«le Regioni? Indifferenti» di Daniela Daniele
«le Regioni? Indifferenti» Agnoletto: non hanno speso 500 miliardi ,B5.X9C .ioni ,61 «le Regioni? Indifferenti» Agnoletto: non hanno speso 500 miliardi ,B5.X9C .ioni ,61 VITTORIO Agnoletto, lei fa parte della commissione nazionale anti Aids. A che punto siamo nella lotta a questa malattia? «C'è il rischio che si vada radicando la sensazione che l'Aids non sia più un grave problema di sanità pubblica». E questo a che cosa è dovuto? «Deriva da come alcuni media hanno enfatizzato il ruolo dei cosiddetti inibitori delle proteasi. Due sono stati gli eventi negativi: il libro di un medico americano e le dicliiarazioni di Magic Johnson. In entrambi in casi non si può parlare, come s'è fatto, di guarigione. Queste persone vengono trattate con cocktail di 4-5 farmaci che ab- bassano la carica virale sotto il livello di visibilità con gli attuali livelli diagnostici. Ma se si sospendono i farmaci, la pressione del virus torna tale e quale. Dobbiamo stare attenti alle false sicurezze». Ma anche ai falsi allarmismi, non crede? «Diciamo che occorre tornare all'oggettività scientifica. L'Aids non è il flagello di Dio e non è la malattia che segnerà la scomparsa del genere umano. Si tratta di un virus, tutto sommato, debole che, però, si trasmette molto facilmente per via sessuale. Le diagnosi di Aids conclamata sono scese di 200 al mese, negli ultimi tre trimestri, passando da 1400 a 1200: questo significa che siamo riusciti ad allungare i tempi della malattia con i nuovi farmaci». E' anche vero, però, che le infezioni seguono un andamento che prevede un picco e una discesa: il virus non può uccidere tutti gli «ospiti», altrimenti annienta se stesso. Non potrebbe essere nella sua fase discendente? «Teniamo sotto controllo l'andamento dell'Hiv proprio per dare risposta a questa domanda: per sopravvivere, il virus sta attenuando la propria aggressività? Ancora non sappiamo, comunque, utilizzando le nuove terapie, dopo quanto tempo e con quale frequenza si svilupperà la sua resistenza ai farmaci». I morti per Aids, nel mondo, sono 700-800 mila all'anno. Per malaria, secondo l'Oms, 2 milioni. Come mai la malaria non è altrettanto «celebre»? «Forse per via della modalità di trasmissione del virus Hiv: sangue e sesso sono nel nostro immaginario collettivo da sempre». O forse perché nei Paesi avanzati la malaria non è più un problema? L'80 per cento delle morti per Aids si verifica nel Sud del pianeta, nei cosiddetti Paesi in via di sviluppo. Vuole commentare questo dato, dottor Agnoletto? «Se si fosse trattato del cento per cento, è sicuro che l'Aids non sarebbe così famosa: è triste, ma bisogna ammetterlo. Soltanto quanto si è diffusa al Nord del pianeta, quando ha toccato "il cuore dell'impero" è diventata un problema di cui occuparsi». Il presidente Clinton ha dichiarato guerra all'Aids. Ma per seguire certe terapie occorrono milioni per ogni malato. Ci commenta anche questo dato, dottore? «Stiamo ragionando di trattamenti che, purtroppo, non potranno inte¬ ressare se non il 20 per cento dei malati. Se si pfnsa poi che; ad esempio in Africa, si spendono meno di 3 dollari prò capite all'anno per le cure sanitarie e che per gli inibitori delle proteasi ne occorrono 500 al mese, i conti su chi sarà curato e chi no sono presto fatti». E in Italia? In quali condizioni versa l'assistenza? «Una buona notizia c'è: il ministero della Sanità deve distribuire 500 miliardi che s'è ripreso dalle Regioni perché non li avevano trasformati in investimenti. Questo denaro dovrebbe servire a realizzare case alloggio e assistenza domiciliare. Tutto dipende, ora, dalla programmazione regionale. C'è poi in ballo l'accordo tra i ministri Turco, Flick e Bindi per giungere all'incompatibilità tra carcere e detenuti affetti da Aids. Ma, per ora, è solo una promessa». Daniela Daniele Vittorio Agnoletto, componente della commissione nazionale anti Aids
Persone citate: Agnoletto, Bindi, Clinton, Flick, Magic Johnson, Turco, Vittorio Agnoletto
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