono aggiunti altri 600 bambini. E una quindicina di universitari di un collegio di Torino. Tutti colpiti dagli stessi malesseri - nausea, febbre, mal di testa - per avere mangiato nelle mense scolastiche un pasto preconfezionato da una ditta del Torinese, la «Sogerco» di Borgaro. Il piatto incriminato, come si sa, è il secondo: tonno e mais. E la novità che emerge dai primi accertamenti del procuratore aggiunto della pretura, Raffaele Guariniello, è che tutto dipenderebbe dal granturco. Ci sarebbe una partita avariata. Il sospetto è che la maxi intossicazione sia stata provocata da una tossina nata per la presenza di muffa, forse di un fungo, oppure dal cattivo trattamento del prodotto prima di essere inscatolato. Un sospetto che oggi, con gli esiti delle analisi chimiche e batteriologiche, diventerà con tutta probabilità certezza. Con i risultati, scatteranno gli avvisi di garanzia. Per «somministrazione alimentare nociva», come si legge sul fascicolo aperto dalla pretura, per il momento contro ignoti. E a questo punto, non è detto che i destinatari debbano essere per forza i vertici della «Sogerco», a partire dal suo presidente e amministratore delegato, Bruno Garzena, negli Anni 50 calciatore della Juventus di Boniperti e Sivori, oggi mana¬ ger con un diavolo per capello. Da quando è saltata fuori la possibilità che si sia trattato di mais avariato - dopo che tutta la giornata di giovedì si era puntato il dito esclusivamente sul tonno nel mirino è finita anche la società che ha fornito la derrata alla ditta di Borgaro. Ieri è stata visitata dai carabinieri del Nas. Ma sia i militari sia il magistrato, si sono rifiutati di dire di che società si tratti. La svolta nell'indagine su questo ennesimo dramma alimentare collettivo è venuta l'altra notte, quando nei pronto soccorso degli ospedali torinesi si sono presentati gli studenti del collegio universitario di piazza Cavour. Come gli 800 bambini ricoverati prima di loro, nelle 24-48 ore precedenti avevano mangiato alla mensa interna, gestita dalla medesima ditta che ha in appalto i servizi di refezione scolastica a Moncalieri e Giaveno. «Solo il mais, però. Il tonno, no: l'abbiamo scartato». I carabinieri hanno risentito i bambini. E sono cominciate ad arrivare le conferme: quelli che hanno preso solo il tonno hanno avuto conseguenze lievi, «dovute più che altro al clima di psicosi», come azzarda un medico. Una cosa è certa: fatti come questo non dovranno ripetersi mai più. Lo dicono tutti, mentre i bambini tornano, pallidi e storditi, a casa. Il sindaco di Moncalieri, Carlo Novarino, e l'assessore regionale alla Sanità, Antonio D'Ambrosio, i ministri dell'Istruzione, Luigi Berlinguer, e quello della Sanità, Rosy Bindi, che annunciano anche l'arrivo di ispettori incaricati di far luce sulla vicenda. E lo dice Maurizio Merlo, avvocato, padre di un bambino che per avere mangiato tonno e mais alle elementari di Revigliasco si trova ancora ricoverato all'ospedale di Chieri. «Con gli altri genitori - annuncia - daremo vita a un comitato come quello che nacque a Torino dopo l'intossicazione del '94. Seguiremo l'inchiesta passo passo. E quando i responsabili saranno individuati e si arriverà al rinvio a giudizio ci costituiremo parte civile». Il mondo della ristorazione collettiva è nella bufera. Per una coincidenza che in un'altra situazione sarebbe certamente passata inosservata, ieri in pretura è cominciato un processo per turbativa d'asta a carico delle ditte coinvolte nell'intossicazione di Torino di 4 anni fa. E un'altra inchiesta, questa volta per turbativa e concussione, è condotta dal sostituto procuratore della Repubblica Vittorio Corsi. 11 magistrato avrebbe già ordinato perquisizioni in Comune e nelle sedi delle società coinvolte. Sul tema delle intossicazioni alimentari è intervenuta recentemente l'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità, con alcune norme di buon senso: lavarsi bene le mani prima di cucinare, lavare le insalate, cuocere bene i cibi (soprattutto le uova, la carne bovina e il pollame), scongelare fino in fondo gli alimenti, conservare nei luoghi adatti i cibi dopo la cottura, evitare la commistione di cibi differenti (verdure con carni). Infine, molta attenzione all'acqua che si usa: se non si è sicuri della provenienza, meglio farla bollire. Gianni Armand-Pilon Con l'esito degli esami oggi il magistrato emetterà i primi avvisi di garanzia Al centro delle indagini non c'è soltanto la ditta che ha fornito i pasti Una bambina «avvelenata» dal cibo della mensa. Sotto, alunni di una scuola torinese alle prese con il pranzo
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