Nel Senato delle garanzie si tornerà al proporzionale di Fabio Martini

Nel Senato delle garanzie si tornerà al proporzionale Nel Senato delle garanzie si tornerà al proporzionale BOMA. Paolo Armaroli, costituzionalista dalla battuta salace, vede transitare nel Transatlantico Leopoldo Elia e lo «battezza» così: «Eccolo il dottor Stranamore: nel tentativo di superare il bicameralismo perfetto, ha proposto di creare una commissionemonstre, di fatto una terza Camera. Ma sono tante le sorprese della riforma del Senato, a cominciare dal ritorno del sistema elettorale proporzionale...». Il proporzionale? Ma i referendum non lo avevano mandato in pensione? E a parole non erano tutti a favore del bipolarismo? E invece ecco la sorpresa: il sistema proporzionale ò stato silenziosamente «resuscitato», grazie al lavorìo svolto a porte chiuse nel «comitato Parlamento» della Bicamerale. Nulla di deciso, ma la strada imboccata è quella. E la benedizione l'ha data, sia pure con prudenza, il presidente della Bicamerale: il 14 maggio Massimo D'Alema ha parlato della «possibilità di prevedere per il Senato un sistema elettorale caratterizzato da una più forte matrice proporzionale». Ma a Palazzo Madama si parla ben altro linguaggio, molto più schietto. Racconta divertito Guido Folloni, presidente dei senatori del Cdu: «I colleghi di Rifondazione o dei popolari ogni tanto si avvicinano con fare complice e mi dicono: allora siamo sempre d'accordo sulla proporzionale?». Ma la vera sorpresa non è il pathos dei «piccoli»: il via libera al ritorno del proporzionale è arrivato dai grandi partiti. Tutto ha inizio tre mesi fa, quando il «comitato Parlamento» della Bicamerale comincia a discutere a porte chiuse una revisione costituzionale sulla quale concordano tutti: il superamento dell'attuale bipolarismo perfetto, con due Camere chiamate a legiferare sulle stesse cose. Propongono i popolari: trasformiamo il Senato nela Camera delle Regioni, sul modello del Bundesrai tedesco. Ma che agli occhi dei senatori c'è un gravissimo «difetto»: l'elezione di secondo grado, dunque non più popolare. «Una proposta che i senatori hanno subito percepito come un loro serio ridimensionamento - racconta Armaroli, deputato di an - e così dalla bocciatura della Camera delle Regioni, è venuta fuori l'idea della Ca- mera delle garanzie e in rapida sequenza è spuntato anche il sistema proporzionale». Il compito di disegnare i lineamenti del «nuovo Senato» viene assegnato ad una parlamentare di prima legislatura: la senatrice Ida Dentamaro, una donna in carriera destinata a far parlare di sé. Quarantatre anni, barese, docen¬ te universitaria, la cdu Dentamaro lancia per prima l'ipotesi di un sistema elettorale proporzionale. «E devo dire - racconta la Dentamaro - che ho trovato subito un grande interesse, direi un enorme interesse da parte dei tre partiti più grandi, in particolare dal pds. Immagino che oltre a motivi di correttezza istituzionale, i grandi partiti avranno fatto una valutazione politica: quella di "recuperare" le frange più piccole». E' questo il punto? D'Alema, Berlusconi e Fini immaginano di addolcire la pillola ai propri alleati? Certo, il ritorno della proporzionale è spiegato dai suoi fautori come una conseguenza del nuovo modello di Senato, una Camera che dovrebbe - per dirla con D'Alema - occuparsi di «diritti della persona, diritti politici e materie in parte attinenti al rapporto con altri ordinamenti». Dunque, poteri differenziati tra i due rami del Parlamento, con la Camera che dà la fiducia al governo e il Senato che avrebbe competenze più ristrette, ma in alcuni casi ancora coincidenti con quelli dell'altra Camera. Entrambe le Camere avrebbero infatti competenza sulle leggi elettorali, sulle leggi di indennità, sulle leggi che riguardano i diritti fondamentali, i trattati internazionali, le nomine parlamentari a Consulta, Csm, Cnel. Non c'è il rischio di un corto circuito tra una Camera eletta col maggioritario e un Senato eletto col proporzionale? «Certo che il rischio ci sarebbe - dice Peppino Calderisi, vicepresidente dei deputati di Forza Italia - E poi: dando forte identità di partito al Senato, come puoi fare coalizioni maggioritarie alla Camera? Così non stabilizzerai mai il sistema politico. E poi perché Senato delle Garanzie? E l'altra cos'è? La Camera dell'arbitrio?». Fabio Martini L'idea è del cdu ma i tre grandi partiti sono assai interessati !l presidente del Senato Nicola Mancino