Anche Confindustria ha ridotto gli organici
Oggi l'assemblea, eletta la nuova giunta Oggi l'assemblea, eletta la nuova giunta Anche Confindustria ha ridotto gli organici ROMA. Ad un anno dalla nomina di Giorgio Fossa alla guida della Confindustria e di Romano Prodi a capo del governo di centro-sinistra, imprenditori ed esecutivo si confrontano. Dopo dodici mesi in cui i rapporti tra le parti si sono andati progressivamente deteriorando, l'assemblea annuale della Confindustria, alla quale oggi prenderanno parte il presidente del Consiglio e circa una dozzina di ministri, permetterà infatti di verificare se la «temperatura» tra le parti è scesa o se invece il termometro degli industriali continua a segnare «febbre» nei confronti del governo e degli altri interlocutori del mondo produttivo. Le premesse, però, non sono tra le migliori: i segnali sino ad oggi non sembrano infatti lasciare intravedere spiragli distensivi. A cominciare dal dibattito sulla riforma dello Stato sociale, che vede da una parte una maggioranza divisa e dall'altra la Confindustria che aspetta di essere convocata dal governo, ma che ha già sostenuto di non gradire «tavoli lunghi» come quei «banchetti nuziali di periferia che si sa quando iniziano e non quando finiscono». Il timore degli industriali è quello di cominciare con governo e sindacati una trattativa i cui risultati siano poi esposti al rischio di rigetto da parte di rifondazione comunista, col risultato di svuotare un dpef sul quale si ripongono grandi attese per agganciare l'Europa. Ieri pomeriggio si è riunita l'assemblea privata di Confindustria che ha approvato all'unanimità il bilancio 1996 chiuso con un avanzo di gestione di un miliardo 247 milioni, grazie al contenimento delle spese. L'avanzo di gestione - si legge in un comunicato - è stato Giorgio Fossa Giorgio Fossa computato al fondo svalutazione crediti. I contributi associativi del 1996 sono stati di 59,3 miliardi. Il personale al 31 dicembre 1996 era composto da 293 persone, con una riduzione di 15 unità rispetto all'anno precedente. Nel corso della giornata si sono concluse le operazioni di nomina da parte delle associazioni dei 150 membri della nuova giunta, ad eccezione dei 20 rappresentanti della piccola industria che saranno eletti dal comitato nazionale ai primi di giugno. Il processo di rinnovo, in realtà, era partito da tempo: la scorsa settimana era stato reso noto l'ingresso di Gianfranco Zoppas. Nei giorni scorsi era stato decisa anche la cooptazione di Andrea Pininfarina. Per l'impresa pubblica (nella giunta li designa l'Intersind dopo la sua adesione a Confindustria) Tommaso To masi di Vignano, alla guida di Telecom Italia, ha preso il posto prima riservato ad Ernesto Pascale in qualità di amministratore delegato della Stet. Confermata invece la presenza di Franco Bernabò, amministratore delegato dell'Eni. Della giunta della Confindustria fanno parte gli ex presidenti (da Giovanni Agnelli, a Luigi Abete, a Sergio Pininfarina), i presidenti delle Unioni regionali e il «gotha» dell'industria italiana, privata e pubblica: nell'elenco oltre a Cesare Romiti, Marco Tronchetti Provera e Leopoldo Pirelli, figurano imprenditori del Nord-Est (da Pietro Marzotto a Cecilia Danieli), del Nord e del Mezzogiorno, guidati da Antonio D'Amato. Il gruppo Fininvest è rappresentato da Fedele Confalonieri, amministratore delegato del gruppo del «Biscione», [r. e. s.]
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