D'Alema: passi avanti Così si aiuta l'occupazione di P. Pat.

D'Alema: passi avanti Così si aiuta l'occupazione D'Alema: passi avanti Così si aiuta l'occupazione JJ.s . ROMA. Aprono una linea di ere- ROMA. Aprono una linea di ere dito a D'Antoni gli esponenti del governo e della maggioranza in prima fila al congresso della Cisl. E' bastato che D'Antoni dicesse che è pronto a presentarsi al confronto senza «tabù», ossia senza pregiudiziali sulle pensioni, per far esclamare a Veltroni: «La relazione aiuta e contribuisce positivamente alla discussione e alla ricerca di soluzioni per la riforma del Welfare», improntata non su «un taglio allo Stato sociale ma su un riassetto interno». D'Alema era stato il primo ad arrivare, tra i vip della politica, ed è uno dei primi ad allontanarsi, a discorso finito, distillando come viatico telegrafico e assolutorio: «Un discorso positivo, aperto e importante» prima che della rudezza della scorta facesse le spese una intraprendente cronista d'agenzia. Solo in un secondo tempo, attraverso una nota del suo ufficio stampa, D'Alema ha aggiunto che D'Antoni ha dato «un contributo positivo e aperto ad una politica per l'occupazione e le riforme» lodando «i passi avanti compiuti nel processo di unità sindacale». Quanto al Welfare, D'Alema ha sottolinea- Y {Eto che D'Antoni ha posto le que- to che D'Antoni ha posto le questioni «in modo aperto e disponibile a un dialogo» che prenderà le mosse dalla proposta del governo. «Un metodo giusto per costruire con le forze sociali - precisa questa volta subito D'Alema - un Welfare più equo nella tutela dei più poveri e dei più giovani». Anche il ministro Treu ha trovato «razionale» il discorso di D'Antoni precisando che «ha detto una cosa che mi interessa, ovvero di non essere pregiudizialmente contrario al confronto. Ha riconosciuto che la riforma Dini necessita di alcuni aggiustamenti». Spetterà ora al governo «maturare delle ipotesi, perché non ci sono soluzioni miracolistiche da proporre e poi ci metteremo attorno a un tavolo. Non pensate che tureremo fuori il coniglio dal cappello». Più laconico, il braccio destro di Prodi a Palazzo Chigi, il sottosegretario Micheli, ha pronosticato: «D'Antoni avrà presto la chiarezza che chiede». Verdetto controverso, invece, da Bertinotti, protagonista di un sorpredente, caloroso saluto con il cardinale Ersilio Tonini al quale aveva inavvertitamente «sof- I T **""'£' "'SB Bill fiato» la sedia mentre il pr aa l. fiato» la sedia mentre il presule si rivolgeva al congresso. «Abbiamo la prova che Bertinotti in verità vuole diventare Papa» scherzava il ministro Bassanini che sedeva lì accanto. E Bertinotti pronto confermava, sorridendo: «Ebbene sì, sarebbe questa la mia vera missione. Tutto il resto sono quisquilie». Terminato l'intermezzo alla Guareschi, Bertinotti ha «promosso» D'Antoni sulle pensioni, ma ha giudicata sbagliata la strategia della concertazione. Negativo il parere anche di Mussi (pds) per le critiche rivolte al governo, che invece Marini considera «normali al congresso di un sindacato». Ma il leader del ppi continua a sollecitare anche un vertice di maggioranza. Dal fronte dell'opposizione, Buttiglione incita invece D'Antoni «a rompere con i miti della sinistra» per costruire un sindacato unitario, mentre Casini ha lodato la sua relazione «per alcuni aspetti coraggiosa». Ma D'Antoni ha incassato anche un caloroso messaggio d'incoraggiamento di Scalfaro, uno dei suoi numi tutelari. [p. pat.]

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